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BEST PRACTICE INTEGRAZIONE TERZA PAGINA Tanti stranieri e donne in Cooplat Su 2.843 addetti in totale, di cui 1.475 soci, si contano in Cooplat circa 350 stranieri con una netta prevalenze di donne, ben 218. La maggior parte delle 34 intervistate ha detto di aver scelto di partire, ovviamente, per la scarsità di lavoro nella terra d’origine. E an- che se qui da noi, con la disoccupazione che ha superato il 13%, la situazione lavoro non è delle più felici, in Cooplat hanno trovato una seconda casa. Approdate in cooperativa, il lavoro è adesso al primo posto nella vita di ognuna, anche a costo di qualche sacrifcio Le donne della ricerca personale. Alcune hanno titoli di studio ele- La ricerca, sviluppata grazie a un progetto vati (diploma e laurea). Rivendicano la digni- del Fondo sociale europeo che ha visto an- tà del lavoro svolto quotidianamente, nono- parte delle intervistate è il forte senso di ap- che il coinvolgimento della Regione Toscana, stante alcune rivelino di aver subito episodi partenenza alla cooperativa, la consapevo- e realizzata a partire dal settembre 2012, ha di discriminazione per le loro mansioni di lezza – ha spiegato la dottoressa Alessia Belli coinvolto 34 donne straniere di età compre- addette alle pulizie. presentando il lavoro – di trovarsi in un am- sa tra i 20 e i 50 anni. Quanto alla provenien- biente che accoglie la loro voce e ne ascol- za, le intervistate arrivano per lo più dai Pae- Messaggio alle imprese: ta le esigenze. Molte, ad esempio, spiegano 19 si dell’Est (Romania, Albania, Ucraina), Africa integrazione si può! di aver ottenuto in caso di bisogno permes- settentrionale (Tunisia, Algeria, Marocco) e I risultati dell’indagine, dunque, dimostrano si più lunghi per raggiungere i loro familiari GENNAIO 2015 America Latina (Colombia). Hanno differenti che l’integrazione è non solo possibile, ma all’estero. Qualche problema ad inserirsi tal- stati civili, lingue e religioni. E sono impiega- anche fruttuosa, e che il mondo delle im- volta c’è stato, specie con le colleghe italiane. te negli appalti Cooplat sui territori di Firen- prese di servizi ha un’importante responsa- Ma in tante partecipano alla vita della coope- ze (Soprintendenza, Gucci e Ospedale Pala- bilità in questa direzione. Ma questa è solo rativa, alle riunioni, alle assemblee. La mag- gi), Siena (Monte dei Paschi e Università de- una delle tante iniziative Cooplat in tal sen- gior parte parla di un’integrazione sul posto gli studi) e Pisa (Scuola Superiore Sant’Anna, so. La ricerca condotta dal Sant’Anna fa par- di lavoro che le ha aiutate a sentirsi a casa Scuola Normale Superiore). te di un più ampio flone di indagine sulla nel Paese in cui sono arrivate da migranti. forza lavoro straniera di Cooplat aperto nel Oggi, anzi, il timore è che la crisi econo- Il lavoro in uno scatto 2010 dallo studio del Ceuriss “Lavoro e per- mica possa allentare questa stretta relazio- Una piacevole “seconda tappa” del lavoro corsi di integrazione del personale immigra- ne, il dialogo tra i dipendenti e l’azienda”. è stata un laboratorio con due focus group, to”. Tale ricerca, effettuata tra 400 lavoratori uno a Firenze e uno a Pisa, in cui rispettiva- stranieri, mise in luce come il 77,8% dei la- mente 8 e 5 donne, macchina fotografca al- voratori stranieri di Cooplat si senta italiano, la mano,sono state invitate a descrivere con tanto che solo un quarto parla ancora nel- alcuni scatti il loro lavoro in Cooplat. Ne è la lingua d’origine. Oltre la metà (il 51%) di- venuta fuori una “galleria” dominata da una chiara di sentirsi “ben integrato” nel nostro grande fantasia e ironia. Per scoprire che non Paese, mentre solo il 5% dice di continuare sempre il lavoro di chi pulisce è come uno a coltivare un legame prioritario con la ma- se lo immagina: squallido, grigio e incolore. drepatria. Tra le cose in cui si identifcano di Anzi, a guardare le immagini c’è da avere in- più, il nucleo familiare è al primo posto con vidia. Pensate a cosa vuol dire lavorare a tu il 68,9%, seguito subito dal lavoro, al secon- per tu coi capolavori che riempiono i saloni do con il 45,9%. Mentre i riferimenti allo stile degli Uffzi, ad esempio! E c’è anche tanta di vita e alla nazionalità vengono molto dopo umanità: dal ringraziamento per una nuova (rispettivamente 27% e 24,6%). lavatrice comprata dalla cooperativa che ren- de più facile la loro attività, fno alla giungla Storie diverse, comune di chiavi e telefoni con cui hanno a che fa- denominatore il lavoro re tutti i giorni, le amicizie e l’orgoglio di un “Al di là delle differenti storie alle spalle di lavoro ben fatto e al servizio della comunità. ognuna, ciò che oggi accomuna la maggior