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SCENARI SANIFICAZIONE ALIMENTARE tuali corsi Afdamp la risposta è stata delle aziende intervistate non misura Andrea Casa. L’indagine ha eviden- per il 42% delle aziende poco o nien- il servizio di pulizia. E anche laddove ziato che il 65% delle aziende affer- te (per il 19% per nulla, il 23% poco) i piani di autocontrollo ci sono e dan- ma di effettuare l’ispezione igienica a fronte di un 5% che li ritiene molto no indicazioni, molto spesso manca dei condotti ogni anno, mentre il 14% 54 utili e il 53% abbastanza. Su 10 azien- una vera e propria misurazione dello non lo fa tutti gli anni. Nel corso del de, solo 4 manderebbero (sicuramen- sporco, dei contaminanti, della carica 2015 lo ha fatto una metà delle azien- NOVEMBRE te o probabilmente) il proprio perso- batterica, ecc. Un campanello d’allar- de interpellate, a cui si deve aggiun- 2015 nale a corsi Afdamp. Dati che appa- me l’ha suonato Costantino Meloni, gere un 15% che lo prevede entro di- iono un po’ “schizofrenici”: prima di- maggiore dei NAS: nel 2014 sono stati cembre. Nel 2014 lo ha fatto il 10%. co che servono e che sono soddisfatto effettuati 59.654 controlli e riscontrate Il problema è che, contrariamente a dei corsi, poi dico che non ci mande- ben 37mila non conformità. Rispetto quanto si potrebbe pensare per un’o- rei i miei dipendenti… Teniamo pre- al 2011 c’è stato un (debole) miglio- perazione che richiede grande profes- sente però che l’Afdamp, presso il set- ramento, ma chiaramente non è anco- sionalizzazione, solo il 17% chiama tore, è ancora poco conosciuta: solo ra abbastanza. Gli fa eco Filippo Ca- tecnici specializzati opportunamen- un’azienda su 10 dimostra di sapere stoldi, dirigente dell’U. O. Veterina- te formati e dotati di certifcato Ascs, di che si tratta. ria della Direzione Sanità Lombardia. mentre il restante 83 non guarda alla Anche i dati da lui presentati non era- certifcazione e si avvale di imprese Il controllo, questo (semi) no certo brillanti: la maggioranza delle non specializzate. Casa ha sottolinea- sconosciuto aziende “visitate” da soggetti esterni to come, per evidenti ragioni di sicu- Ma nel corso della giornata sono sta- non è a norma o presenta qualche irre- rezza, l’igiene negli impianti aeraulici ti davvero molti gli spunti di interes- golarità (parliamo di tre su quattro nel sia fondamentale. E non solo dei con- se: ad esempio quello sulla misurabi- 2014 e di cinque su sei nel 2015). Tut- dotti, come riportava l’indagine, ma di lità della pulizia, un tema di “lunga to questo anche se, bisogna dirlo, in tutto l’impianto. Chi fa tutto per conto durata” di cui, come si ricorderanno i Italia gli standard di pulizia sono ele- proprio, di norme prende a riferimento più attenti, si iniziò a parlare almeno vati. Spesso quello che manca è pro- protocolli esteri oppure (in modo im- una ventina di anni fa (ricordiamo un prio una misurazione oggettiva, tanto preciso) i protocolli Haccp, che però, lontano convegno torinese dal titolo che è diffcile anche promuovere una ricordiamolo bene, si riferiscono a su- eloquente “Dalla percezione del pulito reale cultura del pulito. perfci a contatto con alimenti e la pro- all’igiene”: correvano gli anni Novan- liferazione batterica avviene solo per ta…). In questo caso il discorso si ap- Impianti aeraulici: contatto e non attraverso fussi d’aria. plica all’alimentare, ma cambia poco: il ruolo di Aiisa per la pulizia non è sempre immedia- Si è parlato, naturalmente, anche di Il caso di Orogel: to sapere se e come sono state svolte impianti aeraulici. Proprio per questo personale di pulizia le operazioni, in assenza di strumenti era presente Aiisa, Associazione Ita- da integrare e valorizzare per una misurabilità oggettiva. Stan- liana Igienisti Sistemi Aeraulici, nella Non è mancata la voce delle aziende, do all’indagine Piepoli, ben la metà persona del suo vertice, il presidente e in particolare quella di Orogel: il re-
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