HomesanitàLa sicurezza integrata per il governo dei rischi

La sicurezza integrata per il governo dei rischi

2. Il Modello d’Organizzazione Aziendale

2.1. Direzione Generale identifica il risk Manager tra i dipendenti dell’azienda in possesso di specifiche e qualificate competenze o che abbia una comprovata esperienza organizzativa gestionale di strutture ad alta complessità. Istituisce un servizio d’ingegneria clinica che garantisce l’uso sicuro, efficiente ed economico dei dispositivi medici, apparecchi e impianti sanitari.

2.2. Collegio di Direzione è l’organo preposto a livello strategico per il governo clinico, sotto il coordinamento del Direttore Sanitario Aziendale. Analizza ed è informato sullo stato dell’arte che attiene al rischio aziendale, che si palesa dall’analisi di tutti i sistemi informativi aziendali. Garantisce il sostegno al tema della gestione dei rischi stimolando la sensibilità e l’informazione tra i massimi organi di governo Aziendali.

2.3. Direttore Sanitario Aziendale assicura la continuità operativa tra i livelli organizzativi dell’Azienda e, attraverso il loro coordinamento unitario, il collegamento e l’integrazione tra i presidi sanitari dell’Azienda, tra i dipartimenti, le UU.OO., le linee produttive e le diverse professioni in essi presenti.

Promuove i comitati, le commissioni, i gruppi di lavoro previsti dalle normative vigenti o istituiti in Azienda. Presiede e/o coordina gli stessi.

2.4. Direttore Sanitario di Presidio Ospedaliero è membro di diritto del Collegio di Direzione. La funzione è quella di stabilire l’impegno di servizio necessario per il raggiungimento degli obiettivi definiti nel piano aziendale di rischio. Concorre alla valutazione dei rischi nell’ambito delle strutture pertinenti alla Direzione Sanitaria propriamente detta, e delle aree comuni e attua gli interventi di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori cui è direttamente preposto.

2.5. Direttore del Servizio/Dipartimento Infermieristico, Tecnico, Riabilitativo ed Ostetrico (SITRO) è parte del Collegio di Direzione; svolge funzione di supporto al Risk Manager Aziendale nello stabilire l’impegno necessario del servizio per il raggiungimento degli obiettivi definiti nel piano aziendale di rischio; concorre alla valutazione dei rischi nell’ambito delle attività pertinenti ed è complessivamente responsabile dei relativi livelli qualitativi e d’appropriatezza delle prestazioni erogate.

2.6. Direttore di Dipartimento è membro di diritto del Collegio di Direzione. Ai fini dell’attuazione del piano aziendale del rischio propone al Risk Manager Aziendale, secondo procedure formalmente previste, la costituzione a livello dipartimentale di Reti Professionali, Gruppi Operativi Interdisciplinari, Comitati e/o Commissioni, approvati dal Comitato di Dipartimento. Coordina gruppi audit interni su specifiche problematiche.

2.7. Risk Manager

È il responsabile della specifica struttura organizzativa aziendale denominata “Unità per la gestione del Rischio Clinico”. E’ garante unico dell’attuazione del programma aziendale, dettagliato nel “piano d’attività annuale per la gestione del rischio”, di cui ha la responsabilità della gestione dei progetti specifici. Opera all’interno della struttura organizzativa dell’azienda, nell’ambito della quale sviluppa politiche, strumenti e metodologie di misurazione e gestione del rischio. E’ ordinato in staff alla Direzione Strategica Aziendale con i seguenti compiti:

  • coordina gruppi di lavoro operanti nei progetti di gestione del rischio clinico;
  • rappresenta il Comitato Aziendale di gestione del rischio clinico presso il Collegio di Direzione;
  • garantisce l’avvio e la gestione dei sistemi informativi ad hoc, sperimenta modelli d’analisi e monitoraggio degli eventi avversi a partire dai dati SDO;
  • predispone il “piano d’attività annuale per la gestione del rischio”, avvalendosi anche del supporto del Comitato Aziendale per la gestione del rischio;
  • supporta la gestione del programma d’audit clinico sui rischi; l’obiettivo è quello di creare gruppi multiprofessionali e multidisciplinari per la definizione di linee guida e/o PDT (percorsi diagnostico terapeutici);
  • suggerisce gli interventi sulle singole funzioni e processi rilevanti in applicazione a raccomandazioni degli organismi sanitari istituzionali;
  • gestisce le risorse aziendali specificamente dedicate al programma aziendale di gestione del rischio clinico;

Annualmente predispone una relazione descrittiva delle attività svolte e dei loro risultati e verifica la validità e l’attualità del piano annuale della gestione del rischio.

Avrà cura di sollecitare le singole figure preposte alla concreta attuazione del programma. E’ cura del Risk Manager evidenziare quelle mancanze funzionali dell’attuazione del piano che richiedono una modifica del piano stesso.

Il livello attuativo aziendale è riferito alla gestione di rischi clinici specifici e rientra nell’ambito di responsabilità diretta del personale medico e sanitario, collocato necessariamente a livello delle singole linee d’attività clinico-assistenziali.

L’ambito di responsabilità riguarda l’analisi reattiva e proattiva dei rischi clinici su processi specifici, l’identificazione delle cause, l’elaborazione delle azioni (correttive e preventive) e l’attuazione delle azioni di revisione e miglioramento.

3. Gruppo di coordinamento per l’attività di gestione del rischio ha funzioni d’indirizzo, coordinamento e verifica dell’effettiva realizzazione di quanto pianificato a livello aziendale. Le attività del gruppo di coordinamento devono coprire alcune necessità specifiche e funzioni all’interno della struttura:

• definire strumenti per individuare e valutare i momenti di rischio e le situazioni incidentali

  • · individuare criticità più o meno latenti

• individuare strumenti ed azioni (correttive e preventive), per la riduzione dei danni al paziente, al patrimonio e per la riduzione del contenzioso legale

  • ·definire strategie per migliorare i rapporti con l’utenza e l’immagine della struttura
  • · sostenere l’attività professionale d’operatori sanitari e tecnici

4. Comitato di Valutazione dei Sinistri (CVS) ha preferibilmente luna struttura organizzativa composta da tali figure: Direzione Sanitaria, Medicina legale, Affari generali, Risk Manager , Broker,  Assicurazione.

L’obiettivo che il CVS deve perseguire è la minimizzazione dell’impatto economico del sinistro attraverso la raccolta d’informazioni per la gestione dei sinistri, la pronta valutazione delle eventuali responsabilità, la gestione dei rapporti con i danneggiati.

5. Gruppi Operativi Interdisciplinari sono intesi come momento di diffusione e applicazione delle conoscenze in medicina e nell’assistenza, come strumento di sviluppo del miglioramento della qualità, della diffusione delle migliori pratiche cliniche e assistenziali e del governo clinico e come supporto per i dipartimenti, le aree funzionali e le UU.OO. Sono costituiti da un insieme di singoli professionisti appartenenti a discipline differenti.

6. Comitati e Commissioni previsti da norme vigenti e formalmente costituiti in Azienda (comitato per il buon uso del sangue, commissione per la lotta alle infezioni ospedaliere, comitato per l’ospedale senza dolore, commissione del farmaco, etc.) adottano la metodologia di lavoro a progetto.

Si incaricano di promuovere all’interno dell’azienda la diffusione e l’applicazione delle conoscenze relative alle migliori pratiche cliniche e assistenziali.

7. Piano d’attività annuale per la gestione del rischio” è il documento che definisce le linee annuali di gestione del rischio clinico, identifica le aree di rischio, la valutazione della priorità d’intervento, le risorse dedicate e la loro allocazione sulle diverse linee d’azione/progetti specifici.

E’ definito in funzione delle linee programmatiche regionali e/o dalle raccomandazioni del Ministero della Salute e da temi emersi nell’azienda stessa.

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