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FOCUS CITTÀ il mondo visto dai rifuti di Guido Viale Dimmi cosa butti, e come lo but- colo comune che lo ha preso in carico, as- ti, e ti dirò chi sei. Ma per capirlo segnandogli anche una piccola casetta in bisogna avere un’affnità profonda stato di degrado, senza luce e molto mal- – e quasi sempre dolorosa – con il messa, al fondo di un vicolo in disarmo. mondo dei rifuti. Poi, quando il vicolo viene “risanato”, il che vuol dire quando le case vengono ab- battute per far posto a condomini e villet- La discarica degli angeli che dà il titolo te, Bruno viene trasferito a gestire la sta- al romanzo (opera prima) di Dario Bon- zione ecologica, al cui interno si ricava fante (Morgani editore, 2010) non è, pro- un’abitazione utilizzando uno dei cassoni monaco-capo di un monastero ortodosso. priamente parlando, una discarica; è una della raccolta differenziata. E’ qui che lo Il racconto è continuamente solcato 62 stazione ecologica dove si conferiscono incontriamo – la sua storia passata viene dall’intreccio tra la vita della discarica e in maniera differenziata in grandi scar- fuori solo a spizzichi e bocconi attraverso i caratteri dei suoi frequentatori abituali: MAGGIO rabili i rifuti ingombranti. L’autore però i suoi ricordi – insieme alla colorita troupe impariamo a conoscere questi attraverso 2015 conosce bene la materia, e anche la vita di alcuni frequentatori dell’impianto: “gli quella e quella attraverso questi. Anche la e i caratteri che si sviluppano intorno al angeli della discarica”, le persone con cui decisione di scrivere il libro è opera de- mondo dei rifuti: soprattutto quelli gene- Bruno stringe amicizie indissolubili per- gli “angeli”: rati dai beni durevoli che vanno a fnire ché sono come lui reietti e abbandonati; “A dire il vero anche Lisa e Consulich nelle stazioni ecologiche. E, soprattutto, piegati, ma non ancora vinti dall’esisten- mi hanno stuzzicato a farlo e perfno Ma- coglie perfettamente l’affnità esistenzia- za: Aldo, per esempio, artista di grande rio, che ieri viene qua in discarica a cer- le tra il mondo dei rifuti e il mondo dei sensibilità, che annega in una colla maleo- care un pezzo di lamiera e, mentre fruga reietti: entrambi sviliti, scartati e allonta- lente gli scarti opportunamente seleziona- nel cassonetto, mi vede dentro la barac- nati dalle case e dalla vita delle persone ti per divenire oggetti che raccontano un ca con la penna in mano, ferma e sospe- “normali” e tuttavia ricchi di infnite po- mondo di reietti ed emarginati. Bìcio, uo- sa sul foglio. Ride, il lazzarone, mostran- tenzialità e di una enorme disponibilità a mo scarmigliato e senza parole, con una do quei quattro denti neri e storti. Mario ricominciare una nuova vita in altre for- piccola e innocua ossessione per gli abiti quasi non parla, mugugna, per lo più. La me e in diverse modalità. femminili. Lisa, l’ex-prostituta rumena, gente lo crede scemo e del resto lui fa di Bruno, il protagonista dal romanzo, è un ora badante: la prima a soccorrere Bruno, tutto perché lo pensino. In verità è intel- reietto destinato fn dalla nascita all’emar- a tendergli la mano nel vuoto e nella di- ligente. Altroché se lo è. Quando viene ginazione: fglio di una prostituta, non ha sperazione delle corsie ospedaliere. Con- in discarica fruga per cercare solo cose mai conosciuto suo padre, ha passato l’in- sulich, uno slavo senza braccia, saltato su che gli servono e lo fa sempre con discre- fanzia in un orfanatrofo e l’adolescenza una mina cercando di strappare invano la zione, quasi con gentilezza. Non lo noti facendo il garzone muratore e abitando fglia alla morte, orgoglioso e indiscusso nemmeno. Solo una volta, che gli servi- con la madre nella casa dove questa eser- monarca di un popolo di straccioni. Fe- va un bottiglione, è scivolato nel casso- citava la sua professione, per fnire, per ro, che viene a rifornirsi di materiali fer- ne quasi vuoto del vetro e non riusciva quindici anni, in un manicomio crimina- rosi da rivendere, senza rivolgere una sola più ad uscirne. Lo sentivo chiamare, ma le per aver ammazzato a colpi di martel- parola agli altri. La vicenda di Bruno ha non con i grugniti che è solito fare, Pro- lo non si sa se anche la madre o solo un poi un lieto fne: con materiali tutti rici- prio con la sua voce, al punto che pensa- suo cliente dopo che entrambi, in stato di clati si costruisce una casetta in una val- vo fosse un altro”. ubriachezza, lo avevano costretto a pren- le frequentata da zingari e pakistani e alla Quel posto, poi, non è così sgradevole: dere parte ai loro giochi erotici. Uscito dal fne incontra l’amore, che gli darà anche “Alcuni pensano che sia un brutto me- manicomio Bruno ha lavorato prima co- un fglio, in Teresa, una ragazza fuggita stiere fare il custode di una discarica. ‘Un me aiuto becchino nel cimitero di un pic- dalla Romania per sottrarsi agli stupri del lavoro come un altro’, mi dice qualcuno
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