Emilia-Romagna e Lombardia regioni virtuose nella lotta alle aggressioni al personale sanitario: lo scorso marzo, mentre a Bologna si firmava il protocollo d’intesa tra Polizia, USL di Bologna, Sant’Orsola e Istituto Ortopedico Rizzoli, sotto la Madonnina veniva presentato il nuovo pacchetto di misure anti-aggressione. In entrambi i casi fondamentale l’impiego delle nuove tecnologie di rilevazione e comunicazione a distanza.
Aggressioni, minacce, insulti. Violenze verbali che sempre più spesso, purtroppo, lasciano il posto a spintoni, pugni, calci, schiaffi quando non a vere e proprie persecuzioni fisiche.
Un’allarmante escalation Non passa giorno in cui i media di tutto il Paese non ospitino episodi di aggressività nei confronti del personale sanitario: invece della cura, insomma, sempre più spesso scatta la sua antitesi, vale a dire la violenza. Se già prima il fenomeno era preoccupante, dopo il Covid è degenerato a tal punto da spingere diverse strutture sanitarie a cercare soluzioni anche in collaborazione con gli enti territoriali. Nascono così le prassi virtuose di due fra le regioni più colpite dal fenomeno: Emilia-Romagna e Lombardia.
Aggressioni in aumento a doppia cifra Partiamo dall’Emilia, in cui gli ultimi dati disponibili (riferiti al 2024) segnalano come le aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura in Emilia-Romagna siano aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. Il trend trova conferma anche nei dati dell’Azienda USL di Bologna e del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS.
Al S. Orsola oltre 100 episodi violenti, contro persone e beni Nel dettaglio, lo scorso anno gli operatori del Sant’Orsola hanno segnalato in totale 104 aggressioni (rispetto alle 70 nel 2023). Per la maggior parte (81) si è trattato di violenza verbale o contro la proprietà, mentre nei restanti 23 casi si è verificata anche una violenza fisica. Il 75% delle aggressioni ha coinvolto operatori di sesso femminile, mentre la fascia d’età più colpita è quella dai 30 ai 39 anni (38%). Presso il pronto soccorso generale del Policlinico sono state segnalate 34 aggressioni (24 verbali, 10 fisiche).
La tipologia delle aggressioni Continuiamo con le cifre, più eloquenti di qualsiasi ragionamento: delle 474 segnalazioni pervenute a USL Bologna nel 2024, 432 sono state di tipo verbale, 105 di tipo fisico e 55 contro la proprietà (oggetti, arredi, attrezzature). Nel 2023 erano state registrate 351 segnalazioni, di cui 321 verbali, 75 fisiche e 29 contro la proprietà. Per ¾ sono coinvolte operatrici donne.
Il “Protocollo del 17 marzo” Numeri allarmanti che giustificano la firma, avvenuta a Bologna lo scorso 17 marzo, di un importante protocollo d’intesa fra Polizia di Stato, Azienda USL, Policlinico Sant’Orsola e Istituto Ortopedico Rizzoli. L’accordo prevede l’implementazione di un sistema di allerta anti-aggressione direttamente collegato alla Sala Operativa della Questura, facilmente accessibile e azionabile dal personale sanitario in pronto soccorso, che permetta una gestione centralizzata, coordinata e tempestiva delle emergenze e garantisca un intervento rapido, preciso e immediato delle forze dell’ordine.
Pulsanti di allarme facilmente attivabili dai PS Il sistema prevede pulsanti di allarme posizionati nei PS, segnali acustici e luminosi su monitor in zone strategiche, geolocalizzazione dell’allerta in tempo reale e apparecchiature interfono per comunicazioni dirette tra ospedali e Questura. In caso di aggressione o di elevato rischio di escalation, con un semplice gesto l’operatore sanitario potrà attivare il sistema schiacciando il pulsante rosso.
Alert sonori sui cellulari e in Questura Da ciò il sistema attiverà degli alert sonori al telefono cellulare delle Guardie giurate e al Posto di Polizia ospedaliero, oltre ad alert luminosi e sonori alle stazioni di monitoraggio negli ospedali, nei Posti di Polizia ospedalieri e nella Questura, con indicazione del punto preciso di attivazione del pulsante. Una volta valutata la situazione sul posto, le Guardie giurate o gli Agenti di Polizia intervenuti potranno aggiornare la Sala Operativa.
La piattaforma Segnal-ER Questo sistema, già implementato all’ospedale Maggiore con 18 pulsanti di allarme, è in corso di implementazione al pronto soccorso del Sant’Orsola con 8 pulsanti e del Rizzoli con 4 pulsanti. Per garantire la sicurezza del personale sanitario il sistema sarà esteso anche in altre aree e case di cura. La tecnologia offre un aiuto importante. A tale proposito la Regione ha predisposto una piattaforma informatizzata (Segnal-ER) per facilitare le Aziende Sanitarie nella raccolta delle segnalazioni, mentre particolare risalto viene dato alla formazione.
Le ulteriori attività di contrasto Fra le altre attività di contrasto alle aggressioni presso il Pronto Soccorso del Maggiore: rivisitazione del layout degli ambienti e accessi consentiti solo con badge o pulsante; presenza di 2 operatori di Vigilanza armata presso Triage e presso Camera calda h 24; adozione delle misure di contenzione, sia meccanica che farmacologica, nei casi previsti dalla procedura operativa in materia; formazione e addestramento specifici degli operatori in tema di aggressioni e gestione dei pazienti aggressivi con corsi strutturati in 4 livelli. Continua intanto la formazione e l’addestramento del personale oltre al supporto psicologico sé necesario.
Le iniziative a S. Orsola e Rizzoli Anche il Policlinico di Sant’Orsola ha adottato da tempo diverse iniziative come: servizio di vigilanza armata h24; impianto di videosorveglianza composto da 247 telecamere; un sistema di verifica degli accessi composto da 347 varchi controllati tramite badge e 18 porte automatiche; 24 impianti antintrusione; un impianto antiaggressione collegato al Centro Gestione Emergenze, composto da 8 pulsanti rossi. L’Istituto Ortopedico Rizzoli, nella stessa ottica, ha già adottato misure tra cui l’installazione di due pulsanti di emergenza e l’estensione della videosorveglianza.
La Lombardia punta sulle nuove tecnologie Non da meno le iniziative in Lombardia: sempre a proposito di tecnologie innovative, le nuove misure di sicurezza prevedono anche l’impiego di dispositivi come bodycam e smartwatch. Il nuovo pacchetto anti-aggressione della Regione è stato presentato quasi in contemporanea con l’accordo emiliano, e precisamente il 12 marzo, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari. Vi si prevede, fra l’altro: installazione di pulsanti antiaggressione nei PS, sperimentazione di appositi smartwatch, body cam in dotazione agli operatori di Areu e potenziamento della videosorveglianza.
Gli infermieri categoria più a rischio Anche qui i numeri registrano un inquietante crescendo: nel 2024, stando ai dati elaborati dall’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario Lombardo, si registra un incremento del 17,7% delle aggressioni segnalate rispetto al 2023, con un totale di 5.690 episodi negli enti pubblici. Gli infermieri continuano a essere la categoria più colpita, con oltre il 60% degli episodi, seguiti dai medici.
Violenza fisica in oltre un quarto dei casi La violenza fisica rappresenta il 25,3% delle aggressioni, mentre la forma più comune rimane quella verbale (74,7%). Gli aggressori sono prevalentemente utenti (67,8%) e parenti dei pazienti (25,6%). Le aree di degenza risultano essere i luoghi più a rischio (+1,4% rispetto al 2023), seguite dai PS. Un dato significativo riguarda il servizio di emergenza-urgenza territoriale, dove le aggressioni fisiche e verbali risultano equivalenti.
Normativa e protocolli di sicurezza Vale la pena ricordare che la l. 113/20 prevede la procedibilità d’ufficio per reati di violenza contro gli operatori sanitari, con inasprimento delle pene e protocolli operativi con le Forze dell’ordine per garantire interventi rapidi. Con circolare del 18 ottobre 2024, Regione Lombardia ha indicato che le strutture sanitarie devono presentare denuncia alla Procura per episodi di violenza e supportare i professionisti aggrediti in fase legale.
Potenziamento della sicurezza Nel corso del 2024 è stata completata l’installazione di pulsanti nei PS di 22 ospedali nelle province di Milano, Lecco e Monza-Brianza. Questi dispositivi hanno funzionato in 424 episodi, con 182 interventi della Polizia e 242 dei Carabinieri. E’ stato inoltre approvato un documento di indirizzo per la prevenzione e gestione della violenza verso gli operatori sanitari, con indicazioni su classificazione della violenza, monitoraggio degli eventi, gestione del rischio e azioni preventive strutturali, tecnologiche e organizzative.
Bodycam e smartwatch Anche qui le novità tecnologiche offrono un ottimo supporto, nel rispetto dei diritti di tutti: ad oggi sono già state distribuite circa 400 bodycam per gli operatori dei mezzi di soccorso, e altre saranno distribuite nei prossimi mesi. Si tratta di strumenti fondamentali utilizzati su base volontaria e nel rispetto della privacy, attivabili soltanto in caso di aggressione. Da gennaio, ASST Pavia ha avviato la sperimentazione degli smartwatch per il personale di pronto soccorso dell’Ospedale di Vigevano (poi estesa alla “Papa Giovanni” anche per le cure domiciliari). Il dispositivo, dotato di un pulsante SOS e GPS, permette il contatto immediato con la Centrale attiva 24/7, che allerta le Forze dell’ordine in caso di emergenza.