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Le nuove frontiere e i nuovi standard del turismo alberghiero in Italia

La pubblicazione dei dati di Banca d’Italia sul turismo in Italia nel 2022, avvenuta a giugno di quest’anno, attesta che la quota del nostro Paese sul valore globale del turismo internazionale è passata dal 3,9% del 2021 al 4,5% del 2022, con il maggior contributo alla ripresa venuto da USA e Germania. La spesa dei turisti stranieri in Italia è tornata ai livelli pre-Covid (44,3 miliardi) portando il surplus della bilancia turistica a 18,2 miliardi.

In attesa dei dati relativi al 2023, che si auspicava come l’anno record del turismo in Italia, abbiamo chiesto un bilancio del periodo estivo a Roberto Necci, Vicepresidente Federalberghi Roma e Presidente del Centro Studi Federalberghi Roma, e imprenditore alberghiero, che ci ha illustrato anche l’evoluzione dell’offerta ricettiva.

Qual è stato il bilancio della stagione appena conclusa?
Parlando di Roma posso dire che il bilancio è stato positivo e siamo soddisfatti, soprattutto in termini di qualità dei flussi turistici, fatta di persone consapevoli, esigenti, orientate a vivere esperienze e non solo a considerare le strutture come un semplice punto di appoggio. Spesso tali flussi sono legati ad eventi di fama e prestigio internazionale, come la Ryder Cup, conclusasi il 1° ottobre e che, di fatto, ha chiuso una stagione iniziata a marzo. La Ryder Cup è diventata uno dei più grandi eventi sportivi del mondo. Ogni due anni, 24 dei migliori giocatori di golf provenienti da Europa e Stati Uniti si affrontano in partite play, attirando un pubblico di milioni di persone in tutto il mondo, che seguono via media, ma che si recano anche fisicamente alla manifestazione. È un evento che trascende lo sport, accompagnato per esempio dalla grande sfilata delle squadre in piazza di Spagna, che non ha coinvolto soltanto gli atleti, ma anche vertici CONI, istituzioni e personalità del mondo dello spettacolo. Questa tipologia di eventi dà un impulso notevole all’economia portando un grande indotto, tanto che noi auspichiamo che accadano più spesso, perché abbiamo dimostrato che le strutture ricettive sono in grado di rispondere a queste specificità e ad una domanda con caratteristiche ben precise.

Gli alberghi e la ricettività sono pronti, ma le grandi città, Roma in questo caso, offrono servizi adeguati ad ospitare flussi così specifici, targettizzati, internazionali e spesso molto esigenti?
Roma è una grande città e attrae per sua natura turisti di qualità. Certamente lo sforzo deve essere congiunto alla Pubblica Amministrazione. I numeri sono positivi in generale, anche su fasce e tipologie diverse di fruitori, ma bisogna intervenire su infrastrutture, trasporti, sicurezza e decoro. Più sono garantiti, sviluppati e ben gestiti questi quattro aspetti essenziali, più la città richiama visitatori disposti a tornare più spesso. Le difficoltà in questo senso sono sotto gli occhi di tutti, ma non riguardano solo i turisti. Parliamo di servizi che in primis vengono richiesti dai cittadini stessi e che dovrebbero essere prioritari per ogni amministrazione che abbia a cuore il proprio territorio. Il decoro e la sicurezza in particolare sono indubbiamente il primo e più importante biglietto da visita di qualsiasi luogo.

Ampliando la riflessione all’intero Paese, come valutate la stagione estiva appena trascorsa?
A livello Italia è andata mediamente bene, anche se dobbiamo distinguere il prima e dopo Ferragosto, soprattutto per i nostri connazionali. Dal 15 agosto sono infatti intervenuti gli aspetti di macroeconomia che tutti conosciamo molto bene, ovvero l’incertezza derivata dall’aumento dei tassi di interesse, le bollette e i mutui alle stelle, che hanno generato tensione e ristretto la capacità di spesa. Per quanto riguarda le presenze si è registrato un 50% di Italiani e stranieri, anche se nelle grandi città, citando ad esempio ancora Roma, il 75% del fatturato è stato generato dai turisti internazionali, a riprova verosimilmente di quanto appena detto.

I turisti hanno però lamentato anche un eccessivo aumento dei prezzi. Qual è la vostra posizione in proposito?
Rispondo da imprenditore, ma anche da cittadino che va in vacanza e quindi da utilizzatore finale. Bisogna investire moltissimo sul rapporto qualità/prezzo, evitando qualunque tipo di attività speculativa. Mi sono confrontato spesso anche con i colleghi in Federalberghi su questo aspetto, convinto che non si possa aumentare il prezzo se non si aumentano contestualmente la qualità, il numero, la tipologia dei servizi. Un innalzamento ingiustificato dei prezzi danneggia non solo l’immagine, ma anche la possibilità di intercettare flussi virtuosi.

Quali sono i servizi che i clienti richiedono e apprezzano maggiormente? Come cambia la fruizione delle strutture?
Rispetto al passato la clientela esige che ci sia una ristorazione di alto livello anche all’interno delle strutture. La qualità del cibo e del beverage diventa fondamentale in una concezione di hotel che sia anche uno spazio dove vivere relazioni e contatti umani e dove potersi immergere in esperienze, di degustazione o di benessere. Il bar dell’albergo, per esempio, è ormai diventato un luogo di incontro, di ritrovo, di affari. Anche l’utenza business non è più legata esclusivamente all’utilizzo di sale meeting, ma necessita di spazi di confronto diversi. L’offerta deve diventare sempre più creativa ed accattivante, per i turisti e i businessmen stranieri, ma sempre più spesso anche per gli italiani.

I servizi di pulizia, igiene e sanificazione quanto incidono sul gradimento di una struttura?
Sono sempre stati molto importanti, ma dopo la pandemia sono fondamentali, tanto da non potersi permettere di avere un punteggio sotto al 10. La consapevolezza e la sensibilità su questi temi sono aumentati e si richiede sempre il massimo negli standard di pulizia e igiene. In relazione alla diversa fruizione degli spazi, che spesso vanno allargati per le nuove modalità di utilizzo, come per la hall o il bar a cui si faceva riferimento, è necessaria una pulizia studiata specificamente per ogni singolo ambiente. Basti pensare alla sala ristorazione, dove si servono colazione, pranzo e cena, per rendersi conto di quanto debba essere diversificata e meticolosa la pulizia.

Come vengono gestiti questi servizi?
Nelle nostre strutture sono gestiti in outsourcing con un contratto d’appalto storico, il cui capitolato viene rivisto in relazione al manifestarsi di nuove necessità. Avvalersi di società esterne con un know how specifico vuole essere un’ulteriore dimostrazione di attenzione al cliente e di rispetto degli standard di qualità. Il dialogo tra i nostri housekeeper e le imprese che effettuano il servizio è costante e consente di rispondere alle diverse esigenze in modo rapido ed efficace.

In un settore sempre più diversificato e complesso, è necessaria una formazione sempre più specifica. Cosa è richiesto oggi ad un manager o ad un operatore alberghiero?
Innanzitutto, bisogna sottolineare in modo chiaro ed inequivocabile che non c’è più spazio per l’improvvisazione, come poteva avvenire in passato. I manager devono necessariamente avere sempre più un respiro internazionale, con competenze adeguate. A tal proposito Federalberghi Roma è tra i soci fondatori di ITS Turismo Academy, una struttura che offre formazione post diploma nei diversi rami dell’ospitalità, fornendo anche docenti e materiale didattico. Il percorso di studi è finalizzato a favorire l’inserimento occupazionale attraverso stage che portano alla conferma nel 90% dei casi. Come Centro Studi Federalberghi Roma inoltre svolgiamo incontri ed offriamo servizi informativi agli operatori nei vari ambiti in cui l’azienda deve muoversi, da quello fiscale a quello legale e finanziario.

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