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La robotica nel cleaning

All’ultima edizione di Forum Pulire si è parlato a lungo dell’automazione applicata alla pulizia professionale. Ormai è una strada segnata che cambierà il nostro modo di concepire le operazioni di pulizia soprattutto in determinati comparti, come la  GDO.

Non c’è più dubbio, l’onda della robotizzazione sta montando: questa tendenza è visibilissima dove i robot sono utilizzati sia per le mansioni afferenti al core business (catene di produzione, ma ormai anche banconi del supermercato), sia per quelle, come la pulizia, non immediatamente riferibili all’attività core.  Se ne è parlato diffusamente, e non a caso, anche all’ultima edizione di Forum Pulire: nel mondo del cleaning l’automatizzazione è già a buon punto, ed esempi che fanno scuola si possono trovare anche nell’industria e nella GDO, che sono ambienti di lavoro perfetti per le macchine pulitrici intelligenti. Pensiamo anche solo alla distribuzione degli spazi, con le lunghe corsie, i corridoi e l’organizzazione “geometrica” e ordinata dei percorsi. Questo vale nell’industria, ma anche nei magazzini di stoccaggio dei centri commerciali, oltre che –perché no?- nelle parti aperte al pubblico.

Le soluzioni Ica System: Ra 660 Navy Cleanfix e Fybots XL

Il robot RA 660 Navy Cleanfix, per citarne uno, è fra gli esempi più calzanti in questo senso. Distribuito in Italia da Ica System (che offre anche un servizio personalizzato di mappatura delle aree da pulire in funzione dell’autonomia del robot), è una macchina automatica tra le più innovative sul mercato, tanto da essersi aggiudicata, già al suo primo apparire, il premio Innovazione nella sua categoria alla fiera Issa Interclean di Amsterdam. In particolare, sono sempre di più le industrie che, sulla scia del Piano Industria 4.0, si dotano di questa straordinaria soluzione innovativa per il cleaning, insieme ad un numero crescente di imprese di pulizia che operano in contenti industriali, ma anche sanitari e commerciali. Le straordinarie caratteristiche tecniche, come gli 8 sensori per il rilevamento degli ostacoli, i sensori antiurto interni che fanno fermare la macchina in caso di urti accidentali,  il laser per la mappatura dell’area e rilevamento ostacoli con visibilità a 190° e fino a 20 mt in campo libero, e 2 sensori per visibilità del vuoto (ad esempio per scalini e buche) si migliorano ancora: fra l’altro è stata introdotta una nuova batteria al litio in grado di ricaricarsi in 3 ore in luogo delle 7 attuali, o il laser potenziato per rese ancora più efficaci e precise. E la sua particolare costruzione le permette di pulire anche negli angoli più stretti.

Come si anticipava in precedenza, altro fiore all’occhiello è la mappatura, a cura di Ica System, che prevede: possibilità di memorizzare fino a 99 mappe (vale a dire aree di lavoro) diverse. Ciò è molto utile, ad esempio, per strutture complesse come sono i centri commerciali; le mappe vengono create in funzione dell’autonomia del robot; le mappe, inoltre, possono essere anche modificate successivamente se vi è la presenza di ostacoli nuovi. Non dimentichiamo poi, sempre tra i super smart cleaning robot, la spazzatrice Fybots XL, con tecnologia di navigazione interna, auto posizionamento in tempo reale, auto adattamento all’ambiente e agli ostacoli che si presentano sul percorso. Il sistema operativo, con grande intelligenza integrata, realizza un’analisi completa dell’ambiente attraverso varie caratteristiche della macchina. Versatile, economica ed efficiente, si adatta a svariati tipi di ambiente. Le spazzatrici robot di Fybots sono in grado di funzionare indipendentemente fino a 12 ore in modo completamente autonomo e di programmare la raccolta di rifiuti di dimensioni fino a quelle di una lattina.

Complementare al lavoro degli operatori

Il lavoro del pulitore è molto più complesso di quanto in prima battuta si potrebbe immaginare, e difficilmente, almeno a breve-medio termine, la robotica sarà in grado di sostituire del tutto il lavoro dell’uomo a parità di efficacia e in modo economicamente conveniente. Più che altro si parla di complementarietà del lavoro. Per il personale non si tratta di uno scomodo concorrente, ma di una preziosa opportunità: è anche l’occasione di far crescere le competenze dei capicantiere e degli operatori, e di fornire un servizio ottimale e completo. Morale: il nostro settore è, come sappiamo, ad elevata automazione. Ma nella stragrande maggioranza dei servizi ci sembra indispensabile l’interazione fra macchina e intelligenza umana. In luogo di una completa sostituzione della forza-lavoro, che è realisticamente infattibile, noi (e le stesse aziende produttrici di robot) vediamo più probabile un infittirsi delle interazioni uomo-macchina, con una conseguente, indispensabile necessità di maggiore formazione degli operatori, che dovranno -questo sì- essere sempre più qualificati per poter svolgere un lavoro sempre più integrato.

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