HomesanitàWorld Toilet Day 2019: salute a rischio nei bagni degli uffici

World Toilet Day 2019: salute a rischio nei bagni degli uffici

 

Secondo una ricerca internazionale commissionata da Initial, il 33% utilizza lo smartphone in bagno e il 12% porta addirittura il cibo alla toilette.

Il 19 novembre ricorre il World Toilet Day, istituito dalle Nazioni Unite nel 2001: una giornata nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni verso le molte persone che ancora vivono senza servizi igienici adeguati. Sebbene il bagno ed in generale i sanitari siano oggi dati per scontati, sono invece ancora molti i paesi in via di sviluppo dove anche solo l’uso dell’acqua corrente è una conquista. In Occidente, d’altro canto, sebbene la maggior parte delle persone abbia la possibilità di permettersi servizi igienici, sono ancora sottovalutate alcune buone pratiche comportamentali, soprattutto nei luoghi di lavoro, dove sia la mancata pulizia periodica dei servizi sia la scarsa manutenzione possono scoraggiare i lavoratori ad una corretta igiene.

A tal proposito Initial, azienda tra i leader mondiali in servizi per l’igiene, ha realizzato una ricerca internazionale per indagare le abitudini dei lavoratori e il loro rapporto con i servizi igienici nei luoghi di lavoro. Dalla ricerca emerge che l’84% degli intervistati sostiene di lavarsi le mani dopo aver utilizzato i servizi, ma il 37% dello stesso campione ammette anche di non lavarle quando è di fretta. Scenario reso ancora più interessante da due fattori curiosi: il 33% degli intervistati utilizza lo smartphone quando va alla toilette e il 12% addirittura porta del cibo in bagno, a testimonianza di come l’utilizzo dei servizi igienici venga spesso associato ad altre attività che nulla hanno a che fare con l’igiene personale.

Dati questi presupposti, non è forse un caso che il 42% degli intervistati dichiari di non stringere la mano a persone che sono appena uscite dal bagno.

Inoltre, dallo studio emerge un altro dato importante: il 49% degli intervistati dichiara di pranzare alla propria scrivania, contribuendo ad una modalità comportamentale che favorisce una maggiore diffusione di germi.

Ma cosa possono fare i datori di lavoro per i propri dipendenti per diminuire i rischi? Una delle motivazioni date da chi non si lava le mani è la mancanza di sapone o salviette/asciugamani (20%), mentre il 16% ammette di uscire subito dal bagno a causa dei cattivi odori. Sebbene le buone abitudini igieniche dipendano in primis dal singolo individuo, le condizioni soddisfacenti in cui si trovano i servizi e la sensibilizzazione rispetto all’importanza della pulizia delle mani possono giocare un ruolo importante nella prevenzione di rischi per la salute.

Fonte: Comunicato Stampa

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