Homesanità"Se ricicli di più, paghi di meno"

“Se ricicli di più, paghi di meno”

LE INIZIATIVE IN CORSO NELL’AZIENDA U.S.L. N°8 DI AREZZO

In questo contesto, l’Azienda USL 8 di Arezzo non è nuova ad iniziative volte alla riduzione della produzione complessiva di rifiuti, nonché all’aumento della % di raccolta differenziata.
Nel Piano Attuativo Locale 2008 – 2010 dell’Azienda Sanitaria aretina è stato infatti inserito, fin dalla sua prima stesura, un Piano di Recupero Ambientale che prevede tra i suoi Macro – Obiettivi quello di ridurre la produzione totale di rifiuti e migliorare il sistema di raccolta differenziata.
Partendo dal concetto che ogni rifiuto è una risorsa ed in quanto tale occorre mettere in campo le opportune azioni per valorizzarlo, la USL 8 ha quindi iniziato ad implementare le “reti” interne di raccolta differenziata all’interno delle proprie strutture sanitarie.
E’ poi del Novembre 2008 la partecipazione attiva dell’Azienda Sanitaria aretina alla III settimana dello sviluppo sostenibile, promossa dall’UNESCO nell’ambito del più generale “DESS – Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005 – 2014”, campagna mondiale proclamata dall’ONU e coordinata dall’UNESCO, allo scopo di diffondere valori, conoscenze stili di vita orientati al rispetto per il prossimo e per il pianeta.
La settimana dello sviluppo sostenibile ha consentito alla USL 8, tra le altre cose, di intraprendere campagne di sensibilizzazione dei dipendenti sul tema riduzione rifiuti – raccolta differenziata nonché di mostrare le potenzialità del sistema di raccolta differenziata all’interno delle strutture di una Azienda Sanitaria.
Quindi sensibilizzazione degli operatori e % virtuose di raccolta differenziata; ovvero gli obiettivi ultimi indicati dalle politiche ambientali in tema di rifiuti negli ultimi decenni. Nell’esperienza della USL 8, al contrario, questi sono stati utilizzati come punti di partenza e considerati fattori stimolanti, propedeutici della politica ambientale interna all’Azienda Sanitaria aretina.

Ed infatti alla USL 8, iniziato il processo di sensibilizzazione ed apprezzata la potenzialità della raccolta differenziata all’interno delle strutture sanitarie, si è partiti per creare le condizioni per la “contabilizzazione” dei rifiuti.
La priorità è stata individuata nella ristrutturazione dei Depositi Temporanei di rifiuti solidi assimilabili agli urbani e, tra questi, è risultato a sua volta prioritario il Deposito del Presidio Ospedaliero San Donato di Arezzo. I lavori, conclusi di recente, hanno riguardato sia opere edili ed impiantistiche che di allacciamento alle reti tecnologiche ed a sottoservizi. La ristrutturazione si è resa necessaria per esigenze aziendali volte ad ottimizzare gli spazi inerenti l’area del deposito rifiuti e soprattutto per organizzare il deposito stesso in modo tale da rendere potenzialmente possibili, da parte degli operatori dell’Ente Gestore del servizio di raccolta rifiuti urbani, le attività di “contabilizzazione” dei rifiuti ovvero la pesatura dei rifiuti raccolti ed avviati allo smaltimento.

Sono state quindi create le condizioni, dal lato del grande produttore di rifiuti qual è una Azienda Sanitaria, per poter rendere possibile quanto previsto dai vari D LGS 22/97 (c.d. Decreto Ronchi), D LGS 152/2006 (c.d. Testo Unico Ambientale), DPR 27 Aprile 1999 n°158. Il prossimo passo dell’iter intrapreso dall’Azienda U.S.L. n°8 di Arezzo sarà il confronto con Enti Locali ed Enti Gestori dei pubblici servizi in questione per dare attuazione a quanto previsto sul tema in oggetto dalla normativa vigente.

 

 

 

tabella 3

 

CONCLUSIONI

In Ingegneria, si sa, conta l’ordine di grandezza ed è altrettanto noto che quando si devono raggiungere obiettivi specifici e concreti contano di più o meglio hanno priorità più alta i soggetti che più pesano nel raggiungimento del traguardo posto.
Quasi mai si sente dire ma le Aziende Sanitarie sono, tranne rari casi, le aziende più importanti nel contesto territoriale di riferimento; non solo, ma sono anche le aziende che producono più rifiuti.
Quindi le pianificazioni in tema di politiche rifiuti del territorio non possono fare altrimenti che destinare alle Aziende Sanitarie un ruolo di assoluto primo piano, pena, ed è quello che è successo negli ultimi decenni, il “quasi scontato” non raggiungimento degli obiettivi imposti dalla normativa.
Ma l’aspetto “quantitativo” non è il solo aspetto che rende interessanti le politiche rifiuti all’interno delle Aziende Sanitarie.
Infatti, in primo luogo, se il raggiungimento di obiettivi importanti in termini di raccolta differenziata venisse premiato con uno sconto della Tassa Rifiuti, le Direzioni Aziendali sarebbero messe nella condizione di poter innescare un interessante circolo virtuoso: agli obiettivi dati ai Direttori dei Presidi Ospedalieri in termini di determinate % di raccolta differenziata, ed al loro raggiungimento da parte di questi ultimi, farebbe seguito la contrazione dei costi da sostenere dalle Aziende per la tassa di raccolta e smaltimenti rifiuti solidi urbani (TARSU); quindi il budget così liberato potrebbe essere “girato” dalle Direzioni Aziendali ai vari Presidi Ospedalieri in virtù dei risultati raggiunti e qui messo a disposizione dei Direttori di queste strutture per mettere in atto interventi o investimenti volti, facendo capire in modo diretto ed operativo che un rifiuto è veramente una risorsa, a promuovere ed incentivare in un modo nuovo la raccolta differenziata all’interno delle Aziende Sanitarie.

In secondo luogo, le azioni messe in campo in tale contesto dalle Aziende Sanitarie avrebbero, in virtù dello straordinario effetto divulgativo verso operatori e degenti, indubbi effetti indotti positivi nel contesto territoriale di riferimento.
Concludendo quindi, si può affermare che per ottenere un “cambio del passo” significativo in tema di politiche rifiuti nei nostri territori occorre l’importante impegno sia di Enti Locali che di Enti Gestori dei relativi Pubblici Servizi, ma anche che le Aziende Sanitarie del contesto territoriale prendano coscienza della loro missione aziendale anche in temi come quello ambientale. Occorre cioè, come si è soliti dire, fare “sistema”, ovvero ripensare il modello organizzativo (governance) per la gestione rifiuti passando dal considerarlo come in mano ad un solo Ente a vederlo come coinvolgente in modo attivo i molteplici attori che prendono quotidianamente parte al raggiungimento degli obiettivi ambientali, imposti dalla normativa e non solo.

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