HomesanitàL'insicurezza in Sanità. Chi è sicuro in ospedale?

L’insicurezza in Sanità. Chi è sicuro in ospedale?

Focalizzando sul tema della sessione, per perseguire la sicurezza si ritiene fondamentale che la concezione dell’impiantistica si fondi sulla visione innovativa di ospedale e si adattati ad uno scenario tecnologico e gestionale in continua evoluzione. Nell’ospedale moderno sicuramente si evidenzia un binomio inscindibile: quello della realizzazione di “impianti sicuri” e nel contempo  di impianti finalizzati ad assicurare un maggior livello di sicurezza (impianto elettrico, impianto idrico e igienico sanitario, impianto scarichi, impianto di climatizzazione, impianto gas, impianto antincendio, video sorveglianza, controllo accessi, controllo ascensori, controllo frigoriferi, chiamata infermieri,  impianto di cablaggio strutturato, impianto citofonico, cerca persone, ecc.).

Come dice il titolo stesso della sessione, l’impiantistica si colloca proprio “tra medicina e ingegneria”, non solo perché la sicurezza degli impianti applicata alle particolari condizioni dei locali medici è un fattore qualificante dell’edilizia sanitaria, ma anche perché per “l’ingegneria” può valere quanto si applica alla medicina, per la quale la sicurezza risulta essere parte inscindibile di un’assistenza di buona qualità. E come per il governo clinico, si può parlare di “governo dell’impiantistica” se la sicurezza si persegue attraverso la realizzazione di opere di qualità ed eccellenza.

A tal proposito è appropriato ricordare il modello proposto dal programma di Ricerca del Ministero della Salute “Principi guida tecnici, organizzativi e gestionali per la realizzazione di ospedali ad alta tecnologia e assistenza” realizzata per iniziativa dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali e il cui rapporto conclusivo è stato presentato a fine 2003, nel contesto del quale venivano anche precisati i criteri generali di progettazione per l’ospedale moderno riguardo all’impiantistica:

  • Costante perseguimento del progresso tecnologico per superare gli inconvenienti
  • Ricerca della massima prestazione negli impianti
  • Perseguimento della massima efficienza energetica
  • Facilitare accesso, manutenzione e sicurezza in caso di fuori servizio delle diverse parti

Una concezione dell’impiantistica complessivamente basata sul concetto evolutivo di ospedale, e che contiene in se l’idea che la sicurezza impiantistica non è un concetto statico, ma mira a garantire il mantenimento dei livelli delle prestazioni di sicurezza nel tempo.

Una concezione simile può trovare applicazione solo tenendo presente capisaldi indispensabili, quali le norme tecniche (in continua evoluzione), che rappresentano riferimenti per la committenza, per i progettisti, per le società di consulenza, per gli installatori, per i gestori. Come anche i criteri di accreditamento, rappresentano elementi di garanzia ineludibili per la qualità delle strutture ospedaliere.

La prospettiva del “governo dell’impiantistica” può essere perseguita però più efficacemente anche se si possiede una visione di “sistema integrato” che riguardi sia i soggetti interessati (con la precisazione delle relazioni e la definizione di un assetto e di un’architettura stabile che tenga conto di mentalità, linguaggi, visione della realtà e delle priorità diversi), sia le varie fasi del processo (progettazione, installazione, certificazione e verifica delle conformità, utilizzo degli impianti e delle apparecchiature, gestione e manutenzione) [fig.1]

(Fig.1)

Un approccio sistematico e globale quindi che comprende e tende a integrare sia aspetti statici che dinamici (per garantire il mantenimento dei livelli delle prestazioni nel tempo) e che può essere applicato in vari ambiti e contesti per contribuire appunto alla realizzazione di un ospedale orientato alla sicurezza.

Un “mondo”, quello dell’impiantistica e dei soggetti ad esso correlati, che quindi non può non tener conto di essere uno dei settori tra i molteplici che compongono l’universo della complessità di un’organizzazione sanitaria e che deve assolutamente orientarsi rispetto agli assetti complessivi ed alle strategie messe in atto dall’Azienda riguardo alla gestione del rischio (nella tabella, si riportano ad esempio alcuni obiettivi strategici proposti nel 2006 alle aziende della Regione Emilia Romagna nelle linee di indirizzo sul tema della gestione del rischio dall’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale)

qSviluppare e diffondere la cultura della sicurezza, non punitiva, aperta all’apprendimento

q Prevenire dove già è possibile (linee guida, buone pratiche, nuove tecnologie, monitoraggi infezioni da struttura ed episodi epidemici..)

q Favorire la conoscenza empirica dei fenomeni

q Apprendere dall’esperienza (registrazione e analisi eventi)

q Integrare le informazioni provenienti da terminali diversi, per sviluppare la conoscenza dei punti critici del sistema

La consapevolezza da cui partire è che la molteplicità delle professionalità coinvolte nei temi della sicurezza può costituire una delle criticità del sistema, ma anche quella che dal perseguimento della integrazione fra gestori, tecnici e professionisti scaturisce un forte potenziale innovativo di cui tutta l’organizzazione può beneficiare.

A partire da temi molto definiti e specialistici possono essere messe in relazione esigenze di buona gestione e sicurezza relative a ‘risorse produttive’ (quali la struttura, gli impianti e le attrezzature) con esigenze della erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie.

Documentazione generale  disponibile su: http://asr.regione.emilia-romagna.it/

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O. Nicastro*, R. Cinotti*

* Agenzia Sanitaria e Sociale Emilia Romagna

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