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Come migliorare la qualità dell’aria interna in ambienti ospedalieri limitando l’inquinamento causato dagli impianti aeraulici

Il tampone una volta passato sul fondo della condotta viene sospeso immediatamente in una
provetta contenente volume noto di brodo nutritizio Brain Heart Infusion (BHI) allo scopo di rivitalizzare i germi stressati, posti alla opportuna temperatura e per il tempo insufficiente per la 1a moltiplicazione.

In laboratorio vengono effettuati i passaggi di volume noto su terreni specifici e selettivi ed incubati a temperature e tempi prestabiliti.

Il conteggio delle colonie viene espresso come CFU/100cm², ed effettuato in doppio per ogni parametro ricercato ed espresso come media dei valori riscontrati.

I valori suddetti possono poi essere espressi in CFU/g riferendosi ai valori rilevati nel corso dell’analisi quantitativa delle polveri depositate di cui al punto seguente.

4.  Osservazioni su dati rilevati in campo

Nel corso di un’ampia indagine condotta su un campione di condotte in nove diversi Ospedali, le analisi quantitative sul particolato aerodisperso e depositato  hanno evidenziato valori per il particolato aerodisperso varianti da 0,1 a  1,48 mg/m3, e per quello depositato da 0,02 a 7,09 g/m2, con medie complessive rispettivamente di 0,69 mg/m3 e 2,25 g/m2 . L’accumulo medio annuo è risultato oscillare da 0,03 a 0,43 g/m2anno, con una media generale di 0,22 g/m2anno. Esaminando l’andamento dei depositi del particolato si è constatato che talora questi decrescono dall’esterno verso l’interno e viceversa:  ovvero la presenza di detriti e polveri fin dalla fase installativa della rete aeraulica, date le dimensioni di piccole scorie di malta e mattoni presenti anche a valle di filtri assoluti .

In relazione alla filtrazione si è osservato come i filtri assoluti consentano un minor accumulo di particolato, che tuttavia sembra che non si traduca in minori concentrazioni di quello aerodisperso, fatto questo in parte imputabile alla posizione di alcuni dei filtri assoluti posti a valle dei punti di prelievo. Tuttavia la presenza di tali filtri sugli anemostati  rivela l’efficacia degli stessi al fine di migliorare sensibilmente la qualità dell’aria immessa, in particolare riducendo drasticamente la presenza di miceti, ed in misura minore anche dei batteri.

Questa apparente contraddizione può essere spiegata sia con una carente manutenzione dei filtri assoluti, che evidentemente richiedono sostituzioni più frequenti rispetto a quelle sovente adottate, sia con l’andamento estremamente variabile di tali parametri da punto a punto, influenzati dalla posizione in cui è fatto il prelievo, ed in particolare   se questo è eseguito a monte o a valle di tratti particolarmente polverosi e di turbolenza del moto dell’aria.

A conferma di ciò,  l’indagine visiva (videoispezione, Fig. 3) ha mostrato spesso situazioni di depositi di polvere  e detriti talora rilevanti.

Peraltro tale indagine ha permesso di evidenziare anche i seguenti aspetti inerenti le modalità di deposizione delle polveri :

  • il particolato più pesante tende a depositarsi nel tratto di condotta immediatamente a valle della UTA;
  • il condotto di tipo spiroidale agevola la formazione di depositi di polvere in corrispondenza delle ondulazioni delle spire;
  • detti depositi sono poi agevolati anche nei tratti dove il moto diventa particolarmente turbolento (curve, diramazioni, serrande, ecc.) nonché al piede dei tratti montanti.

Infine dagli esiti dell’esame granulometrico del particolato depositato, si rilevano percentuali assai consistenti di polveri respirabili (da un minimo del 17% fino al 56 %) ed inalabili (da un minimo del 24% fino al 53%), facilmente trasportabili in ambiente a causa delle loro ridotte dimensioni.

Per quanto attiene l’analisi microbiologica i valori di concentrazione nel particolato aerodisperso delle immissioni dei locali adibiti a sala operatoria, varia da 10 a circa 70 CFU/m3 Carica Batterica Totale .

Occorre inoltre sottolineare la presenza di Stafilococchi totali e di Coliformi totali nei campionamenti effettuati nelle reti aerauliche degli impianti più a rischio, ad esempio quelli a servizio delle sale operatorie, pre-sale, e rianimazione.

Le PAE, che spesso non sono state progettate/installate in posizione ideale, normalmente non vengono pulite, fatto questo confermato dai valori elevati di carica batterica e fungina oltreché dalla presenza di Stafilococchi Totali e di Coliformi Totali in parte talmente elevati da non essere leggibili con le diluizioni effettuate (valori confluenti).

La presenza di coliformi totali è risultata inoltre molto frequente anche nel particolato aerodisperso e depositato nelle condotte .

Le concentrazioni batteriche nel particolato aerodisperso nelle condotte sono variate da 0 a 30 CFU/m3 con un valore medio di circa 10 CFU/m3; le concentrazioni micotiche sono variate da 0 a 480 CFU/m3 con un valore medio di circa 50 CFU/m3. Alle immissioni le concentrazioni medie batteriche e micotiche sono risultate rispettivamente pari a 21 e 44 CFU/m3, mentre alle riprese queste sono risultate pari rispettivamente a 42 e 57 CFU/m3.

Le concentrazioni batteriche nel particolato depositato sono variate da 565 a 4.000.000 CFU/g con un valore medio di circa 380.000 CFU/g; le concentrazioni micotiche sono variate da 0 a 1.200.000 CFU/m3 con un valore medio di circa 76.000 CFU/g.

Se si analizzano i dati rilevati rispetto alla tipologia di filtrazione si conferma  che, sostanzialmente, una efficiente filtrazione può ridurre le concentrazioni, sia nell’aria che nel particolato depositato, di batteri ed in particolare dei funghi: tale aspetto appare ancor più evidente se si raffrontano i valori all’interno delle condotte con quelli in corrispondenza delle PAE.

Viceversa l’età degli impianti non sembra avere particolare influenza né sulle concentrazioni né sulle specie batteriche presenti. Rispetto alla umidificazione adottata, l’impianto  avente l’umidificazione a vapore, presenta in assoluto concentrazioni minori di batteri e funghi nell’aria a partire dalla UTA fino all’immissione, viceversa non si riscontrano effetti analoghi per il particolato depositato.

L’aria prelevata in corrispondenza delle bocchette di ripresa, risulta quasi sempre maggiormente contaminata rispetto a quella di mandata, eccetto che in alcuni casi, evidenziando che in taluni casi la causa maggiore del carico inquinante nell’aria ambiente non è da attribuire agli impianti.

E’ stata inoltre riscontrata una notevole variabilità dei risultati sia da punto a punto del medesimo impianto, sia nel tempo, anche con prelievi ripetuti dopo pochi mesi .

5. Conclusioni

La situazione si presenta assai complessa per le seguenti ragioni:

a)      l’aria in movimento nella condotta trasporta sia il particolato che proviene dall’aria esterna sia quello sollevato a causa della turbolenza del moto e/o all’accensione dell’impianto, e che si era depositato sul fondo della condotta stessa, i risultati sono quindi influenzati sia dalla qualità dell’aria esterna oltre che dalla qualità della polvere depositata ;

b)      qualitativamente sussiste una differenza, dal punto di vista microbiologico, tra le polveri aerodisperse e depositate; quest’ultime, infatti, rimanendo sostanzialmente indisturbate, fatta eccezione per le zone di turbolenza anzidette, tendono a divenire terreno di coltura per gli inquinanti, come si evince chiaramente dai risultati dei rilievi; ne consegue che un impianto avente una buona efficacia di filtrazione e/o un’umidificazione a vapore, rappresentate da basse concentrazioni di inquinanti nell’aria, può avere concentrazioni batteriche inaccettabili nelle polveri depositate;

c)      altro aspetto da tener presente è la diversa collocazione geografica degli impianti talora posti in centri storici e talora in aree periferiche, nonché sulla diversa collocazione della PAE (al piano terra/rialzato o ai piani più alti) e sulla protezione o meno agli agenti atmosferici: tali aspetti influiscono evidentemente nella qualità dell’aria in ingresso all’impianto;

d)      generalmente nelle polveri depositate i valori più elevati sono quelli delle cariche batteriche rispetto alle micotiche, in quanto quest’ultime, per le loro stesse caratteristiche, tendono ad essere più facilmente trasportate nell’aria in movimento; l’opposto evidentemente accade per le polveri aerodisperse;

e)      è bene ricordare che lo sviluppo di microrganismi è sempre legato alla presenza di condizioni favorevoli per quanto attiene temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria ;

f)       infine si intende segnalare come gli ingressi dell’aria nel circuito impiantistico dovrebbero avere attenzioni ed anche protezioni cui attualmente non viene dedicata la dovuta importanza.

Per quanto evidenziato appare assolutamente necessario assicurare la manutenzione igienica delle condotte con ispezioni (necessità di portine d’ispezione, almeno ogni 15/20 metri) e pulizie periodiche preventivamente programmate.

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Foto  1  – Condotta dell’aria con sportello di ispezione e attacco portasonda

per prelievo campioni di particolato aerodisperso

Foto 1 bis – Sonda inserita per analisi polveri aerodisperse

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Bibliografia

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*Dipartimento Tecnologie dell’Architettura e Design “P.L. SPADOLINI” , Università di Firenze


[1] Allegato XI al D.L.vo 626/94 Elenco degli agenti biologici classificati.

di G.CELLAI,  G.RAFFELLINI*

*Dipartimento Tecnologie dell’Architettura e Design “P.L. SPADOLINI” , Università di Firenze

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