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BIOPULITURA TECNOLOGIE quei batteri amici dell’arte… di restauro, spesso, si utilizzano soluzioni troppo aggressive rischiando di rovinare le superfci, mentre con le biotecnologie que- che mangiano lo sporco sta ipotesi è scongiurata perché vengono impiegati prodotti innocui e perdipiù a co- sto relativamente contenuto. Una “miniera” a basso costo I batteri, in effetti, rappresentano una mi- niera di funzioni metaboliche a basso co- sto, oggi ancora in gran parte inesplorate, a cui attingere per molteplici applicazioni. Particolare D’altra parte, quella di far rivivere le ope- dell’architrave della re grazie a organismi vivi è una pratica che porta della loggia inferiore: prima, sta prendendo sempre più piede, ed è or- durante e a restauro mai da diversi mesi, prima ancora dell’ap- fnito puntamento di Villa Giulia, oggetto di con- vegni (uno su tutti: “I batteri nel restauro”, svoltosi a Vicenza poco più di un anno fa), ri più attenti di queste pagine non si trat- giornate di studio (interessante quella sul ta di novità assolute. A patto che abbiano biorestauro dei Musei Vaticani tenutasi a buona memoria. Questo, infatti, è un tema 35 Roma nell’ottobre 2013) e addirittura te- in cui Gsa fu a suo modo pioniera, visto si di laurea. che già nell’agosto 2006, più di otto anni GENNAIO 2015 fa, parlammo proprio di biotecnologie ap- Una tesi sperimentale plicate alla conservazione e al ripristino di Come quella della giovane ricercatrice cas- opere d’arte. E mettemmo l’accento ap- sinate Martina Pontone, appena venticin- punto sul desulfovibrio, che allora faceva quenne ma già con una lunga esperienza le sue prime, timide apparizioni sulla sce- (almeno per ora) all’attività delle impre- Porta della loggia sul campo. Culminata in una tesi magistrale na delle pulizie “tecniche” di manufatti ar- se, ci ha visto sempre molto sensibili, f- inferiore della Casina Farnese di tipo sperimentale in biologia molecolare tistici. Detto en passant: è un tema, quello no a pochissimi mesi fa, quando presen- proprio sul biorestauro (relatore Giancar- della “manutenzione” delle opere d’arte, tammo una sperimentazione basata sul gel lo Ranalli, uno dei massimi esperti italia- che pur non essendo strettamente legato di agar e condotta nel Duomo di Milano. ni e internazionali in materia), che ha già dato un importante frutto: la statua di San Benedetto di padre Campi di Carrara, si- tuata nel chiostro del Bramante del mona- stero cassinate, miracolosamente scampa- ta ai bombardamenti della seconda Guerra mondiale, è stata rimessa a nuovo grazie proprio alla biopulitura. Il tutto con una tecnologia che più naturale non si può, basandosi sempre sul particolare (e sele- zionato) metabolismo dei microrganismi “amici dell’arte”. Gsa fu pionera anche in questo… A proposito: i nomi dei ceppi batterici che “vanno per la maggiore” sono ostici alme- no quanto effcace è la loro azione mangia- Statua di San sporco: pseudomonas stutzeri, desulfovi- Benedetto brio vulgaris… In effetti, però, per i letto- nell’abbazia di Montecassino
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