HomeNewsletterDa non perdere: Quaderno Consip piccole e medie imprese e non solo

Da non perdere: Quaderno Consip piccole e medie imprese e non solo

Il 18 maggio Consip ha pubblicato il n. I/2015 dei Quaderni Consip, dal titolo “Piccole e medie imprese tra opportunità e sfide: Consip e altri aggregatori, nuovi canali di accesso alla domanda pubblica”. Il Quaderno, a cura di Domenico Casalino, è scaricabile dal sito www.consip.it (lo alleghiamo sotto), e illustra il ruolo che il soggetto aggregatore può svolgere, e le opportunità che può offrire, a sostegno della partecipazione delle Piccole e Medie Imprese al mercato pubblico nel nuovo scenario di aggregazione della domanda.

Il Quaderno, in tutto 23 pagine, è suddiviso in 7 capitoli: Pmi in Italia: quante sono e cosa fatturano alla Pa; Small Business-Act, storia ed attualità; Pmi ed aggregatori della domanda; Consip e la partecipazione delle Pmi; Uno sguardo al futuro: le nuove direttive appalti per le Pmi; Conclusioni.

Molto interessanti, per le imprese, sono soprattutto i capitoli 4 (PMI ed aggregatori della domanda) e 5 (Consip e la partecipazione delle PMI). Innanzitutto Consip si dichiara consapevole del fatto che la limitazione della partecipazione delle PMI al mercato pubblico sia una tra le più rilevanti critiche mosse alle politiche di aggregazione della domanda. Si legge: “Un innalzamento delle dimensioni degli appalti e la conseguente imposizione di requisiti di partecipazione alle gare più stringenti in termini di fatturato possono costituire barriere all’entrata per le PMI. Non è un caso, quindi, se nell’ambito dei recenti provvedimenti di spending review, si sia rafforzato il ruolo dell’aggregazione della domanda ai fini del contenimento della spesa e, al contempo, cercato di porre un freno alla possibilità, da parte delle stazioni appaltanti, di inserire requisiti di partecipazione legati al fatturato. Ancora, è noto che le piccole imprese fondano la competitività sulla qualità, sull’innovazione, sulla capacità di rispondere in modo flessibile alle esigenze dei clienti. Vi sono dunque segmenti di mercato su cui le PMI possono competere ad armi pari – se non da una posizione di vantaggio – con le grandi imprese.

Infine, dal punto di vista delle imprese, soprattutto PMI, fattori di allontanamento dal mercato pubblico sono la complessità delle pratiche burocratiche legate alla partecipazione alle gare e il cronico ritardo nei pagamenti da parte delle amministrazioni. Tali fattori tendono senza dubbio a favorire i grandi attori del mercato, solitamente dotati di una più robusta struttura organizzativa, di più elevate capacità finanziarie, di maggiori possibilità di accesso al credito. A fronte di tali problematiche è indispensabile l’adozione di strumenti non solo volti a limitare i rischi, ma anche a trasformarli in opportunità, facendo del procurement, in particolar modo quello gestito da aggregatori della domanda, una leva in grado di favorire partecipazione e apertura dei mercati, anche e soprattutto nei riguardi delle PMI.

Il più importante di questi strumenti è senza dubbio la divisione in lotti – non a caso, pratica incoraggiata dalla nuova direttiva appalti. Suddividere un contratto in più lotti non solo abbassa i requisiti di partecipazione e riduce il rischio d’impresa degli aggiudicatari, ma può favorire operatori di minori dimensioni maggiormente specializzati su singoli segmenti di mercato (se lotti «merceologici») o a forte caratterizzazione territoriale (se lotti «geografici»). L’effetto della divisione in lotti può essere rafforzato inserendo nella documentazione di gara un vincolo al numero massimo di lotti che un singolo partecipante può aggiudicarsi nella stessa procedura. Si fa poi l’esempio di FM 4, una convenzione in cui, oltre all’aumento del numero dei lotti, sono previste ulteriori misure per favorire la partecipazione delle PMI, come il dimezzamento degli importi delle cauzioni provvisorie e definitive a carico del concorrente rispetto alle percentuali minimi richieste dal Codice dei contratti pubblici.

Il capitolo 5, poi, tratta in particolare del Mercato Elettronico, altra ottima opportunità per le imprese: lo sviluppo del Mercato Elettronico della PA – ovvero un mercato telematico per effettuare acquisti sotto la soglia di rilievo comunitario, in cui ciascun operatore del mercato, indipendentemente dalle dimensioni, riesca ad esporre i propri prodotti ed a proporre la propria offerta anche al di là della presenza fisica sul territorio – ha rappresentato una “pietra miliare” nel percorso di coinvolgimento del mercato della fornitura. Si ricorda poi il progetto Sportelli in Rete, attivato di agevolare l’accesso delle imprese, in particolare delle PMI, al Programma di razionalizzazione della spesa per la PA e, tramite questo, alla domanda pubblica. L’iniziativa, svolta in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza imprenditoriale, prevede l’attivazione, presso le Associazioni presenti sul territorio italiano, di sportelli di supporto alle imprese che forniscano informazioni e formazione per l’utilizzo degli strumenti del Programma e, in particolare, del Mercato Elettronico.
Nel corso del tempo -si legge sempre nel documento-, l’ambito di azione della Consip è stato caratterizzato da profonde innovazioni nelle modalità e nei meccanismi di funzionamento, volte a favorire lo sviluppo complessivo dell’eProcurement nazionale, attraverso la diffusione di metodologie innovative di acquisto ad elevato impatto sui processi di amministrazioni ed imprese.

Non mancano osservazioni su quanto resti, ancora, da fare. Tre sono i grandi filoni di intervento individuati: il recepimento delle nuove Direttive europee sugli appalti, che di fatto cambierà le regole sugli appalti pubblici; la revisione della spesa, con riduzione delle stazioni appaltanti; i pagamenti della PA, altro problema cronico del mercato pubblico in Italia.

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