HomenewsTracciabilità: via alle nuove norme, ma sui vecchi contratti si scatena il...

Tracciabilità: via alle nuove norme, ma sui vecchi contratti si scatena il caos.

Prenderanno il via il prossimo martedì 7 settembre le nuove norme per la tracciabilità sui pagamenti degli appalti per i servizi pubblici (e per tutti gli altri appalti con le pubbliche amministrazioni), ma è già scattata in anticipo  la polemica sul loro campo di applicazione che vede contrapposti Ministero dell’Interno e Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Il primo a favore dell’applicazione non retroattiva della norma, mentre il secondo determinato a far applicare la legge anche ai contratti già in essere.  Una questione non da poco, visto che in ballo ci sono sanzioni che vanno da multe salate fino al completo annullamento degli appalti, e che sta facendo discutere non poco il mondo dei fornitori di servizi.

La legge 136/2010, nata con lo scopo di evitare infiltrazioni criminali nel sistema degli appalti, stabilisce l’obbligo di ap­poggiare tutti i pagamenti lega­ti ad appalti pubblici su conti correnti dedicati.  “La norma – aveva precisato il ministero dell’Interno – sarà obbligatoria per tutti i contratti che saranno stipulati a partire da questa data, ma non riguarderà quelli già in essere”. Ma a contestarlo è arrivata l’Autorità di vigilan­za sui contratti pubblici (che è l’organismo indipendente che vigila sul mercato degli appalti di lavori, servizi e forniture) che per bocca del futuro presidente Giuseppe Brienza ha sostenuto invece la necessità di applicare le norme anche ai contratti già esistenti.  «Quella sulla tracciabilità – ha spiegato Brienza – è una nor­ma che incide direttamente sull’organizzazione della pub­blica amministrazione che deve strutturare in modo diverso i propri pagamenti è quindi ha un’applicazione generale e im­mediata», aggiungendo poi che dovrebbe essere nell’interesse di tutti che una normativa nata per combattere la criminalità trovi da subito la massima applicazione.

Nel mezzo della discussione rimangono i fornitori pub­blici e le stazioni appaltanti, che do­vranno districarsi tra le due in­terpretazioni rischiando però conseguenze pesantissime in ca­so di errore.

La legge 136 prevede infatti dure sanzioni per chi sceglie il contante, a comincia­re proprio dalla perdita del con­tratto: in caso di mancato rispet­to della tracciabilità infatti questo è risolto automatica­mente (sia  tra appaltato­re e pubblica amministrazione, che tra appaltatore e subappaltatore). Sono poi previste anche multe che vanno dal 5 al 20% del valore della transazione per i pagamenti in contanti e dal 2 al 10% della transazione se il paga­mento si appoggia a un conto corrente che non è dedicato.

L’associazione dei costruttori edili lancia l’allarme: “Si rischia  – afferma il Vincenzo Bonifati, dele­gato per il territorio – il blocco di tutti i paga­menti delle amministrazioni: la norma richiede infatti anche il Cup, il codice unico di proget­to, che oggi i contratti non han­no e senza il quale non c’è trac­ciabilità”.

A metter la parola fine alle polemiche sarà – forse – proprio l’autorità di Vigilanza, che si riunirà per discutere sul tema dopo l’elezione a presidente di Brienza programmata per l’8 di settembre.

ULTIME NEWS