HomesanitàCrescono le infezioni da parassiti, Anisakis in testa

Crescono le infezioni da parassiti, Anisakis in testa

 

Cresce il pericolo dei parassiti che si annidano negli alimenti causando infezioni anche gravi nell’uomo, ma cresce pure l’attenzione nel riconoscerli. È quanto emerso dal 39° Congresso Nazionale dell’Associazione di Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), che si è svolto a Rimini dal 20 al 22 ottobre 2010. Il parassita più conosciuto è l’Anisakis, che si annida in diverse specie di pesci ed è temuto soprattutto dagli amanti del pesce crudo come sushi, sashimi e alici marinate. Sono sempre di più le vittime dell’Anisakis: l’infezione può restare asintomatica, ma se il parassita invade le mucose provoca dolori addominali, nausea e vomito; se poi oltrepassa la parete di stomaco o intestino può dare addirittura reazioni allergiche o infiammatorie gravi. “Per fortuna oggi c’è molta più consapevolezza su questo tema: i medici, in caso di sintomi sospetti, pensano alla possibilità che si tratti di Anisakis e chiedono di fare i test diagnostici -ha spiegato Francesco Bernieri, responsabile del gruppo di studio di parassitologia dell’AMCLI- di fatto quindi possiamo dire che il numero di infezioni cresce, ma solo perché le stiamo diagnosticando di più e meglio”.
La buona notizia è che, grazie alla maggior attenzione dei medici nei confronti delle parassitosi, le infezioni si risolvono senza problemi nella stragrande maggioranza dei casi. “Resta però la necessità di tutelarsi dai parassiti seguendo piccole precauzioni -ha continuato Bernieri- alcune infezioni del passato, comuni fino agli anni ’60 o ’70, infatti, oggi sono scomparse grazie al miglioramento della qualità della vita e alla maggiore igiene. Sono invece arrivati parassiti legati al mutamento delle nostre abitudini alimentari, come l’Anisakis o l’Opistorchius, altro parassita che si trova nel pesce crudo e che di recente ha provocato una piccola epidemia di gastroenteriti in Val d’Aosta”. La prima regola per tutelarsi dalle parassitosi, secondo il ricercatore, è senza dubbio consumare pesce cotto o assicurarsi che sia stato congelato per 24 ore appena pescato, l’unico modo per essere certi di distruggere i parassiti nelle carni.

 

 
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