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Pulire Eurasia: perché esserci?

La situazione del comparto della pulizia professionale in Europa segue in modo sostanzialmente coerente la tendenza del mercato in generale, sia per il comparto industria che per quello dei servizi. Per parlare del mondo della fornitura di beni strumentali riferiti alle attività di pulizia indoor e outdoor in Europa si identificano in particolare due grandi paesi: la Germania e l’Italia. Per beni strumentali si intende macchine e attrezzature. I prodotti chimici, i cui fatturati concorrono in modo consistente al risultato finale dell’economia del settore, risultano essere più localizzati nei singoli paesi. L’esportazione di sostanze liquide, composte prevalentemente da acqua, non rappresentano una attività diffusa né economicamente vantaggiosa. Germania e Italia rappresentano nel mercato oltre il 70% del valore prodotto e utilizzato nel mercato europeo. Seguono Svizzera, Spagna, UK, Danimarca, ecc.

Per avere dunque un’idea abbastanza verosimile di quello che succede in Europa nel mercato del cleaning è sufficiente avere sottocontrollo le curve di tendenza dei produttori, nei singoli segmenti di questi due paesi.  Il report  riferito al mondo delle imprese di servizi integrati in Europa integra lo scenario. In questo ambito i primi 4 mercati sono rappresentati , sia nella domanda di macchine e attrezzature che di erogazione del servizio, rispettivamente da Germania, Francia, Italia e UK.

I dati più recenti indicano in Europa un numero di oltre 158.000 imprese di pulizia che assumono circa 3.75 milioni di addetti e che producono un fatturato complessivo di 62 miliardi di Euro. Il dato raccolto da EFCI contiene oltre ai dati di paesi  dell’Unione Europea anche quelli di Svizzera e Norvegia.  Il dato significativo è che in vent’anni dal 1989 al 2008 il coefficiente di penetrazione del mercato dei “contract cleaners” è passato in media dal 43% al 64% con qualche punta di eccellenza in Austria, Olanda, Spagna in cui si supera l’80%. Un’altra caratteristica interessante è che del totale delle imprese (158.000) circa il 90% impiega meno di 50 dipendenti . Nel corso degli ultimi 10 anni il numero delle imprese è cresciuto costantemente fino a raddoppiare. La tendenza a gestire in outsourcing alcune attività di servizi, tra cui la pulizia, ha prodotto oltre che una categoria altamente professionalizzata anche una significativa offerta di lavoro. Non dimentichiamo che il costo del servizi è rappresentato per oltre il 75% da costo di manodopera.

Un dato interessante emerge da un’indagine, commissionata da Afidamp in occasione del Congresso Nazionale Forum Pulire e sviluppata sul territorio nazionale. Il servizio gestito in outsourcing risulta di gran lunga più efficace rispetto alla gestione del servizio di pulizia in autoservizio. La formazione del personale e l’acquisto di  attrezzature professionali qualificano sensibilmente il risultato finale. Il grado di soddisfazione espresso dai clienti risulta, nel caso di servizio erogato in outsourcing, altissimo. 

Il mercato del cleaning per quanto riguarda la fornitura di beni strumentali, vive dopo anni di crescita incessante, spesso a 2 cifre,  un momento di rallentamento e per qualcuno di arretramento.  I produttori di riferimento registrano una situazione di stabilità con indici che oscillano a seconda della tipologia di prodotto  di qualche punto in crescita e in decrescita. Le spazzatrici perdono qualche punto (tra – 3% e -5%) laddove le lavasciuga crescono ( tra + 5% e +10%). Una fluttuazione generalizzata e in qualche modo armonica che riporta le cifre finali ad una sostanziale parità, soprattutto se si analizzano con gli stessi criteri sia  le unità che i valori di vendita prodotti. Il futuro viaggia verso due direzioni diverse, l’acquisizione di nuovi clienti in mercati emergenti e l’incremento di domanda determinata da una maggiore qualificazione degli erogatori di servizi, sia interni che in outsourcing.

Il luogo nel quale queste informazioni e soprattutto le loro interpretazioni si condividono utilmente sono le fiere. Un luogo di partecipazione di grande efficacia per il settore, l’unico nel quale ci si confronti con lealtà e verità.  Le fiere svolgono, al di là della funzione commerciale  e di rappresentazione del settore, il ruolo di catalizzatore e concentratore delle tendenze. Dopo ogni fiera qualcosa cambia in quel mercato. Le attese sono oggi tutte concentrate su  Istanbul.  Esattamente dal 27 al 29 settembre si svolgerà la seconda edizione di Pulire Eurasia. Che dire? Le aspettative sono altissime. Al di là delle nuove intese, da quest’anno TESHIAD è partner ufficiale della manifestazione e rappresenterà il proprio comparto nella maniera più completa ed efficace. La Turchia è sempre quel luogo di sorprese e magie a cui le antiche fiabe ci hanno abituato, ma è anche un paese che cresce molto più velocemente dell’Europa, che si pone come interlocutore strategico tra oriente e occidente ed è un paese che ha fatto della cooperazione internazionale il proprio punto di forza nelle relazioni strategiche mondiali. Nell’ultimo biennio, la crescita del PIL turco ha infatti rivelato la piena ripresa economica, con un +9% nel 2010 ed un +8,5% nel 2011 (articolato in aumenti del 12% nel primo trimestre, il più alto al mondo, 8,8% nel secondo, 8,2% nel terzo, 5,2 nel quarto). La Turchia potrebbe essere il terzo produttore europeo nel settore del cleaning  e legittimamente si appresta ad ospitare a Pulire Eurasia l’itero comparto. Non mancheremo

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