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Il Green Public Procurement alla luce del “collegato ambientale”

Nella mattinata del 23 febbraio scorso, presso l’Auditorium del Ministero dell’ambiente, a Roma, si è tenuto un importante convegno sul “Ruolo del Gpp per le strategie di politica ambientale alla luce del “collegato ambientale” (legge n. 221/2015), organizzato dalla Direzione generale per il clima e l’energia (Cle). Come si ricorderà il “collegato ambientale”, uscito alla fine dello scorso anno e in vigore da inizio febbraio, è un testo assai complesso e articolato che contiene, fra l’altro, importanti disposizioni in merito agli acquisti della pubblica amministrazione. Fra i temi sviluppati a Roma: il “collegato” e l’impegno del Ministero dell’Ambiente, il Piando d’azione Gpp e il “collegato”, il recepimento della Direttiva appalti, il lavoro della commissione parlamentare sul “collegato”, la responsabilità sociale di impresa e gli appalti pubblici, le imprese della green economy e il Gpp. Due le tavole rotonde: la prima, dalle 11.30, su “Come applicare il Gpp: problemi e vantaggi”, moderata da Silvano Falocco di Ecosistemi; la seconda, in tarda mattinata, sul “Gpp” visto come “strumento per l’economia circolare, il clima, il consumo e la produzione sostenibile”, moderata da Riccardo Rifici del Ministero dell’Ambiente. Hanno partecipato fra gli altri Maurizio Pernice, direttore Cle, Barbara Degani (sottosegretario Mattm) gli onorevoli Silva Velo e Alessandro Bratti, rispettivamente sottosegretario del Mattm e presidente della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, Valentina Guidi (Presidenza del Consiglio), Maria Benedetta Francesconi (Mise), Edo Ronchi (Susdef), Gianluca Cocco (Regione Sardegna), oltre a Massimo Beccarello (Confindustria), Ida Angela Nicotra (Anac), Lidia Capparelli (Consip), Filippo Brandolini (Utilitalia), Daniela Carbone (Asstra), Giovanni Ravelli (Etira), Marco Cappellini (Social Footprint) e Franco Fontana (Cooperativa Insieme). Grandi protagonisti della discussione il nuovo modello dell’economia circolare, presentato da Alessandro Bratti come un modello economico “in cui i materiali e l’energia utilizzati per fabbricare i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili”. Il Piano d’Azione Nazionale per il Gpp è stato illustrato da Riccardo Rifici alla luce delle disposizioni della 221/15. Ha ricordato i CAM in revisione e i nuovi CAM in lavorazione (come i servizi di pulizia in ambito ospedaliero), riflettendo su quanto già fatto: si è consentito alle Centrali di acquisto di migliorare complessivamente i propri acquisti; rafforzato alcune politiche ambientali (efficienza nergetica, riduzione rifiuti e riutilizzo di materia, riduzione emissioni inquinanti) e fornito uno strumento potente per l’affermarsi di servizi, prodotti e produttori migliori e più competitivi. Rifici ha evidenziato anche gli aspetti ancora carenti: molte stazioni appaltanti non sono ancora sufficientemente preparate ad applicare i CAM, solo alcune regioni hanno un piano per l’applicazione del GPP, i produttori (soprattutto i piccoli) non sono abbastanza informati e quindi non sono abbastanza preparati a partecipare alle gare. Tra gli impegni per il futuro: migliorare le attività di comunicazione e formazione per l’applicazione del PAN GPP e dei CAM, rivolta, sia alla PA, che agli operatori privati; diffondere le “buone pratiche”, già messe in atto da alcune regioni, in tutta Italia; rivedere i CAM esistenti; approfondire il rapporto con le associazioni di categoria per fare emergere proposte innovative e approfondire la collaborazione con ANAC.

 

 

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