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Rodenticidi, un dossier per vederci più chiaro

In occasione del Forum Disinfestando online svoltosi lo scorso ottobre, è stato presentato il Dossier sui Prodotti rodenticidi. “Un’importante ricognizione sulla presenza attuale nel mercato italiano delle formulazioni di uso ratticida in uno scenario in cui le conoscenze appaiono ancora troppo generiche”, illustra Sergio Urizio. “Un censimento mai fatto sinora pensato per essere costantemente aggiornato e rivisto. E’ l’inizio di un percorso che Sinergitech e Aidpi porteranno avanti in sinergia.”

 “Ci sono situazioni nelle quali la consuetudine non ci consente di conoscere a sufficienza le dimensioni e le complicanze del problema di cui ci si occupa. Nello specifico del mondo della disinfestazione e della derattizzazione -così come vengono definite queste attività nella normativa nazionale vigente (ricordiamo che il quadro definitorio più completo è ancora quello del DM 274 del 1997, ndR), accade a volte che si affrontino problematiche complesse da diverse angolature, rischiando di perdere la conoscenza complessiva di ciò di cui ci si sta occupando”. A parlare è Sergio Urizio, presidente di Sinergitech, all’indomani dell’edizione 2020 di Disinfestando, che per l’occasione si è trasformata in un “forum online”.

Un lavoro importantissimo

Proprio da questa importante piattaforma, un riferimento nel settore della disinfestazione, Sinergitech, in collaborazione con Aidpi, ha presentato il Dossier Rodenticidi. E’ sempre Urizio a spiegarci di cosa si tratta: “Nel caso della attuazione del Regolamento UE n. 528/2012, e specificatamente di quanto inerente i prodotti biocidi appartenenti al PT 14 rodenticidi, le conoscenze apparivano piuttosto generiche. Per questo -continua Urizio- Sinergitech ha ritenuto opportuno avviare una ricognizione sulla presenza attuale nel mercato italiano delle formulazioni di uso ratticida, catalogandole in base alle sostanze chimiche, alle concentrazioni, alle autorizzazioni registrate, alle categorie di utilizzatori, fino agli usi specifici ed operativi sul campo. Per quanto li si possa trovare ovunque, infatti, del numero, diffusione e tipologia dei prodotti rodenticidi non c’era ancora un’idea precisa. In questa indagine, partita a gennaio, ci sono tutti i prodotti rodenticidi e ratticidi registrati in Italia, per un totale di oltre 300. Vi vengono indicati tossicità, utilizzi, ecc. Quando a fine luglio ne abbiamo accennato al viceministro della Salute Pierpaolo Sideri, anche lui si è meravigliato. Si tratta di un territorio ad oggi non del tutto definito: ognuno tende a conoscere solo i suoi fornitori. Qui invece i prodotti ci sono tutti, è un censimento completo e inedito.”

Gli autori

L’indagine, affidata a Riccardo Brusati e completata e rivista da Francesco Fiorente, entrambi esperti consulenti del settore, mette in evidenza dimensioni e caratteristiche per certi versi sorprendenti, con informazioni di grande interesse non sono per gli addetti ai lavori specializzati, ma per tutti gli osservatori coinvolti a vario titolo in tematiche ambientali e sanitarie.

Una guida per la sostenibilità

Si tratta in effetti di una “prima volta” nel contesto italiano, che rappresenta non soltanto una classificazione di pratica utilità per i disinfestatori, ma una guida ed un punto fermo per tutti coloro che operano e si interessano di ambiente, sanità e sostenibilità. Dice Urizio: “Sinergitech, in pieno accordo e sinergia con l’associazione Aidpi, proseguirà nella diffusione, nel completamento e nella revisione del dossier e nella sua distribuzione a tutti gli interessati”.

Puntualizzare le conoscenze: il contesto dei rodenticidi

Si parte da una disamina dello stato dell’arte relativo ai rodenticidi sul mercato italiano: rilevanza di topi e ratti per l’uomo, la sua economia e l’ambiente; formulati biocidi rodenticidi per il controllo dei roditori target; problematiche per l’impiego dei prodotti ad uso rodenticida.

Le norme in materia

Interessante anche il punto sul contesto normativo che regola la materia: dalle norme ECHA (European Chemicals Agency) Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche, alla Direttiva Biocidi (UE) 98/8/CE – abrogata, passando per il BPR (Regolamento Biocidi (UE) 528/2012), il 9°ATP del CLP (Regolamento (UE) 2016/1179) e l’Allegato XVII del REACH. Non mancano una rassegna dei criteri di esclusione, delle relative deroghe e dei rischi per l’utilizzatore finale e per la fauna selvatica.

I metodi di indagine

Si passa poi alla definizione dei metodi di indagine, con lo scopo di fornire, secondo le attuali conoscenze, indicazioni di carattere generale sui formulati rodenticidi immessi sul mercato nazionale: nome commerciale, tipologia del formulato, sostanze attive e loro concentrazione, identificazione della categoria di utilizzatore, ambienti di possibile impiego, ecc. L’indagine ha rilevato come esistano in commercio molti più prodotti di quanto ci si potesse attendere: su un totale di 317 autorizzazioni Biocide PT14, 189 di esse prevedono una sola denominazione commerciale. Il 40% (128 autorizzazioni) prevedono più di una denominazione commerciale.

I primi risultati: le sostanze attive

Per quanto concerne le sostanze attive, il 95% delle autorizzazioni sono a base di sostanze attive anticoagulanti di II generazione. Il 69% di queste presenta concentrazioni di s.a. pari allo 0,005% (207 autorizzazioni su 301). Il restante 5% è a base di altre sostanze. Il 38% delle autorizzazioni è base di brodifacoum, seguite dal bromadiolone (31%) e dal difenacoum (21%). Quanto alle tipologie di formulazioni, è emerso che il 40% delle autorizzazioni è formulata come “pasta fresca in bustine”. I blocchi paraffinati sono a pari merito con i formulati sfusi (di vario genere: grano, pellet o in bustine di sfuso) con il 28% delle formulazioni.

Gli utilizzatori “trained”

Veniamo ora alla tipologia di utilizzatori: il 65% delle autorizzazioni prevede di essere destinata a categorie di utilizzatori professionali (Professional e Trained Professional). Nell’insieme sono 314 le autorizzazioni che si rivolgono all’uso professionale (99%). L’uso non professionale (General Public), anche se non esclusivo, è previsto in 88 autorizzazioni (28%). La destinazione esclusiva per gli utenti non professionali è prevista solo in 3 autorizzazioni. I prodotti concepiti esclusivamente per i Trained professional sono il 5%, ma nell’insieme quelli che prevedono più categorie di utilizzatori (compresi i TP), e che quindi prevedono condizioni di impiego specifiche, sono 265 (84%).

Durata massima del primo trattamento

Nel 96% delle autorizzazioni, le condizioni di impiego prevedono che la durata massima del primo trattamento sia pari a 35 gg. I casi non dichiarati/non applicabili si riferiscono ai formulati gas o che generano gas. Ad ogni modo, un’indicazione circa queste tempistiche è sempre presente. Il 95% delle autorizzazioni non prevede l’impiego del formulato con la tecnica del “Pulsed Baiting”.

Consentiti per Uso Permanente a determinate condizioni

Il 69% dei formulati non riporta la possibilità di applicare la tecnica del “Permanent baiting”. Il 31% dei formulati consente tale tecnica, con riferimento alla categoria Trained Professional. Tenendo in considerazione le varie condizioni di applicazione (accorgimenti vari, ecc.), limitazioni dovute ai roditori target ed alle categorie di utilizzatore, la quasi totalità delle autorizzazioni consente l’impiego del rodenticida in ambiente interno. Medesima conclusione si può raggiungere per l’uso in esterno intorno agli edifici. Invece, per quanto riguarda l’uso in esterno aree aperte, tale applicazione è prevista nel 45% delle etichette. Per quanto riguarda la possibilità di ritrovare in etichetta impieghi in aree interne ed esterne (attorno agli edifici ed in campo aperto), sono 142 le autorizzazioni così predisposte. Altri usi particolari sono limitati a numeri inferiori di autorizzazioni: uso fognature (56) ed uso in discariche (77).

Roditori target

In considerazione degli scenari di utilizzo, emerge che le indicazioni di impiego per gli ambienti interni ed esterni attorno agli edifici tendono a coprire in maniera più completa le tipologie di roditori infestanti, sebbene Rattus rattus non sia sempre riportato sulle etichette assieme al Rattus norvegicus. Nelle aree aperte il Rattus norvegicus è il roditore per il quale sia hanno più possibilità di controllo, analogamente alle fognature ed agli edifici. Le arvicole sono prese in considerazione in maniera non significativa.

Un panorama molto articolato

Si tratta insomma di un panorama complesso e articolato, molto più variegato del previsto, che senza dubbio necessiterà di aggiornamenti e revisioni nel futuro. Gli anticoagulanti rappresentano il principale metodo biocida rodenticida. Al fine di applicare in maniera conforme i Rodenticidi, è necessario avere a disposizione ed approfondire le etichette anche prima dell’acquisto dei prodotti. Si rileva senza dubbio la necessità di rendere maggiormente disponibili le etichette ministeriali

Mappare i biocidi e ridurre le “zone d’ombra”

In sostanza si può iniziare a dire che, pur essendo un mercato fortemente orientato alle esigenze del Trained Professional, l’uso non professionale è ben rappresentato. La tecnica del Permanent Baiting non è attuabile mediante “automatismi”. Anche per quanto riguarda i tempi di impiego. Occorrerà comprendere meglio, in futuro, il ruolo del “Pulsed Baiting”, prestando particolare attenzione agli scenari di impiego ed ai roditori bersaglio. “Senza dubbio -conclude Urizio- una delle priorità sarà quella di mappare, nel futuro, la geografia dei biocidi per avere uno scenario sempre più chiaro e definito e ridurre ancor di più le numerose zone d’ombra”.

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