HomedisinfestazioneNon disinfestare : la globalizzazione del rischio

Non disinfestare : la globalizzazione del rischio

Ma che tenero topolino…

Ampio spazio è dedicato poi ai roditori commensali, soprattutto ratti e topi, che rappresentano un grave rischio per la salute umana specialmente per le fasce più deboli, la cui salute è già compromessa. Oltre all’asma e alle reazioni allergiche, di cui si è già parlato, i roditori commensali sono responsabili di diverse malattie trasmissibili dall’animale all’uomo: le epidemie di peste del passato erano spesso veicolate dal famigerato rattus niger, ma anche oggi i dati sono tutt’altro che tranquillizzanti, se è vero, come lo è, che oltre 200 milioni di abitanti del pianeta sono affetti da patologie riconducibili alla presenza di roditori, e all’appello rispondono nomi inquietanti come tifo murino, salmonellosi, leptospirosi. Anche i parassiti dei roditori causano gravi problemi: addirittura recentemente si è scoperta una relazione fra il topo domestico e un virus responsabile dello sviluppo del tumore mammario.

Per una puntura di zanzara…

Veniamo alle zanzare. Purtroppo non sono solo un fastidioso compagno delle nostre estati. Fra i misfatti sanitari di cui si sono rese responsabili alcune specie di zanzare (la tigre asiatica, ad esempio) vanno tristemente annoverati la febbre del Nilo, già ricordata, e il virus della cosiddetta encefalite di Saint Louis. Nonostante si tratti perlopiù di affezioni (tranne naturalmente quelle citate) ancora relativamente infrequenti in Europa e nel Nord America, esse rappresentano un rischio per i viaggiatori e si stanno pian piano diffondendo anche a latitudini inconsuete. Almeno 22 (!) sono i virus veicolati dalle zanzare, a riprova della pericolosità di questi insetti che pure fanno parte della nostra vita quotidiana. E’ essenziale, sottolinea l’OMS, incrementare la ricerca medica ed entomologica in questo campo.

Il “rischio” del volo

Anche gli uccelli fanno la loro parte. I numeri parlano da sé: tra il 1999 e il 2006 nelle città statunitensi quasi 20.000 persone sono state colpite dalla febbre del Nilo, e di queste 782 sono morte. Anche l’Europa ha pagato il suo tributo, soprattutto nell’est. Migliaia di casi di histoplasmosi e almeno 500 di ornitosi sono stati registrati negli ultimi decenni. A ciò si aggiunga che i colombi urbani sono portatori di agenti patogeni (campylobacter, escherichia coli, salmonella). Le patologie bird-related, vale a dire collegate all’azione di uccelli, sono trasmissibili mediante ingestione, aria, contatto diretto con gli uccelli o insetti parassiti del sangue come zanzare e zecche. Proprio a queste ultime è dedicato un importante approfondimento, soprattutto perché le malattie di cui sono responsabili, come il Lyme disease, sono in continuo incremento. Ma nell’elenco ci sono anche encefaliti e la terribile TBD, la febbre emorragica che nel 10% dei casi risulta mortale. Attenzione al controllo, dunque…

Le mosche: un pericolo sulla porta di casa

Un altro insetto presente laddove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie è la cimice del letto, la cui presenza è solitamente indice di povertà e di scarsa cultura igienica e può causare asma bronchiale. Ultime ma non certo meno pericolose, le mosche. 120.000 specie di mosche abitano l’ecosistema, e i costi sono notevoli: nel solo 2003, oltre 63.000 casi di salmonellosi sono stati registrati nella sola Germania e, negli USA, annualmente vi sono due milioni e mezzo di casi di diarrea batterica (124 i morti). Le mosche, infatti, sono portatrici di oltre 100 agenti patogeni attivi sull’uomo, compresi salmonella, E. coli 0157, campylobacter ed helicobacter. E si tratta di rischi anche prolungati nel tempo: le mosche domestiche, che ci appaiono tanto innocue (fatto salvo il fastidio di sentirsele ronzare intorno), possono mantenere l’e.coli per oltre un mese.

Le conclusioni

In conclusione: è necessaria un’attività che prenda inizio già dalla fase progettuale degli edifici, degli spazi, degli ambienti. L’uso dei prodotti pesticidi deve essere regolato il più possibile con norme anche restrittive, e soprattutto deve essere fatto da personale adeguatamente formato e addestrato allo scopo. La ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni devono essere incentivata, ma di pari passo deve svilupparsi l’attenzione alla sicurezza dell’uomo, degli animali e dell’ambiente.

L’appello è chiaro, ed ha una risonanza planetaria. Non resta che augurarsi che non cada inascoltato.

Per richiedere copia l’indirizzo è:

npap@cieh.org

Umberto Marchi

(tratto da “GSA” n.10, ottobre 2008)

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