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Cresce l’occupazione nelle imprese d’igiene ambientale – Studio Federambiente: +7,19% rispetto al 2004

Quasi tremila dipendenti in più rispetto al 2004: in netta controtendenza rispetto all’andamento del complesso delle attività economiche italiane, le imprese pubbliche d’igiene ambientale che applicano il contratto Federambiente hanno contribuito con un sostanzioso +7,19% alla salvaguardia e all’incremento dell’occupazione del settore, che ha superato la soglia dei 42.000 dipendenti, in grande maggioranza (81,4% operai). La gran parte degli ingressi di nuovi lavoratori avviene oggi con contratti a tempo determinato (33,3%) e di lavoro interinale (31,6%).

È un quadro dettagliato e ricco di spunti di riflessione quello che esce dallo studio Occupazione e costo del lavoro che Federambiente ha presentato il 20 giugno scorso a Roma in concomitanza con la sua 55a assemblea generale. A cinque anni di distanza dalla prima edizione del 2007, lo studio consente di verificare i notevoli mutamenti intervenuti, in un arco di tempo relativamente breve ma ricco di sconvolgimenti per l’intera economia mondiale, sia nel settore dell’igiene ambientale sia in comparazione con i diversi comparti industriali e dei servizi dell’economia nazionale.

Lo studio – che, dopo l’apertura del direttore di Federambiente, Gianluca Cencia, e l’intervento del presidente di Confservizi, Giancarlo Cremonesi, è stato presentato da Marco Pietrangelo, direttore del Servizio lavoro di Federambiente – è stato al centro di una tavola rotonda, moderata dal giornalista Gianni Trovati, alla quale hanno partecipato Tiziano Treu, vicepresidente della commissione Lavoro del Senato, Carlo dell’Aringa, docente di economia politica all’Università Cattolica di Milano, Paola Urso, dirigente del ministero del Lavoro, Adriano Sgrò, segretario nazionale FP-Cgil, Salvatore Cappello, amministratore delegato di AMA Spa Roma e vicepresidente di Federambiente, Marco Maria Camoletto, presidente di AMIAT Spa Torino. Una discussione nel corso della quale sono emersi vari argomenti, dalla ancora ridotta presenza femminile nelle imprese del settore al differenziale di costo, intorno al 4%, dei contributi previdenziali per i dipendenti iscritti all’INPDAP, che ancora sono maggioranza, rispetto a quelli iscritti all’INPS.

“Le imprese pubbliche d’igiene ambientale – ha affermato nelle conclusioni il presidente di Federambiente, Daniele Fortini – hanno rappresentato un saldo fronte di tenuta dell’occupazione, svolgendo un rilevante ruolo sociale senza per questo venir meno al dovere di ridurre i costi e di rafforzare la qualità del servizio. Le nostre aziende operano sul corpo vivo delle città e costituiscono un presidio indispensabile per la qualità della vita delle comunità locali”.

 

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