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Anche in Sicilia si può

(tratto da “Gsa Igiene Urbana” n.2, Aprile-Giugno 2010)

 

Un polo tecnologico di esempio per tutta l’isola. In una delle situazioni più degradate di una regione che sta registrando un record negativo nel campo della gestione dei rifiuti, l’impegno di un nuovo gruppo dirigente ha promosso a tappe forzate la riorganizzazione del ciclo in forma integrata.

 

La Sicilia dei rifiuti? Le immagini di cosa succede nell’isola che guarda al Mediterraneo sono quelle che difficilmente si cancellano dalla memoria: cumuli d’immondizia accatastati nei vicoli storici di Palermo, l’Esercito che è dovuto intervenire a Paternò per ripulire, con pale gommate e camion, i sacchetti lasciati a marcire da settimane. E una situazione insostenibile delle discariche giunta al collasso. Sul filo dell’emergenza nell’isola ricca di tesori archeologici e culturali, si vive oramai nella quotidianità. Parlare di rifiuti è storia di tutti i giorni, far fronte alle emergenze è oramai uno degli argomenti finiti nell’agenda politica del Governo della Regione, pronto a ridurre gli Ambiti Territoriali Ottimali con un disegno di legge che, proprio quando questo giornale sarà stato stampato, sarà già legge della Regione Siciliana. In questo panorama normativo che non certo lascia contenti proprio tutti, s’insinua la vera questione dei rifiuti: dalla raccolta allo smaltimento, dai sistemi per incentivare la raccolta differenziata agli impianti – pochi in verità – che fanno soffrire una situazione precaria. Già, precaria. Perché la Sicilia, di contro ad alcune regioni del Sud Italia che hanno dato il colpo di coda per la differenziata – come la Campania – rimane il fanalino di coda di tutto lo Stivale. Una percentuale che non supera il 20% a livello regionale e poche, pochissime, esperienze virtuose che dimostrano – e questo è l’altro lato della medaglia – come è possibile fare un’ottima raccolta differenziata. «Basta crederci e impegnarsi e i risultati arrivano da soli» dice l’amministratore unico dell’Ato Tp2 «Belice Ambiente Spa», Francesco Truglio. Nel lembo più a Sud-ovest della Sicilia, tra Petrosino e la Valle del Belice rinata dal violento sisma del ‘68, c’è una di quelle pochissime esperienze virtuose siciliane che nella terra dell’emergenza rifiuti, fa la differenza. E, senza nessuna autocelebrazione, a raccontare cosa è successo qui sono numeri e dati: nel 2005, proprio quando l’Ato Tp2 iniziò a gestire il servizio di raccolta negli undici comuni, la differenziata era al 9,02%, nel 2009 s’è arrivati al 26,68%. Eccola «Belice Ambiente Spa», l’altro lato del fardello nero che la Sicilia si trascina dietro per la differenziata mancata. Qui, invece, ai rifiuti come risorse ci hanno creduto. Dal 2007, in effetti, è avvenuto quello che in tanti non immaginavano, compreso i sindaci. Se chi aveva fatto muovere i primi passi alla società, e parliamo del primo presidente indicato dalla politica locale, s’era mosso timidamente nel campo della differenziata, l’arrivo dell’avvocato Truglio ha segnato la svolta. «Mi sono ritrovato davanti a un bivio – racconta – o continuare a guardare dalla finestra alle campane stradali che si riempivano di qualsiasi rifiuto, oppure attivare sistemi concreti per far aumentare la percentuale di differenziata». La sfida era dura ma ha appassionato questo avvocato quarantenne – una laurea alla Cattolica di Milano e tornato in Sicilia – che, confessa, prima di questa esperienza in «Belice Ambiente Spa» non s’era mai interessato di rifiuti. C’è finito dentro perché l’allora sindaco di Mazara del Vallo (la città che rappresenta il 33% delle azioni sociali), lo propose all’assemblea dei soci come tecnico. E i sindaci lo votarono. «Ho sempre riconosciuto questo mio ruolo come una missione sociale e per il territorio – dice Truglio – per dimostrare che anche qui è possibile impegnarsi e riuscire a centrare gli obiettivi. Se da un lato c’è stata una società d’Ambito, fatta di 250 uomini impegnati sul fronte della differenziata, dall’altro gli utenti hanno dimostrato un impegno concreto per arrivare, insieme a noi, ad un risultato di successo». Un patto etico-sociale tra la «Belice Ambiente Spa» e i 138 mila utenti dell’Ambito che Truglio racconta sempre quando illustra quest’esperienza siciliana in giro per l’Italia. Così è nata e cresciuta negli anni quella percentuale arroccata sotto il 10% nel 2005. Grazie a due sistemi che in altre parti d’Italia hanno già dato ottimi risultati. «Non abbiamo sperimentato nulla di nuovo, abbiamo soltanto portato qui ciò che già in altre regioni si mette in atto rendendolo compatibile con le esigenze e la struttura del territorio». Da un lato il sistema del “porta a porta” monomateriale, dall’altro l’apertura di centri di raccolta e di isole ecologiche. Il tutto combinato con due sistemi di premialità studiati su una semplice filosofia: «Più differenzi, meno tariffa paghi».

IL SISTEMA PORTA A PORTA

Un’attività di formazione a monte, quattro cassonetti domiciliari da quaranta litri, un pieghevole con le istruzioni per l’uso e via alla raccolta differenziata nelle famiglie. «Abbiamo voluto iniziare proprio dai comuni più piccoli – racconta Truglio – come Gibellina (4.468 abitanti), Poggioreale (1.649), Santa Ninfa (5.234) e Salaparuta (1.771), dove era per noi più semplice testare il nuovo sistema. Così abbiamo distribuito gratuitamente i quattro cassonetti di colore giallo (carta e cartone), blu (plastica), verde (vetro) e marrone (organico), (finanziati dall’Unione Europea), consegnando alle famiglie un dépliant con le istruzioni per l’uso e il calendario unico di ritiro. Come organizzazione aziendale abbiamo stabilito percorsi e utilizzo dei mezzi per ogni frazione nobile. La notte prima che è stato avviato il nuovo servizio “porta a porta” abbiamo tolto dalle strade i tradizionali cassonetti per i rifiuti solidi urbani, per non dare, così, nessun alternativa a chi non avrebbe voluto collaborare. Durante le prime settimane, tramite il nostro ufficio di comunicazione in sinergia con il Servizio Gestione Integrata dei rifiuti, abbiamo studiato difficoltà, errori degli utenti, ottimizzando la raccolta e l’utilizzo dei mezzi». Dai quattro paesi della Valle del Belice, dove oggi la differenziata s’attesta su quote che superano abbondantemente il 55%, il sistema è stato ampliato ad altri realtà. Il “porta a porta” è approdata a Vita (2.260 abitanti) nel febbraio 2008, a Marinella di Selinunte (frazione estiva di Castelvetrano) nel luglio 2008, a Campobello di Mazara (10,763) a settembre, in tre zone cittadine di Mazara del Vallo (coprendo circa 25 mila utenti), Partanna (11.373), Petrosino (7.545) e la zona del centro storico di Castelvetrano (3.800). Entro il 2010, questo è l’impegno dell’amministratore unico, sarà implementato il sistema “porta a porta” anche a Salemi e nelle rimanenti zone di Castelvetrano e Mazara del Vallo.

I CENTRI DI RACCOLTA E LE ISOLE ECOLOGICHE

Sul secondo binario, quello dei centri di raccolta e isole ecologiche, l’Ato Tp2 «Belice Ambiente Spa» s’è giocata l’ulteriore partita per una raccolta differenziata possibile. «Contestualmente all’avvio del sistema “porta a porta” abbiamo aperto i centri di raccolta e isole ecologiche in tutti i paesi dell’Ambito. Questo per dare un’ulteriore possibilità ai cittadini di fare la raccolta differenziata». Il sistema di premialità da un lato riconosce un’agevolazione economica sulla tariffa a tutti gli utenti di un paese che raggiunge quote scaglionate di differenziata; dall’altro offre un ulteriore canale d’agevolazione, quella individuale questa volta, che si può cumulare a quella collettiva. Ad ogni chilo di rifiuto conferito corrisponde un valore economico. L’utente si registra, ottiene un badge e a ogni conferimento gli vengono pesati i rifiuti. A fine anno il bonus accumulato viene dedotto sulla parte variabile della tariffa. «Questo sistema ha fatto sì che i tredici ecopunti, tra centri di raccolta ed isole ecologiche, venissero presi d’assalto dai nostri utenti. Perché far capire che i rifiuti sono una risorsa è stato il nostro obiettivo». Ecco perché questa filosofia aziendale, promossa da Truglio, prima da presidente del CdA e poi (quando l’assemblea dei soci, in virtù del contenimento dei costi della politica, recepì il decreto Lanzillotta, azzerando di fatto il CdA ed istituendo la figura dell’AU) da amministratore unico, è diventata la chiave del successo della società d’Ambito, una delle pochissime esperienze virtuose in Sicilia.

IL POLO TECNOLOGICO

Sin qui il servizio di raccolta differenziata che ha dato, senza se e senza ma, i suoi risultati in termini di recupero dei materiali. «Questo ci ha consentito di ottimizzare l’uso della discarica consortile, allungandone la vita. All’interno dell’impianto, tra l’altro, abbiamo attivato un sistema di trito-vagliatura del rifiuto che ci consente di effettuare un’ulteriore recupero di materiali sulla parte residuale del rifiuto, prima del conferimento in discarica». Sull’asse del recupero dei materiali si muove, dunque, la filosofia aziendale della «Belice Ambiente Spa», improntata – nei procedimenti, gare ed iter amministrativi – sulle linee guida di un ente pubblico e con una totale gestione in house, con mezzi e uomini propri. «Ecco perché abbiamo dato più poteri ai sindaci – dice Vito Bonanno, anche lui avvocato quarantenne e direttore generale dell’azienda – con l’assemblea intercomunale di controllo; per ogni procedimento individuiamo il responsabile; ogni procedura è fatta con trasparenza e per bandi pubblici». Obiettivi già raggiunti, altri prossimi e altri già programmati. Sulla scia della raccolta differenziata possibile e da rendere ottimale, guardando anche all’altra faccia del servizio, quella che guarda all’impiantistica. Contestualmente all’avvio dei sistemi di raccolta, la società ha investito negli impianti, «quelli che ci consentiranno di razionalizzare il costo industriale legato soprattutto al trasporto e alle piattaforme». Con attenzione si guarda oggi al Polo Tecnologico, un impianto da undici milioni di euro, a ridosso di un’ampia zona artigianale di Castelvetrano, che diventerà il fulcro centrale attorno al quale si muoverà la differenziata nell’Ambito. La posizione strategica – proprio al centro degli undici paesi – consentirà alla società d’Ambito uno smistamento ottimale dei rifiuti, essendo l’impianto riconosciuto come piattaforma. Ma non sarà questa l’unica novità. Perché il primo lotto funzionale, quello del compostaggio, consentirà da qui alle prossime settimane, alla «Belice Ambiente Spa» di trasformare l’organico raccolto nelle case degli utenti in compost di qualità. «Questo avrà un benefico effetto, facendo risparmiare sui costi di trasporto e conferimento presso le piattaforme private». Un’altra parte dell’impianto sarà destinata alla valorizzazione delle frazioni secche. Al Polo Tecnologico si guarda, dunque, con particolare interesse. Perché in quest’impianto – per ampiezza a capacità di trattamento dei rifiuti sarà il primo della Sicilia Occidentale – nascerà anche un centro di ricerca che consentirà alla «Belice Ambiente Spa» di strutturare rapporti di collaborazione con associazioni di studio e Università. una nuova frontiera che farà accendere su questo pezzo di Sicilia i riflettori della ricerca; a partire dai rifiuti, oggi annegati qui, nella terra di Pirandello e di Sciascia, nell’emergenza diventata, purtroppo, quotidianità.

 

 

Remo Canale

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