PFAS: AFIDAMP, in collaborazione con Chemsafe srl, ha organizzato un webinar informativo dedicato alla proposta di restrizione “universale” nell’ambito del regolamento REACH.
Il webinar, molto partecipato, è stato tenuto da Adriana Massaioli, che ha approfondito che cosa si intende esattamente per PFAS e perché la normativa europea si sta interessando a questo tema, che coinvolge anche i produttori e i distributori del settore del cleaning professionale.
I PFAS, come ha spiegato Massaioli, sono un vasto gruppo di composti noti per la loro persistenza ambientale e potenziali effetti sulla salute. Alcune di queste sostanze sono classificate come PBT (persistenti, bioaccumulabili e tossiche) o vPvB (molto persistenti e molto bioaccumulabili), mentre altre sono identificate come tossiche per la riproduzione. Molte sono incluse nella Candidate List come sostanze SVHC (Substances of Very High Concern).
L’Unione Europea, in tutela dell’ambiente e della salute, sta lavorando a una proposta di restrizione per i PFAS, con l’obiettivo di vietarne la produzione e l’uso. Cinque Paesi membri (Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia) hanno presentato la proposta all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA), evidenziando i rischi ambientali e sanitari legati a queste sostanze.
Durante il webinar è stata esaminata proprio questa proposta. I PFAS sono presenti in numerosi settori e prodotti, influenzando l’ambiente e la salute umana. Tra le principali fonti di esposizione si segnalano:
- Schiume antincendio
- Industria
- Rifiuti e trattamento delle acque
- Acqua potabile e alimenti
- Beni di consumo, come prodotti per la cura personale, imballaggi alimentari, abbigliamento impermeabile, utensili antiaderenti, mobili e tappeti.
Gli effetti sulla salute possono essere molteplici e causa di diverse malattie. La proposta di restrizione REACH mira a limitare l’uso e la produzione di PFAS per ridurne la diffusione ambientale e gli impatti sulla salute. Include:
- Divieto di fabbricazione, uso e commercializzazione di PFAS come sostanze autonome o in concentrazioni specifiche in miscele e articoli.
- Eccezioni limitate per alcune sostanze PFAS considerate biodegradabili in condizioni normali.
La proposta di restrizione potrebbe avere un impatto significativo anche sul settore della pulizia professionale, in quanto i PFAS possono essere presenti in una varietà di articoli e componenti: dai detergenti e finitori (cere) per pavimenti che utilizzano fluorosurfattanti, ai mop e panni in microfibra trattati con finiture idrorepellenti, fino alle attrezzature come aspiratori industriali e lavasciuga, che spesso impiegano filtri HEPA con membrane in PTFE e guarnizioni o tubazioni realizzate in fluoropolimeri per garantire resistenza chimica e durata operativa.
Il percorso normativo sta andando più lentamente del previsto anche perché i settori interessati dall’utilizzo dei PFAS sono moltissimi, per esempio: tessile, imballaggi per alimenti, prodotti cosmetici, placcatura di metalli, ecc.
La consultazione pubblica dell’ECHA si è svolta tra marzo e settembre 2023. Sono arrivati oltre 6.000 commenti e il Comitato di Valutazione dei Rischi (RAC) e il Comitato di Analisi Socioeconomica (SEAC) stanno valutando le restrizioni con un approccio settore per settore. Un metodo per razionalizzare la vastità delle considerazioni arrivate, che però comporta che le conclusioni possano essere al momento solo provvisorie. Solamente dopo aver preso in esame tutti i settori le conclusioni potranno essere considerate definitive.
Ulteriori discussioni e proposte di modifica sono previste fino a giugno 2025, con una possibile entrata in vigore della restrizione, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, tra il 2028 e il 2029.
Il webinar completo è disponibile per gli associati nella sezione FORUM del sito AFIDAMP.