HomeArticoliRicerca e sviluppo nel cleaning, la carta vincente contro le “ICA”

Ricerca e sviluppo nel cleaning, la carta vincente contro le “ICA”

Le ICA, infezioni correlate all’assistenza ogni anno, in Italia, mietono migliaia di vittime e non accennano a “mollare la presa”. L’unico rimedio sta nello sviluppo costante di macchine, prodotti, attrezzature e soluzioni per il cleaning professionale sempre più efficaci.  

Quella alle ICA, Infezioni correlate all’assistenza -più propriamente definite “infezioni ambientali” – è senza tema di smentite la sfida epocale dell’igiene ospedaliera dei nostri giorni.

Contro i tagli lineari… Una partita sempre più difficile da giocare ad armi pari, anche alla luce del progressivo (e costante) contenimento delle spese -soprattutto in termini di tagli lineari- che ormai da tempo, in Italia, caratterizza le politiche di ogni parte e colore: la sanità pubblica, regolarmente definanziata nonostante gli sforzi più o meno efficaci dei governi negli ultimi venti anni,  vive una difficile stagione che ormai è documentata in tutti i suoi aspetti dalla stampa, in congressi ed in tutti i consessi pubblici.

…c’è la forza della ricerca: unico rimedio per difendere il “Piave” Vi è però una frontiera che la sanità pubblica deve difendere come il suo “Piave”, ed è proprio quella del controllo ed il contrasto alle “ICA”, su cui nonostante le mille difficoltà non ci si può permettere di retrocedere di un passo. Proprio come gli eroi della Grande Guerra. Ora, la relazione strettissima fra il livello della qualità igienica degli ambienti ospedalieri e le ICA non è certo una scoperta di oggi, e non è nemmeno più in dubbio, anche scientificamente parlando.

Una granitica certezza: la relazione c’è! Ormai è certo, infatti: laddove il livello igienico è più basso, più alte sono le infezioni ospedaliere correlate, come ampiamente documentato da diverse ricerche, fra cui la più recente è “Le infezioni correlate all’assistenza: studio eziologico dei patogeni e delle sepsi, loro distribuzione territoriale, valutazione dei fattori e dei costi correlati”, promossa dall’Organismo Nazionale Bilaterale Servizi Integrati (ONBSI) e presentata a fine 2023.

Gli studi scientifici Lo studio, che rappresenta il seguito ideale del precedente, pionieristico lavoro “Igiene e infezioni ospedaliere: una relazione quantitativa”, a cura di un’equipe di ricercatori della Fondazione per la Sussidiarietà, dell’Università di Bergamo e del Crisp Università di Milano Bicocca, reso noto in un convegno di grande interesse già a Issa Pulire 2014, dimostra nero su bianco, con dovizia di dettagli e dati tratti da varie fonti autorevoli, la forte correlazione (inversa) fra la spesa in pulizia e igiene ospedaliera e i costi, sociali ed economici, dovuti alle infezioni contratte durante la degenza. La brutta notizia è che i dati sulle ICA non accennano a calare significativamente: è chiaro, dunque, che per ottenere risultati concreti bisogna investire di più, e soprattutto agire sul versante della ricerca di nuovi prodotti, sistemi e soluzioni per l’igiene in ambito sanitario. 

Gli alleati in questa “battaglia” senza esclusione di colpi Ora, visto che di guerra si tratta, il punto è capire su quali “armi” si può contare. Ciò che è certo è che il comparto dei produttori per il cleaning professionale e le imprese di servizi ha un ruolo importantissimo da giocare in questa partita: macchine, prodotti e attrezzature per la pulizia professionale nelle varie aree di rischio sono alleati fondamentali per la lotta alle “ICA”, e lo sviluppo di soluzioni innovative è inarrestabile. Le indicazioni per una corretta ed efficace gestione delle pulizie in ambito sanitario non mancano, a partire dalle (anch’esse pionieristiche) linee guida ANMDO uscite proprio per Edicom nel 2009.

Igiene ospedaliera? Non un mero costo… Tutto, del resto, sembra indicare che l’igiene in ospedale non deve essere considerata un mero costo economico (come purtroppo viene ritenuta, anche a livello centrale…), ma un investimento in pulizia, sanificazione e anche formazione del personale che va a beneficio sia della salute dei pazienti, sia di quella del personale sanitario e, perché no, degli stessi visitatori. Dal canto loro le imprese hanno spesso messo l’accento sull’importanza di investire in innovazione e formazione, in ricerca e in nuove strategie per affrontare la sfida con successo.

Un contesto con le sue peculiarità Senza addentrarci nello specifico delle soluzioni proposte dal mercato (questo spetta di diritto ai produttori, subito di seguito), vogliamo sottolineare una volta di più come le operazioni di pulizia in ospedale siano molto diverse da quelle di altri ambienti, e necessitino quindi di un impegno ad hoc già in fase di progettazione, ricerca e sviluppo. Non che altrove non sia importante l’igiene, ma qui parliamo di strutture e contesti che richiedono un approccio rigoroso e professionale, con procedure specifiche per affrontare rischi altrove inesistenti, o non così gravi.

Igiene senza compromessi Insomma, si tratta di ambienti in cui non è possibile accettare alcun tipo di compromesso: il personale deve essere qualificato e formato all’utilizzo di strumenti avanzati e detergenti certificati, progettati specificamente per la sanificazione degli spazi ospedalieri. I piani e le frequenze di pulizia devono essere ben studiati e programmati, i materiali e i prodotti devono essere testati e ben calibrati a seconda delle aree di impiego: ogni zona dell’ospedale, infatti, presenta esigenze specifiche, senza che ciò giustifichi però un “calo d’attenzione” da nessuna parte.

L’importanza della giusta prevenzione E così, se da un lato le aree critiche e ad alto-altissimo rischio, come per esempio i blocchi operatori e le terapie intensive, necessitano di una sanificazione profonda, dall’altro anche gli spazi comuni devono essere mantenuti puliti e igienizzati con cura per evitare la diffusione di agenti patogeni, anche trasmessi per mezzo del personale o dei visitatori provenienti dall’esterno.

A volte il diavolo… sta nei dettagli Senza contare che, oltre alle superfici, anche le strumentazioni mediche, e perfino le stesse attrezzature utilizzate per pulire, dovranno essere oggetto di igienizzazione e sanificazione accurate. Se è vero, insomma, che il “diavolo” si nasconde nei dettagli, non si può negare che proprio gli angoli, i punti-oscuri, i particolari apparentemente innocui possono risultare responsabili della proliferazione di agenti patogeni che una volta diffusisi sono pressoché impossibili da estirpare. Ecco perché è quanto mai necessaria la giusta azione preventiva. Sentiamo cos’ha da dirci in proposito il mercato.  

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