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Qualità dell’aria per rendere sicuri gli ambienti indoor

AIISA (Associazione italiana igienisti sistemi aeraulici) ha da poco pubblicato un dettagliato Position paper sul Campionamento microbiologico degli impianti aeraulici, con cui definisce la propria posizione ufficiale su un’operazione fondamentale per la sicurezza degli ambienti indoor di vita e lavoro. Il documento, redatto sulla scorta dell’esperienza sul campo delle imprese associate, è fondamentale specie in un momento come questo. Particolare attenzione al capitolo sulle “superfici”.    

Mai come in questi ultimi anni, per i motivi che nostro malgrado ben conosciamo, la qualità dell’aria è salita agli onori della ribalta. E finalmente, aggiungiamo noi, perché si tratta di una componente fondamentale per la sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro. La domanda è sempre la stessa: ci voleva una tempesta come quella del Covid per scuotere la sensibilità dell’opinione pubblica, dei decisori istituzionali e del mercato su questioni tanto rilevanti? Il “Position paper” AIISA Evidentemente sì, purtroppo. Ma attenzione: adesso che il picco emergenziale sembra ormai alle spalle, l’auspicio è quello che si faccia tesoro della lezione. Il che significa, parlando di qualità dell’aria, mantenere alto il livello di guardia sui temi correlati all’igiene degli impianti aeraulici, a partire dalle superfici. Lo sa molto bene AIISA, l’Associazione italiana igienisti impianti aeraulici, che ha sempre sottolineato la centralità della questione e proprio nei giorni scorsi ha pubblicato un importante “Position paper” sul “Campionamento microbiologico degli impianti aeraulici”. Il Presidente di Aiisa ing. Gregorio Mangano ci sottolinea la particolare importanza di un documento che fa chiarezza su un delicato aspetto nelle operazioni di pulizia e bonifica degli impianti aeraulici.  In tal modo l’associazione definisce la propria posizione indicando tutte le operazioni relative a questa importante operazione, coerenti con il Protocollo Operativo, che derivano dall’esperienza ultradecennale maturata sul campo da parte delle imprese associate.

Occhio… all’ispezione visiva
I campionamenti microbiologici -ricorda AIISA- devono essere effettuati prima dell’intervento di bonifica, in fase di ispezione tecnica iniziale e/o dopo l’intervento di bonifica, in fase di verifica postuma. Qualora durante l’ispezione visiva si rilevassero evidenti segni di contaminazione fungina, depositi di particolato o detriti, non sussisterebbe la necessità di procedere al campionamento microbiologico delle superfici interne all’impianto e dell’aria da esso erogata. In tal caso, infatti, l’evidente compromissione dello stato igienico dell’impianto richiederebbe un intervento di bonifica.

Campionamenti: quando necessari?
Quando invece si rendono necessari i campionamenti? Ad esempio, laddove l’ispezione visiva non abbia rilevato evidenti depositi di particolato o segni di contaminazione fungina, ma sussistano dubbi oggettivi circa l’effettivo stato igienico dell’impianto; oppure se il committente chiede espressamente l’esecuzione dell’esame o anche, viva raccomandazione dell’Associazione, ove si ispezioni un impianto per la prima volta.  I campionamenti microbiologici servono anche ad effettuare un confronto dei dati del campionamento pre e post bonifica a e verificare la riduzione logaritmica degli agenti microbiologici presenti.


Raccomandazioni utili…
Proprio per motivi di raffronto è opportuno effettuare i campionamenti sulle stesse matrici (es.: superfici, aria) e monitorare nel tempo gli stessi punti di prelievo. In considerazione della variabilità stagionale delle concentrazioni di molti microrganismi è necessario, al fine di confrontare i risultati ottenuti in diversi campionamenti, associare i principali rilievi microclimatici, quali temperatura e umidità relativa. Deve inoltre essere sempre riportato il riferimento alla persona che ha effettuato il campionamento. Pur consapevole della difficoltà dei committenti nell’accettare il costo e l’aggravio di tempo dovuto alla ripetizione dei campionamenti, AIISA raccomanda di proporlo sempre, spiegandone le ragioni. Altra importante raccomandazione è quella di utilizzare laboratori di comprovata affidabilità e accreditati Accredia.

Il campionamento delle superfici
Dopo queste utili raccomandazioni generali si apre lo specifico capitolo relativo alla “Procedura per il campionamento microbiologico delle superfici”. Tale operazione viene effettuata tramite l’uso di slide, spugne, tamponi (specialmente nel caso di superfici irregolari), o tramite piastre da contatto (nel caso di superfici lisce e regolari). Sul Protocollo Operativo, sono riportati i punti su cui eseguire le operazioni, per esempio si raccomanda di eseguire il campionamento almeno in un punto ogni 100 metri di distribuzione di canale, e di procedere ai prelievi su almeno il 10% delle unità locali. Le operazioni di prelievo devono essere effettuate ad impianto spento.

Le indagini microbiologiche
Le indagini microbiologiche interesseranno le cariche batteriche e micetiche totali. Nel caso in cui si volesse indagare la presenza di specifici patogeni o allergeni (se ad esempio sono riferiti casi di reazioni allergiche di uno o più occupanti l’edificio) è consigliabile effettuare anche una analisi qualitativa per l’individuazione di particolari microrganismi. A titolo esemplificativo, si potrà indagare la presenza di batteri patogeni (quali Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa) e di microfunghi allergizzanti appartenenti ai generi Cladosporium, Alternaria, Penicillium, Aspergillus (quest’ultimo può avere anche effetti tossici).

Campionamenti con tampone
È consigliato campionare una superficie pari a 100 cmq. Per i campionamenti con tampone sulle batterie di scambio termico occorre individuare una superficie con area di campionamento il più possibile vicina a tale misura. Slide, spugne o tamponi devono essere analizzati quanto prima, preferibilmente entro le 4 ore, e devono essere conservati a + 4°C tolleranza ± 3°C. Comunque, non vanno superate le 24 ore dal campionamento. I singoli campioni vanno identificati in modo univoco, deve essere sempre possibile risalire al tipo di campione, al punto di prelievo, al giorno e orario di campionamento.

Come interpretare i risultati
Per quanto concerne l’interpretazione dei risultati, occorre dire che non esistono valori di riferimento assoluti per le cariche batteriche e micetiche totali su superfici, pertanto nel caso in cui, in fase di ispezione tecnica si siano effettuati i campionamenti di superficie, i risultati andranno confrontati con quelli effettuati post-intervento, per verificare che le attività di sanificazione hanno prodotto una riduzione dei microrganismi pari ad almeno il 60%.  Altresì, si specifica che non esistono al momento metodi accreditati per ricercare, da parte di un laboratorio pur accreditato Accredia, flore microbiche e fungine rapportate al peso di polvere che le contiene. Sarà il laboratorio stesso che certificherà questa analisi utilizzando un suo metodo normato.

Interventi di sanificazione
Nel caso in cui sia stata fatta un’indagine di tipo qualitativo per l’individuazione di specie patogene o allergizzanti e si rilevasse la loro presenza, ciò sarebbe indicativo della necessità di procedere con un intervento di sanificazione/bonifica. Per i valori di riferimento, è necessario consultare il Protocollo operativo. AIISA raccomanda, per una corretta valutazione dei risultati, di indicare sempre le condizioni termo-igrometriche rilevate in fase di campionamento delle matrici.

Il documento completo  si può scaricare anche da questa pagina     

 

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