Il sistema sanitario italiano si trova ad affrontare sfide sempre più complesse, tra l’invecchiamento della popolazione, la necessità di contenere la spesa pubblica e il bisogno di migliorare la qualità delle cure.
di Matteo Nevi, Direttore generale Assosistema Confindustria
La sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) dipenderà dalla capacità di innovare i modelli di gestione, ottimizzare le risorse e investire in tecnologie che garantiscano un’assistenza efficiente ed equa per tutti i cittadini.
L’evoluzione della spesa sanitaria
Negli ultimi dieci anni, la spesa sanitaria pubblica in Italia ha attraversato diverse fasi, influenzate da politiche di bilancio, crisi economiche e, più recentemente, dalla pandemia di COVID-19. Dal 2010 al 2019, il Servizio Sanitario Nazionale ha subito un definanziamento significativo, con una crescita della spesa inferiore all’inflazione. La pandemia ha portato a un aumento delle risorse disponibili, infatti nel 2020, il finanziamento è cresciuto di circa 6 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, raggiungendo il 7,3% del PIL, anche a causa della contrazione dell’attività economica. Questo incremento è stato strettamente legato alle esigenze emergenziali dettate dalla crisi sanitaria. Cosa succede invece a partire dal 2022? Nel 2022, il finanziamento del SSN è stato fissato a 126 miliardi di euro, con un incremento di 2 miliardi rispetto al 2021. Per il 2023, la Legge di Bilancio ha previsto un ulteriore aumento di 4 miliardi, portando il totale a 128 miliardi di euro. Di queste risorse aggiuntive, 1,4 miliardi sono stati destinati a coprire i maggiori costi energetici, mentre 200 milioni sono stati allocati per l’aumento degli stipendi degli operatori del pronto soccorso. Per il 2024, il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) ha ricevuto un incremento di 2,3 miliardi di euro, portando il totale a circa 134 miliardi di euro, nel 2025, il FSN crescerà di ulteriori 2,5 miliardi di euro, raggiungendo 136,5 miliardi di euro, L’ultimo anno del triennio vedrà il più significativo incremento, con 4,2 miliardi di euro aggiuntivi, portando il FSN a 140,6 miliardi di euro.
Sono sufficienti queste risorse per garantire la funzionalità dell’intero sistema sanitario del paese?
La risposta è No, ma è molto più complessa rispetto alla domanda. Questo ci offre l’opportunità di trattare nelle argomentazioni alcuni temi relativi alle transizioni che il paese Italia sta vivendo e che in qualche modo gravano anche sul SSN, come il problema demografico e della previdenza. In primis possiamo dire che il finanziamento non è sufficiente per il terzo paese più vecchio al mondo, ci sono 14 milioni di pensionati e 7 milioni di bambini, ma al tempo stesso dobbiamo anche dire che allo stato attuale e senza riforme strutturali non è possibile aumentare ancora di più la spesa per una sorta di insostenibilità demografica dell’Italia. In Italia per ogni lavoratore c’è una quantità tale di pensionati che fa sì che la previdenza di fatto assorba tutte le altre spese del welfare, per essere precisi per ogni pensionato abbiamo solo 1,6 lavoratori, questo fa sì che l’Inps riceveva, oltre a tutti i contributi previdenziali, 165 miliardi della fiscalità generale. Oggi l’Italia spende per la Sanità il 6.3% del PIL, mentre quelli che spendono meno in Europa sono gli Inglesi con 9,5% del Pil. Ho deciso in questo articolo di portare all’attenzione dei lettori su come il tema della spesa pubblica in sanità passi inevitabilmente anche per la gestione degli acquisti di servizi e forniture da parte delle Centrali di Committenza Regionali. Il Codice degli appalti e il suo correttivo, sebbene finalizzati a garantire trasparenza, spesso inducono a privilegiare il massimo ribasso, penalizzando la qualità dei servizi e delle forniture rese ai pazienti e cittadini. Questo approccio può compromettere la sicurezza dei pazienti, peggiorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e ridurre l’efficacia delle cure.
Quali strategie potrebbero migliorare l’efficienza della spesa sanitaria
La spesa pubblica nel Sistema sanitario va sostenuta da riforme strutturali dirette ed indirette, come ad esempio il codice appalti, che facciano leva anche sulla qualità delle cure e quindi sulla qualità dei servizi al SSN. Quello che si chiede quindi anche al Sistema Sanitario è di garantire una spesa il più efficiente possibile rispetto ai fabbisogni, che non significa in concreto spendere meno, ma spendere meglio i soldi utilizzando anche la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche per ottimizzare la spesa sanitaria. Negli ultimi anni, l’innovazione tecnologica ha aperto nuove prospettive per l’ottimizzazione della spesa sanitaria, grazie all’integrazione di intelligenza artificiale (IA), big data e sistemi di tracciabilità. Questi strumenti consentono di monitorare i consumi in tempo reale, migliorando l’allocazione delle risorse e prevenendo sprechi.
Se tradizionalmente il controllo della spesa si è concentrato sulle prestazioni cliniche e farmaceutiche, oggi è sempre più evidente l’importanza di una gestione efficiente anche dei servizi essenziali di supporto, come la lavanderia industriale, la fornitura di materiali per sale operatorie, la sterilizzazione dello strumentario chirurgico e la ristorazione ospedaliera. Uno dei limiti storici della gestione sanitaria italiana è la disomogeneità della spesa tra le Regioni. L’adozione di sistemi di analisi predittiva basati su IA e big data consentirebbe di calibrare meglio le risorse tra i diversi territori, favorendo una programmazione della spesa più equa ed efficiente, come ad esempio: migliore la pianificazione dei budget sanitari, con risorse allocate in base a dati reali; maggiore trasparenza e riduzione delle inefficienze, grazie alla tracciabilità dei processi e all’analisi dei costi effettivi; valutazione dell’impatto delle politiche sanitarie, utilizzando i dati per misurare l’efficacia delle scelte amministrative. L’uso dell’intelligenza artificiale nella sanità non è solo una questione di efficienza economica, ma rappresenta un cambiamento culturale nella gestione del sistema sanitario.