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La gestione dei colombi in città

I colombi presenti, ormai dovunque nelle nostre città, possono causare svariati problemi: è però possibile ridurne l’impatto attraverso l’utilizzo di metodi e tecniche specifiche per il loro controllo. Vediamo come.

Il piccione urbano o colombo urbano (Columba livia var. domestica, forma domestica del Colombo selvatico occidentale, Columba livia, Gmelin 1789) è da secoli un abitante delle nostre città e costituisce una presenza fissa in quasi tutte le latitudini del mondo. In città il piccione cerca quelle nicchie che trova maggiormente simili al suo habitat originario, ed è proprio da questi luoghi che è necessario partire per ridurne l’impatto sulle nostre vite quotidiane, eventualmente con l’ausilio di metodi e tecniche che nel corso del tempo si sono via via affinate.
Gestione: conteggi e censimenti I metodi utilizzati per il controllo delle popolazioni urbane di colombo sono numerosi e gli studi sulla loro efficacia sono ormai noti; è ormai evidente agli operatori del settore che sia necessaria una strategia integrata che contempli contemporaneamente più tecniche e più strategie, attraverso un approccio integrato. Prima di pianificare le azioni di contenimento è necessario conoscere la distribuzione spaziale e analizzare le dinamiche territoriali, secondo una serie di tecniche di censimento, anch’esse molto dibattute, da pianificare in base alla singola situazione. Di seguito ne sono riportate alcune tra le più utilizzate:

  • Metodo dei Quadrati: sperimentato principalmente in Spagna, consiste nel dividere l’area di una città in quadrati di 500 m; un terzo di essi viene selezionato casualmente e rilevato “manualmente” tra le ore 10.00 e le ore 14.00, durante la stagione di minimo riproduttivo;
  • Conteggio diretto: un osservatore annota gli individui intercettati in un raggio di circa 50 m.
  • Metodo dei Panorami: l’osservatore scatta fotografie panoramiche posizionandosi al centro del punto selezionato, mentre compie una rotazione su se stesso di 360 gradi;
  • Cattura e ricattura dei colombi: gli individui vengono marcati e rilasciati per evitare doppi conteggi. Presuppone l’utilizzo di strumenti specifici e personale adeguatamente formato.
  • Distance sampling: una serie di tecniche statistiche utilizzate per stimare la densità o l’abbondanza degli animali, anche uccelli, soprattutto selvatici.

Tra tutti i metodi selezionati, secondo alcuni autori, i più efficaci risultano essere il Conteggio diretto ed il Metodo dei Panorami.
Gestione: siti di posa e nidificazione La gestione dei siti di nidificazione e posa è un aspetto primario nella pianificazione delle strategie di contenimento. Sono ormai disponibili sul commercio diversi strumenti di dissuasione, la cui corretta posa in opera è essenziale, dato che una loro errata installazione potrebbe inficiare la buona riuscita degli interventi. I dispositivi più noti ed utilizzati sono:

  • Dissuasori a punta: costituiti da punte di diverso materiale; hanno lo scopo di impedire fisicamente la posa o la costruzione del nido;
  • Dissuasori elettrici/elettrostatici: proteggono le superfici tramite scariche elettriche, non dannose ma disturbanti, in grado di allontanare gli uccelli che si posano, altrimenti in grado di generare campi elettrici, percepibili dai colombi.
  • Dissuasori ad ultrasuoni: la loro efficacia è molto dibattuta; spesso sono dotati di sensori di movimento che emettono ultrasuoni non appena il volatile si avvicina all’emettitore;
  • Dissuasori ottico-olfattivi: attrezzature che riflettono la luce ultravioletta sono percepiti dai volatili come fiamme, dando loro l’impressione che la superficie trattata si stia incendiando;
  • Reti o altri dispositivi anti-colombo: da applicare a protezione di interi edifici, monumenti, pannelli solari, tegole o anche di semplici nicchie;
  • Sagome di rapace o aquiloni: riproduzioni in tela di uccelli predatori, strutture pendenti da fissare sugli alberi che riproducono l’occhio finto del predatore;
  • Dissuasori in gel: creano superfici scomode e vischiose per il colombo in modo da indurlo a nidificare altrove;
  • Dissuasori laser: metodo di allontanamento incruento, può essere fisso o mobile e potenzialmente risolutivo. Alcuni sistemi, dotati di telecamera, individuano i volatili ed emettono un raggio laser che ne induce l’allontanamento;
  • Luci stroboscopiche, nastri lucenti, semplice occlusione di fori, nicchie o cavità negli edifici;
  • Falconeria: utilizzo di rapaci (es. Falco pellegrino, poiana, barbagianni, ecc.), anche in ambienti chiusi, per la dissuasione.

Gestione: interventi sulla riproduzione Sebbene talvolta siano state tentate azioni di sterilizzazione chirurgica dei maschi, con relative difficoltà nell’intercettare un numero sufficiente di esemplari e l’elevato dispendio economico, gli interventi a carico della capacità riproduttiva della specie di norma prevedono l’utilizzo di un farmaco veterinario anticoncezionale. Il più conosciuto è a base di Nicarbazina, coccidiostatico in uso da anni e testato sia su animali in cattività sia su animali liberi, dimostrando effetti positivi nella riduzione delle popolazioni locali.
Gestione: abbondanza di popolazione La cattura e l’allontanamento o la soppressione dei piccioni, fatti salvi gli aspetti etico-normativi, sebbene possa sembrare semplice e di effetto immediato, potrebbe portare ad effetti percepibili solo nel breve periodo, in quanto i colombi che vengono allontanati, lasciando libero l’areale, vengono sostituiti facilmente da altri individui della stessa specie, peraltro più deboli e marginali, con l’ulteriore effetto negativo di ottenere un depauperamento della salute della popolazione, senza che questo influisca sulla sua consistenza numerica.
Aspetti sanitari Sebbene il numero di casi di malattie trasmesse direttamente all’uomo dai colombi sia statisticamente irrilevante, data la scarsità di dati in merito, la riduzione dei loro escrementi di endo ed ecto-endoparassiti (es. Argasidae, Chlamydia psittaci) e dei rischi ad essi collegati, non può che avere ricadute positive sulla salute della cittadinanza. Una riduzione del numero di individui che incidono sul tessuto urbano ha anche ricadute dirette ed indirette su aspetti manutentivi e gestionali a carico degli arredi urbani e delle proprietà pubbliche e private.
Conclusioni: una coabitazione a volte difficile

Il rapporto il colombo urbano è molto vario e dipende dal singolo caso. Se da un lato si può verificare una difficile convivenza, dall’altra molte associazioni animaliste ne tutelano il benessere. Anche il privato cittadino può, limitatamente alle aree di proprietà, intervenire con le tecniche e i dispositivi più utilizzati sono stati sopra elencati, anche se l’esperienza di un professionista assume un ruolo essenziale nel risolvere una criticità, partendo anche dai più piccoli dettagli.

* Responsabile Tecnico Coop.Soc. Il Rastrello e membro Direttivo AIDPI

** Assessorato Ambiente Comune di Genova e Docente di Ecologia Urbana presso l’Università di Genova

 

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