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Interclean detta i “focus” della pulizia per il 2023

Il nuovo rapporto “Cleaning in focus” 2023, a cura di Interclean, esamina nel dettaglio gli ultimi trend della pulizia professionale: sostenibilità, tecnologia, reclutamento del personale e costi in crescita. Tendenze interdipendenti che le imprese dovranno saper affrontare.

Il 2023 è iniziato da poco ed è ora di lasciarci alle spalle, almeno per un momento, le considerazioni del post-pandemia. Ci aiuta a farlo, per l’universo del cleaning professionale, la nuova edizione del rapporto “Cleaning in focus” di Interclean, che individua le nuove tendenze del settore.

I quattro “punti cardinali” 2023
Sono quattro quelle principali. Eccole: sostenibilità, tecnologia, reclutamento e costi. Iniziamo dalla sostenibilità, una tematica che non ci coglie certo di sorpresa: si tratta di un valore fondamentale nel settore delle pulizie, poiché si intreccia con molti aspetti di questa attività. La sensibilità dell’opinione pubblica cresce di anno in anno, gli utenti finali -come i consumatori- sono disposti a pagare di più per prodotti che dimostrano credenziali sostenibili e le aziende sono alla ricerca di modalità produttive e strategie di sviluppo per ridurre sempre più il loro impatto ambientale.

Dalla culla alla culla (incluse le responsabilità sociali)
Le principali aree di interesse includono la riduzione dei rifiuti di plastica, l’incremento del riutilizzo dei prodotti e la loro durata nel tempo. Le aziende, dal canto loro, si trovano a dover considerare anche la sostenibilità dei loro processi di produzione e distribuzione, nonché la loro responsabilità sociale d’impresa. Per essere veramente sostenibili, infatti, le aziende devono considerare l’intero ciclo di vita dei loro prodotti e trovare modi per ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente.

A tutta tecnologia
Nessuna meraviglia neppure per il secondo trend, quello che ha direttamente a che fare con lo sviluppo tecnologico e l’automazione: anche negli anni precedenti la pandemia, tutti abbiamo osservato nel settore della pulizia professionale il continuo sviluppo di nuove tecnologie. Ma oggi il fenomeno è esploso, per scelte strategiche ma anche per necessità: con le esigenze di standard di pulizia più elevati, con i problemi legati alla mancanza di personale e gli obiettivi di sostenibilità più stringenti sembra proprio che sia giunto il momento di utilizzare su vasta scala la robotica.

Innovazione collaborativa
Autonomia, automatismo, sicurezza, economicità e rese. Sono queste le peculiarità dei robot (e co-bot) pulitori di ultima generazione per soddisfare aumento della produttività e riduzione dei costi. Capaci di memorizzare decine di mappe, sono anche in grado di garantire monitoraggio del lavoro, tracciabilità, ottimizzazione delle risorse. Così il personale umano si potrà concentrare su compiti più importanti, in un approccio integrato che non potrà che riflettersi su un aumento della qualità complessiva del servizio. In definitiva, l’uso della robotica nella pulizia può migliorare l’efficienza, l’igiene e la sostenibilità, offrendo anche uno strumento collaborativo per il personale umano.

Leasing ed edifici smart
Ciononostante, rispetto a quanto è avvenuto in altri settori, nel comparto della pulizia lo sviluppo e l’adozione della robotica sono stati, almeno in avvio, relativamente lenti, in parte a causa dell’investimento iniziale richiesto e dei  costi di manutenzione. Le opzioni di leasing e la costruzione di edifici intelligenti possono aiutare ad alleviare alcuni di questi costi.

Carenza di personale
Ebbene sì: anche nel settore delle pulizie professionali, come accade da anni in altri comparti (si pensi, ad esempio, a certi segmenti del manifatturiero), siamo di fronte al problema della scarsità di personale addetto. Anche in questo senso le aziende possono prendere in considerazione l’implementazione di tecnologie, come robot e automazione, per assistere nelle attività di pulizia, riducendo la necessità di personale lavoro e potenzialmente migliorare la fidelizzazione offrendo formazione e opportunità di sviluppo professionale per il personale.

Il valore delle pulizie
Si potrebbe anche scommettere sull’“emersione”, sulla professionalizzazione del settore e sulla costruzione di una percezione più positiva del lavoro di chi pulisce, e in questo il Covid dovrebbe averci insegnato qualcosa. Fra l’altro, offrendo attrezzature ergonomiche e formazione continua, le aziende possono anche contribuire a migliorare il benessere fisico e mentale del proprio personale addetto alle pulizie, portando potenzialmente a una migliore fidelizzazione. Nel complesso, affrontare i problemi del personale richiede una combinazione di soluzioni tecnologiche e sforzi per accrescerne la percezione di professionalità e le condizioni di lavoro.

Costi in aumento
E’ quasi ovvio che una delle tendenze di pulizia professionale più rilevanti di quest’anno sia un significativo aumento dei costi sostenuti dalle aziende. Ogni punto, dalla produzione grezza alle vendite, sarà toccato da numerosi problemi. Tutti sappiamo che la guerra in Ucraina ha ridotto le materie prime dalla Russia, compresi alcuni dei componenti chiave per la tecnologia e le infrastrutture di trasporto, impattando anche sui costi energetici sostenuti dalle imprese e dai cittadini.

Trend interdipendenti
Bisogna dire, comunque, che nessuno di questi trend è indipendente dagli altri, ma c’è un nesso profondo che li lega tutti. Ad esempio, la fidelizzazione del personale può essere rafforzata da una migliore tecnologia e da una filosofia di attenzione e sostenibilità che potrà attrarre le nuove generazioni di lavoratori. O ancora, le (giustificate) preoccupazioni sui costi si possono affrontare grazie a migliorie di processo e implementazioni tecnologiche. Non resta che stare a vedere come si evolveranno gli scenari nel corso dell’anno.

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