HomesanitàInfluenza A: l'abbiccì della prevenzione

Influenza A: l’abbiccì della prevenzione

(tratto da: “GSA” n.9, Settembre 2009)


A colloquio con il dott.Gianfranco Finzi, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO) che spiega come l’associazione si sta muovendo in vista dell’arrivo del virus A/H1N1v.


L’ondata targata A/H1N1v si è già abbattuta sull’Europa e in Italia avrà il culmine epidemico in autunno, probabilmente in anticipo rispetto alla normale influenza stagionale, e assumerà l’aspetto di un’influenza tradizionale anche se molto, molto più diffusiva (fino a tre volte in più, secondo le stime), soprattutto perché coglierà impreparato il nostro sistema immunitario. Alcuni di noi non avranno sintomi, altri manifesteranno un malessere leggero. Per molti, però, sarà necessario mettersi a letto e una piccola parte della popolazione dovrà ricorrere alle cure ospedaliere. Proprio per questo abbiamo chiesto al dott. Gianfranco Finzi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO), cosa sta facendo l’associazione per preparare le strutture ospedaliere a questi nuovi scenari, certo poco tranquillizzanti.

Dottor Finzi, può dirci quanto questa nuova influenza sia effettivamente grave?

«Occorre operare una distinzione. Se dal punto di vista clinico si tratta di  una patologia non grave, altrettanto non può dirsi dell’impatto socio economico. Le stime più pessimistiche parlano di un tasso d’attacco del 30%”. Le faccio un esempio: secondo le stime cui accennavo poc’anzi in una regione come l’Emilia-Romagna, che ha circa 4 milioni di abitanti, un milione e duecentomila persone potrebbero infettarsi con il virus e il 50% potrebbe ricorrere a cure mediche con gravi effetti negativi sul sistema Italia.
Da questo quadro emerge l’importanza di cautelarsi con misure di profilassi: nel corso dell’assistenza sanitaria a pazienti con sospetta influenza si devono applicare le precauzioni standard, da droplet e da contatto».

Entriamo nel dettaglio. Quali le misure da adottarsi?

«Sono procedure semplici ma essenziali: innanzitutto è bene ricordare che le manovre della prevenzione devono essere effettuate sia prima della visita che a seduta terminata. Solo così è possibile garantire l’efficacia dell’azione protettiva. Prima della visita bisogna assicurarsi che il paziente abbia indossato correttamente la maschera chirurgica; in seguito è importante che il personale medico (così come eventuali collaboratori che assistono alla visita) proceda lavandosi le mani con acqua e sapone o frizionandole con gel alcolico; quindi indossi correttamente i guanti ed il facciale filtrante FFP2. Se poi si prevede di effettuare manovre che comportano l’esposizione diretta agli aerosol del paziente è indicato l’uso di sopracamice e occhiali protettivi a tenuta: gli occhiali da vista, infatti, non sono considerati efficaci quanto a protezione.
Normalmente, per la visita di pazienti con influenza non è necessario indossare il copricapo ed il camice protettivo, che va utilizzato nel caso si possa prevedere contatto con sangue, fluidi corporei, secrezioni.

Riassumendo, dunque, il personale sanitario dovrebbe essere particolarmente attento a non toccarsi gli occhi, il naso, la bocca con le mani potenzialmente contaminate; a indossare correttamente i DPI prima di avvicinarsi al paziente; a non contaminare le superfici ambientali ed, infine, ad adottare una corretta e frequente igiene delle mani, che rappresenta una misura essenziale per prevenire la trasmissione dell’influenza.

Qual è la corretta procedura più nel lavaggio delle mani?

«Prima di entrare nel merito del come è necessario ribadire con forza il quando: prima  o dopo qualsiasi contatto diretto con un paziente; dopo il contatto con secrezioni, escrezioni, liquidi biologici; nonché dopo il contatto con oggetti contaminati (maschere, teli usati, inalatori, ecc.). Paradossalmente, anche immediatamente dopo la rimozione dei guanti e di altri dispositivi di protezione è importante procedere ad un accurato lavaggio.
Per garantire igiene alle mani è efficace il lavaggio con acqua e sapone liquido o prodotti antisettici. Naturalmente, possono essere impiegate anche soluzioni a base alcolica, da utilizzare senza acqua: tuttavia, quest’ultima opzione non è raccomandata nel caso in cui le mani siano visibilmente sporche; in questo caso è da preferirsi il lavaggio con acqua e sapone o antisettico».

Quali invece gli accorgimenti da adottarsi  al termine della visita?

Dopo la visita, la corretta sequenza per toglierei i DPI prevede innanzitutto la rimozione dei guanti arrotolandoli dal polso, senza toccare la cute e successivamente la rimozione del camice prestando attenzione a piegarlo con all’interno la parte esterna contaminata. A questo punto si può procedere nuovamente ad igienizzare le mani, nonché a togliere  gli occhiali protettivi e la mascherina (o facciale filtrante) prestando attenzione a toccare solo le stringhe e non la superficie contaminata. Quindi nuovamente un lavaggio delle mani a conclusione di tutte le manovre.

Cosa ne è dei DPI una volta smessi?

«I DPI usati devono essere smaltiti come i rifiuti sanitari a rischio infettivo. Qualora la visita abbia richiesto anche l’uso degli occhiali protettivi, questi devono essere sottoposti al trattamento previsto per un corretto ricondizionamento degli stessi (decontaminazione, pulizia e disinfezione) avvalendosi delle indicazioni del fabbricante».

Oltre alle misure tecniche del personale medico, quali le mosse più generali che concretamente possono contribuire a contenere la diffusione del virus?

Una buona tecnica di “contenimento” è la diffusione delle misure utili di prevenzione. Gli operatori dovrebbero, dunque, informare il paziente circa le modalità di trasmissione dell’influenza al fine di adottare le misure utili a limitare il rischio di trasmissione sia in ambito domestico, sia quando dovessero accedere a strutture sanitarie; alla persona ammalata deve inoltre essere richiesto il rispetto delle indicazioni previste per l’isolamento domiciliare, qualora previsto.
Per quanto riguarda invece le misure ambientali è possibile contribuire pulendo e disinfettando frequentemente le superfici più facilmente contaminabili. Inoltre, sono consigliati anche frequenti ricambi d’aria che evitino la stagnazione dell’aria.
Al termine della giornata lavorativa, invece, è fondamentale procedere con l’immediato smaltimento dei rifiuti prodotti; pulizia e decontaminazione di tutte le superfici dell’ambulatorio, della sala d’attesa e del bagno. L’uso di disinfettanti è raccomandato solo in particolari condizioni quali la presenza di superfici visibilmente contaminate con secrezioni del paziente e/o altro materiale biologico.

Ci può dire quali sono le iniziative che l’ANMDO ha intrapreso in tema di A/H1N1v?

“L’Associazione si sta muovendo in quattro diverse direzioni: innanzitutto abbiamo predisposto materiale informativo, già pronto, da distribuire in tutto il Paese per invitare la popolazione a vaccinarsi; secondo, nelle varie regioni d’Italia stiamo organizzando seminari specifici sul tema, con l’obiettivo di istruire e formare il personale sanitario a tutti i livelli. Terzo, stiamo predisponendo linee-guida da distribuire ai nostri associati sui criteri da seguire per individuare la profilassi dell’influenza e gestire i pazienti. Ultimo ma non meno importante, abbiamo quasi ultimato delle Linee-guida per il piano pandemico ospedaliero, vale a dire per preparare le strutture sanitarie a gestire l’inevitabile picco di afflusso di pazienti. Un problema da non sottovalutare”.

Nella sua regione cosa si sta facendo per la pandemia influenzale?

“La regione Emilia Romagna ha disposto un piano pandemico e in modo particolare sta attuando precisi piani di intervento a livello territoriale ed ospedaliero. Inoltre sta preparando un piano per la vaccinazione con particolare riguardo al personale sanitario e di pubblica utilità. ”

Gli accorgimenti previsti coinvolgeranno anche il personale delle imprese di servizi?

“Il piano vaccinale da noi elaborato in Emilia Romagna equipara gli operatori delle aziende esterne al personale sanitario attivo in ospedale. Ciò significa che anche per le imprese di servizi valgono i medesimi criteri di vaccinazione individuati per medici, infermieri e lavoratori degli ospedali”.

Quando uscirà il materiale preparato da ANMDO?

“Entro e non oltre la fine di settembre, e sarà distribuito ai nostri associati”.

Oltre alla gestione dell’emergenza del virus A/H1N1v, ANMDO si sta muovendo su più versanti, con la stesura di una serie di Linee-guida sulla sanificazione sull’igiene ospedaliera e sui processi di accreditamento (pubblicate da Edicom, ndR), ma anche con l’organizzazione di corsi di formazione su problematiche di stretta attualità in ambito sanitario…

“Sì, a questo proposito i prossimi appuntamenti sono a Roma il 10 0ttobre e il 30 Ottobre a Bologna con un seminario sul controllo dei servizi esternalizzati, con particolare riguardo all’accreditamento dei cantieri ed ai metodi di controllo, e a Roma dal 5 al 7 novembre, con un corso sulle sale operatorie. Lei ha ricordato alcune delle nostre più recenti Linee-guida. Diciamo che stiamo proseguendo il nostro cammino sulla strada della diffusione delle informazioni e della cultura igienistica. Il nostro intento è quello di fare cultura, porre problemi ma soprattutto fornire al personale sanitario gli strumenti più adeguati per affrontarli. Come nel caso della nuova influenza”.

Chiara Bucci

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