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Codice appalti: le importanti novità della riforma approvata in Senato

Si inizia a “fare sul serio” in tema di riforma degli appalti pubblici. Dopo mesi di lavori, infatti, il 18 giugno scorso il testo ha incontrato il primo semaforo verde con l’approvazione, a larga maggioranza, da parte dell’Aula di Palazzo Madama. Il testo, che ha come primo relatore il sen. Stefano Esposito, Vicepresidente dell’ 8º Commissione (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato, viaggia dunque in perfetto orario verso la “fatidica” data del 18 febbraio 2016, entro la quale dovranno essere recepite in Italia le Direttive europee su appalti e concessioni di inizio 2014.

Classificato come Atto Senato 1678, è stato approvato con il nuovo titolo “Delega al Governo per l’attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, ed ora andrà all’esame della Camera, prima in commissione e poi in Aula (Atto Camera n. 3194, assegnato alla 8ª Commissione permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici in sede referente il 23 giugno 2015).

Gli elementi di novità
La legge, destinata a riformulare l’ormai datato “Codice degli appalti” (o Codice dei contratti pubblici di lavori, forniture e servizi, 163/2006), contiene diversi elementi di novità. La prima è che ci sarà maggiore attenzione al mondo dei servizi (soprattutto come vedremo per quelli ad alta intensità di manodopera), a differenza del testo attuale che, molto spesso, appare più calibrato per il comparto dei lavori e delle forniture. Molto apprezzati dalle imprese la razionalizzazione del quadro normativo e lo snellimento dei procedimenti. Così come la riduzione degli oneri documentali per i partecipanti, e la semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti. La centralizzazione delle committenze e la riduzione delle stazioni appaltanti, inoltre, potrebbero produrre un auspicato contenimento dei tempi e una piena verificabilità dei flussi finanziari. Il che per le imprese è positivo, a patto che si adottino misure che favoriscano la partecipazione delle piccole e medie imprese, cosa anche questa prevista dal testo (vedremo poi in sede di applicazione). Come positiva è la revisione dell’attuale sistema di qualificazione degli operatori economici in base a criteri di omogeneità e trasparenza. Anche se è ancora presto per trarre delle conclusioni, ecco quali potranno essere i principali punti innovativi:

Offerta economicamente più vantaggiosa
Su tutti spicca, come da indicazioni europee, l’addio al criterio del massimo ribasso per abbracciare quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Anche se molto starà, poi, nelle formule che verranno adottate in sede applicativa. Quello che pare ormai certo, comunque, è che non sarà più possibile basarsi sul solo prezzo più basso per i servizi ad alta intensità di manodopera. Proprio la sostituzione del criterio del massimo ribasso con quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, soprattutto nei servizi ad alta intensità di manodopera, costituisce uno dei principi più rilevanti presenti nel testo che dovranno essere recepiti nel nuovo Codice dei Contratti pubblici.

Centralizzazione e razionalizzazione
Accelera anche l’iter verso la centralizzazione degli acquisti pubblici, e la riduzione delle centrali d’acquisto: dalle oltre 30mila attuali si dovrebbe scendere a circa 200 e non, dunque, o non ancora, alle 30 di cui si parlava. Rispolverata la questione dell’aggregazione dei comuni: dai 100mila euro in su i non capoluogo dovranno bandire gare aggregate e sopra i 200mila euro di soglia comunitaria (per i servizi) si dovrà passare per soggetti aggregatori come le centrali d’acquisto regionali.

Semplificazioni
Ma la razionalizzazione non riguarderà solo le stazioni appaltanti: ci sarà una tendenza alla semplificazione un po’ su tutti i versanti, a partire da quello della proliferazione e riordino normativo. Si punta insomma a una riduzione delle norme, che al contempo dovranno essere più chiare e lasciare minore campo a deroghe e interpretazioni. Semplificazioni sono previste anche attraverso l’armonizzazione e la digitalizzazione delle procedure per l’affidamento degli appalti, e ancora negli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e nelle procedure di controllo da parte della stazione appaltante.

Sostenibilità
La sostenibilità è al centro delle preoccupazioni del legislatore europeo, ed avrà gran parte anche nelle nuove regole per gli appalti. Sono previste, infatti, misure volte a garantire il rispetto dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale nell’affidamento degli appalti pubblici. In questo senso è molto importante, per le imprese, adottare fin da subito una filosofia “green”, considerando l’impatto complessivo del proprio operato, perché criteri come questi saranno sempre più importanti negli appalti.

PMI
Altro punto importante per il nostro settore è quello delle Pmi, che a livello europeo si cerca di guardare con grande attenzione con iniziative come lo Sba (Small Business Act). Diverse sono le misure della riforma che mirano a rendere più agevole l’accesso delle piccole e medie imprese alle gare ad evidenza pubblica. Viene introdotto anche il criterio geografico: in fase di aggiudicazione si privilegeranno le imprese più vicine al luogo di esecuzione della commessa. Resta da verificare, tuttavia, se in sede applicativa verrà ridotta la dimensione dei lotti rendendoli funzionali e accessibili alle medie imprese.

Legalità: blocco delle gare e bandi tipo vincolanti
La legalità è ormai questione irrinunciabile dopo i diversi scandali che hanno colpito il sistema degli appalti pubblici negli ultimi anni: in questo senso l’Anac vedrà aumentati i suoi poteri, con la possibilità di bloccare in itinere le gare non regolari e chiedere alla stazione appaltante di congelare, in autotutela, la gara in odore di illegalità. Importante: dovrebbero assumere valore vincolante anche gli atti come Bando tipo, disciplinari di gara, linee guida e quant’altro emessi dall’Autorità.

Legalità/2: il rating
Sono ormai circa 300 le imprese certificate secondo il rating di legalità, la cui ultima versione è stata varata lo scorso dicembre in seguito a un accordo fra Anac e Antitrust. Si tratta di una sorta di “bollino blu”, con punteggio che va da una a tre stellette, riconosciuto alle imprese sane dal punto di vista economico, fiscale e legale e avrà molto peso in fase di aggiudicazione degli appalti. Importanti anche le caratteristiche reputazionali, come ad esempio il rispetto dei tempi e la bassa propensione al contenzioso. Si prevedono in oltre giri di vite sull’avvalimento.

Trasparenza
Ma anche le Pubbliche Amministrazioni dovranno essere, a loro volta, qualificate. Un criterio importante sarà l’effettiva capacità tecnica e organizzativa delle PA sulla base di parametri obiettivi. Inoltre, sempre in tema di trasparenza, si prevedono misure in materia di trasparenza, pubblicità e tracciabilità delle procedure di gara e delle fasi ad essa prodromiche e successive, anche al fine di concorrere alla lotta alla corruzione, di evitare i conflitti di interesse e di favorire la trasparenza nel settore degli appalti pubblici.

Commissioni “per sorteggio”
Un altro aspetto che ha strettamente a che fare con la legalità è il semaforo rosso alle commissioni giudicatrici costituite da uomini di fiducia delle stazioni appaltanti. Sarà invece obbligatorio l’Albo dei commissari, presso Anac. L’Autorità avrà anche il compito di verificare i requisiti dei commissari, aggiornando le liste da cui poi si verrà sorteggiati per far parte delle commissioni.

Divieto di deroghe
Anche alla luce dei recenti fatto di Expo, dove si è assistito alla incontrollata prassi delle deroghe al codice degli appalti, nel nuovo codice sarà contenuto un espresso divieto di agire in deroga alle leggi, tranne che per casi imprevedibili e urgenti come le calamità naturali.

Link Atto Senato n.1678

Link a testi ed emendamenti

Link testo approvato

 

 

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