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Certificazione di parità, sgravi fiscali fino a 50mila euro

Aziende con certificazione di parità in corsa (fino al 15 febbraio) per i previsti sgravi fiscali dell’1% fino a un massimo di 4.166 euro mensili, vale a dire 50 mila euro massimi/anno. L’incentivo, giova ricordarlo, è stato introdotto dalla legge 162/2021 per sostenere la procedura di certificazione; la legge 234/2021 (Bilancio 2022) l’ha reso strutturale stanziando le relative risorse.

E’ poi l’Inps ad autorizzare i datori a fruire dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, come stabilisce il Decreto interministeriale 20/10/22: per essere ammessi allo sgravio, il datore di lavoro deve fare domanda all’Inps, online, tramite il modulo PAR_GEN nel “Portale delle Agevolazioni”.

La domanda deve contenere i dati identificativi e la retribuzione media mensile stimata relativa al periodo di validità della certificazione di cui all’articolo 46-bis del Digs 198/2006. L’istanza dovrà indicare, inoltre, l’aliquota datoriale media stimata relativa al periodo di validità della certificazione e la forza aziendale media stimata.

Un’autodichiarazione ex 445/00 attesterà che l’impresa è in possesso della certificazione. Inoltre l’impresa deve dichiarare di non essere incorsa in sospensione dei benefici contributivi da parte dell’Inl. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dal canto suo, valuterà le domande per l’ammissione. In caso di insufficienza delle risorse si procederà a riduzione proporzionale del beneficio.

Si tratta di un tema molto sentito dalle imprese del settore pulizie/ servizi integrati/ multiservizi, un comparto labour intensive ad elevata occupazione femminile impegnato sul fronte degli appalti pubblici. E qui conviene fare un passo indietro a quando, con decreto 29/4/22, recante “Parametri per il conseguimento della certificazione della parità di genere alle imprese”, uscito in GU Serie Generale n.152 del successivo 1 luglio, venne resa operativa la Certificazione di parità di genere. Da allora l’interesse è sempre cresciuto: ad oggi sono ben 18 gli organismi di certificazione accreditati, e si parla già di oltre 170 aziende “vistate” (erano una novantina a dicembre). La certificazione, che deve rispettare i criteri stabiliti dalla prassi Uni Pdr 125:22, offre interessanti vantaggi anche sul versante degli appalti pubblici, sulla scia di un cambiamento culturale che si sta sempre più affermando ed è recepito da un numero sempre maggiore di stazioni appaltanti.

Link legge 162/21

Link legge 234/21

Decreto 20/10/22

Decreto 29/4/22

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