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La spesa che vale l’impresa: nasce l’eco-supermercato

Sostenibilità in corsia in un supermarket milanese, attrezzato solo con materiale riciclato. La storia di come un imprenditore marchigiano abbia trasformato il tempio del consumo  in un’occasione di risparmio (a tutto campo).


Che mercato ha un supermercato-eco? E che eco ha un eco-supermercato? Sembra un banale gioco di parole ma sono i due aspetti fondamentali per cui un’idea può permettersi di diventare impresa e di sopravvivere nel 2010. Lo sa bene chi ha fatto dell’eco-attenzione un brand aziendale di successo, rivoluzionando il luogo di consumo per antonomasia in un’occasione di sostenibilità:  Sergio Lupi, imprenditore marchigiano, ha fatto la sua fortuna proprio coniugando le esigenze dell’industria con la tutela dell’ambiente e la salute del consumatore. Nasce così a Milano un punto vendita unico nel suo genere: Simply SMA di Viale Novara, inaugurato ufficialmente nell’aprile 2010.

Tutti gli sprechi del supermarket

Non tutti hanno ben chiaro quanto spreco si nasconda in un ambiente di vita quotidiano come il supermercato: il cliente lo vede solo come un servizio e certo non si ferma a considerare quanto consumo energetico derivi dall’uso di lampade al neon che fanno brillare sugli scaffali le marche dei prodotti, ai banchi frigo che assicurano un piacevole refrigerio d’estate e conservano i surgelati, agli inutili imballaggi dei prodotti per la cura della casa.  Solo in rari casi accade che il consumatore attento si ponga delle domande sull’effettiva utilità del contenitore del dentifricio o del profumo, ma è ben lontano da considerare tutti gli sprechi energetici che sottendono ad un supermercato in attività. In questo contesto, l’idea di Lupi è vincente proprio perché si propone come tappa di un percorso di responsabilità sociale che coinvolge non il consumatore ma innanzitutto il cittadino, cambiando radicalmente la sua prospettiva e proponendosi gradualmente di cambiare le sue abitudini, introducendolo in una nuova realtà. Anzi, una realtà riciclata.

Un’idea frutto di coincidenze

La carriera di Lupi comincia proprio in un supermarket, al reparto gastronomia: qui ha modo di farsi le ossa e vedere da vicino come funziona un punto vendita dal suo interno; nell’arco di qualche anno diventa prima tecnico e successivamente ispettore. «Un anno ben speso – ricorda Lupi –  all’inizio degli anni novanta: partendo dal “retrobottega” sono arrivato ad essere uno dei punti di riferimento del Gruppo. Ormai sapevo tutto quello che c’era da sapere sulla problematiche relative ad ogni singolo reparto, come ogni buon direttore d’orchestra conosce bene vizi e virtù dei propri strumentisti». Nel 1997 decide di tuffarsi in un nuovo progetto imprenditoriale : apre Sistemi 2000, un’azienda di servizi e attrezzature per supermercati.

La r-Evolution

Corsi e ricorsi storici: SMA è il suo primo cliente.  Sull’onda del successo di Sistemi 2000, Lupi ne apre una seconda chiamata Project. Art.Te, produttrice di piccole attrezzature per supermercati: infine, nel 2005, decide di fonderle assieme nel gruppo Sistemi 2000 Project Art.Te. 

Poi le stranezze della vita sbalordiscono: l’ispirazione per il suo nuovo business non nasce nelle ore lavorative, ma una mattina qualunque, da uno spunto di conversazione con il proprio figlio quando, incuriosito dal continuo “deflusso” di tappi in plastica domestici alla volta della scuola,  chiede ragione di questa bizzarra raccolta. Il figlio risponde che i tappi collezionati vengono venduti e, con il ricavato, finanziati progetti di volontariato. Semplice: riciclare i tappi. E perché solo i tappi? Per intenti così nobili si potrebbe pensare di sostituire tutte le materie prime. Eccola, la folgorazione. E così nel 2007 nasce il brand ecosostenibile R-Evolution e successivamete l’idea di realizzare un  supermarket completamente ecosostenibile: una vera e propria rivoluzione – come la definisce il brand. Certo non si tratta del primo punto vendita che adotta iniziative green, ma il più delle volte si tratta di “iniziative parallele” che non snaturano l’essenza del supermarket. Lupi invece, vuole un supermercato interamente attrezzato con materie riciclate che abbatta a zero il consumo di energia. Questo, però, significa R-I-V-O-L-U-Z-I-O-N-A-R-E, modificare, ripensare l’intera filiera di produzione.

Da cosa, rinasce cosa

Tutto comincia con scaglie di PET  provenienti dal recupero di  bottiglie di plastica e utilizzate per produrre separatori  merceologici da utilizzare sugli scaffali. Oggi Lupi acquista polietilene per realizzare trolley e cestini per la spesa, mentre, i  pannelli  provenienti dagli scarti di legno raccolto su tutto il territorio nazionale dal Gruppo Mauro Saviola di Mantova, diventano espositori per il reparto abbigliamento, nonché  materiale per il mobilio dei vari reparti interni.  Gli indicatori di corsia sono in cartone riciclato. Un investimento iniziale che sta dando i suoi frutti. Quest’anno è stato inaugurato quello milanese, che si candida ad essere un supermercato 100% green entro pochi anni.

La green SMA di via Novara

 Con una superficie totale di 2500 metri, il Simply SMA di Viale Novara è organizzato su due piani e concepito per fare risparmiare il consumatore mentre si risparmia energia. Per realizzare scaffali e mobilio sono state impiegate 32mila bottiglie riciclate e sugli scaffali i prodotti sfusi vanno per la maggiore: detersivi, liquido per piatti, ma anche cereali e caramelle. Ed i clienti apprezzano , tanto che si portano i contenitori vuoti da casa per riempirli al’interno del punto vendita, dove i prodotti sfusi hanno registrato un aumento del 40% rispetto a quelli confezionati. Notevole poi, l’offerta di prodotti biologici ed equosolidali, così come la collaborazione con diverse associazioni: i prodotti aperti ed invendibili vanno al Banco Alimentare e i non vedenti possono prenotare una “spesa guidata”.  Dare nuova vita alle materie prime conviene dunque perché crea un circolo virtuoso autosufficiente e che si autoalimenta:  per un materiale che muore c’è n’è un altro che nasce. Con il vetro delle lampade a neon ormai scariche si può ottenere ceramica per piastrelle,  le pavimentazioni si ottengono dal recupero di gres porcellani, gli espositori e i display POP nascono dall’alluminio riciclato, le borsine sono rigorosamente biodegradabili e c’è anche una macchina schiacciabottiglie per incentivare il riciclo dei vuoti in plastica. Accanto ad attrezzature e mobili ecosostenibili, poi, il supermercato sta pensando a numerosi interventi tecnici il cui l’obiettivo è quello di ridurre il consumo energetico provvedendo all’istallazione e all’utilizzo di metodologie di illuminazione che riducano al minimo i consumi: finestre grandissime per sfruttare al massimo la luminosità solare, sensori per regolare il flusso luminoso; illuminazione esterna e interna con tecnologia elettronica a LED; copertura dei banchi surgelati con vetri a scorrimento; eliminazione dei neon dai ripiani dei banchi frigoriferi; recupero del calore della centrale frigorifera per riscaldare il punto vendita e l’acqua dei sanitari. Grazie a queste accortezze si prevede un risparmio energetico di 296.800 kWh all’anno, pari al 16% dei consumi del supermercato. Inoltre, attraverso gli interventi tecnici e l’utilizzo di energia rinnovabile si evita l’emissione di circa 1 milione di kg di CO2.

Il traguardo green sarà l’Expo 2015

Più tutela per l’ambiente, più risparmio per il consumatore ma anche grande guadagno per l’impresa. Sì, perché per essere un virtuoso esempio di green economy il business dev’essere comunque redditizio e portare profitto. In altre parole, l’impresa sostenibile deve far bene tanto all’ambiente quanto all’economia. Ed infatti, questa svolta verde ha assicurato dall’impresa Gruppo Sistemi 2000 un raddoppio del fatturato, che oggi, nonostante la crisi, continua a crescere a livello di numeri e di dipendenti. A questo si aggiunge che gli interventi previsti in agenda hanno una scadenza ben precisa: l’Expo 2015. « Per adesso mancano ancora alcuni accorgimenti tecnici per poterci definire  verdi a 360 gradi – conclude Lupi – ma vogliamo arrivare ad esserlo per il grande appuntamento con l’Expo 2015: il buon esempio può partire anche dai piccoli, all’ombra – ma non troppo!- delle grandi iniziative».

 

Di Federica Fiore

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