In un momento storico in cui la salute pubblica si interseca profondamente con le politiche ambientali e abitative, il seminario “La disciplina aeraulica in Lombardia nell’era post-Covid”, svoltosi presso la sede della Regione Lombardia, ha rappresentato un punto di svolta nel dibattito sulla qualità dell’aria indoor.
Si tratta di un’iniziativa promossa da AIISA, l’Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici, che ha visto la partecipazione attenta di numerose autorità regionali ed esperti del settore, oltre al Presidente di AIISA, Gregorio Mangano, e ai membri dell’Associazione stessa.
Fondata nel 2004, AIISA è oggi un attore di primo piano nel promuovere la cultura della sanificazione dei circuiti aeraulici – quei sistemi nascosti ma essenziali che condizionano la qualità dell’aria che respiriamo nei luoghi chiusi. Grazie a collaborazioni con enti come INAIL, l’Istituto Superiore di Sanità e la Federazione Ingegneri Lazio, AIISA ha contribuito alla realizzazione di linee guida nazionali come la UNI/Pdr 129:2022 e la UNI/Pdr 161, fondamentali per affrontare rischi biologici e gestire emergenze sanitarie.
La proposta AIISA per la Lombardia: controlli più regolari, norme più semplici Durante il seminario, AIISA ha presentato ufficialmente una proposta di regolamento attuativo da sottoporre alla Regione Lombardia come modifica all’attuale Legge Regionale 33/2009 e al Decreto 1751/2009. Obiettivo: migliorare l’efficacia dei controlli sugli impianti aeraulici e garantire la salubrità dell’aria negli ambienti chiusi, in particolare in strutture sanitarie e luoghi pubblici sensibili come scuole e RSA. “Non vogliamo aumentare la burocrazia, ma semplificare le procedure rendendo i controlli più regolari e incisivi – ha affermato Gregorio Mangano, Presidente di AIISA – perché l’aria che respiriamo ogni giorno deve essere un diritto, non un privilegio. La pandemia ha portato alla luce una verità che noi specialisti conoscevamo da tempo: la qualità dell’aria negli ambienti confinati è un elemento cruciale per la nostra salute e i virus viaggiano nell’aria che respiriamo”.
Dati allarmanti Il quadro emerso dagli interventi dei relatori è preoccupante: oltre il 90% del tempo della nostra vita si svolge in ambienti chiusi, dove – secondo l’EPA – le concentrazioni di inquinanti possono essere da 2 a 5 volte superiori rispetto all’esterno. Una condizione che, aggravata dalla povertà energetica e dalla vetustà degli edifici, comporta impatti diretti sulla salute e sull’economia, come stimato dalla ricerca dell’Osservatorio sulla Qualità dell’Aria Indoor (OQAI) dell’Università degli Studi Milano-Bicocca
I costi sociali dell’inquinamento indoor: un peso invisibile ma concreto Questa ricerca ha evidenziato un dato allarmante: i costi sociali dell’inquinamento indoor da particolato, solo nelle scuole elementari e medie e negli ospedali italiani, rappresentano una percentuale compresa tra il 2,45% e il 5,22% del nostro prodotto interno lordo nazionale. Questi dati sottolineano l’urgenza di intervenire con politiche efficaci e strumenti normativi adeguati, con particolare attenzione ai luoghi frequentati dalle fasce più vulnerabili della popolazione, come bambini e persone malate. “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico indoor e outdoor rappresenta il principale fattore di rischio ambientale per la salute, associato globalmente a circa 7 milioni di morti premature l’anno, di cui circa 400.000 in Europa. Numeri che ci impongono una riflessione seria e un’azione concreta”, ha continuato il Presidente Mangano.
La dimensione del fenomeno e le responsabilità “Per comprendere la portata del settore aeraulico, ha aggiunto, consideriamo questo dato impressionante: nel 2023 sono stati venduti tra 4.500 e 5.000 km di canali dell’aria solo in Italia. Una cifra che ci ricorda non solo l’importanza economica di questo mercato, ma anche l’enorme responsabilità che grava su tutti noi operatori del settore, poiché questi sistemi, se non adeguatamente mantenuti, possono trasformarsi da alleati della salute a veicoli di potenziali agenti patogeni. Gli investimenti volti al miglioramento della qualità dell’aria hanno un impatto diretto sugli aspetti sociali dell’attività aziendale e sulle politiche ESG (Environmental, Social and Governance), sempre più centrali nelle strategie delle imprese moderne. Un esempio concreto di questa problematica è rappresentato dalla Legionella, un batterio che può proliferare nei sistemi aeraulici e negli impianti idrici, causando gravi infezioni respiratorie. La prevenzione passa necessariamente attraverso la corretta gestione, manutenzione e sanificazione degli impianti”.
Il ruolo delle istituzioni: la Lombardia c’è Il convegno in Regione Lombardia ha rappresentato non solo un momento di analisi tecnica, ma anche un importante segnale politico. La presenza delle autorità regionali ha confermato l’attenzione crescente delle istituzioni sul tema, anche in vista dei nuovi obblighi normativi europei – dalla Tassonomia Green alla Direttiva sulla Performance Energetica degli Edifici, fino alla Corporate Sustainability Reporting Directive. “C’è bisogno di una nuova volontà politica che motivi a prevenire i rischi per la salute”, ha sottolineato il dr. Gaetano Settimo dell’ISS, tra i principali esperti nazionali di inquinamento indoor e collaboratore storico di AIISA.
Un appello condiviso: costruire un contesto normativo d’esempio AIISA ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per definire un quadro normativo chiaro, monitorabile e proporzionato, capace di proteggere la salute pubblica senza ostacolare l’operatività delle strutture. Un modello virtuoso che potrebbe fare scuola anche a livello nazionale. La sfida per il futuro è chiara: trasformare la qualità dell’aria indoor da tema “invisibile” a priorità condivisa, con azioni concrete, politiche efficaci e una nuova consapevolezza collettiva. “La nostra proposta mira a definire procedure chiare e verificabili, facilmente implementabili dalle strutture interessate e monitorabili dalle autorità competenti, senza creare oneri burocratici eccessivi che potrebbero compromettere l’efficacia degli interventi”, ha concluso Mangano.