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Il futuro del lavoro nel cleaning: nuove tecnologie ed evoluzione delle competenze

Anche il mondo del cleaning professionale sta vivendo una rivoluzione tecnologica con l’automazione e l’applicazione dell’intelligenza artificiale. Proviamo ad approfondire il tema grazie anche all’ aiuto di due esperti nell’ambito della robotica.

di Stefano Scaranaro, National Key Account Nilfisk Italia Spa

Il “Future Job Report 2025” elaborato dal World Economic Forum sostiene che entro il 2030 si creeranno 170 milioni nuove opportunità di lavoro, nonostante il sempre più determinante impatto dell’automazione e dell’AI. Come interpretare questo dato? Ovviamente parliamo di una stima basata su fattori empirici e tendenze studiate nei minimi particolari, a fronte comunque di circa 92 milioni di posti di lavoro che invece diventeranno “obsoleti”. Il dato ci deve far riflettere su come il mondo del lavoro stia cambiando, su come automazione e intelligenza artificiale saranno alleate imprescindibili nelle attività quotidiane e su come dovremo imparare a conviverci. Nuove competenze, nuovi modi di interpretare le attività quotidiane, formazione e condivisione saranno dunque fattori che, a mio avviso, assumeranno un ruolo determinante nelle nostre vite. Anche il mondo del cleaning sta vivendo questa rivoluzione, guidato da paesi tecnologicamente avanzati che, come in altri settori, hanno saputo intercettare e sviluppare il mondo dell’automazione e dell’AI con largo anticipo. Le prerogative del mercato cleaning, però, prevedono standard elevati e le macchine devono essere efficienti, oltre a essere valide alleate degli operatori. Questa sinergia mercato/produttori sta rapidamente evolvendo in prodotti di ottima qualità, con rendimenti elevati e capacità pulenti soddisfacenti. Quali sono dunque i fattori che guidano la transizione tecnologica nel mondo cleaning?

Il valore del pulito Un tema che può risultare scontato, ma che in realtà va discusso con maggiore forza. In un mondo sempre più connesso, dove una recensione negativa può pregiudicare anni di lavoro, è fondamentale porre attenzione anche ai minimi particolari. Questo tema può essere declinato anche alle realtà produttive, dove igiene e sicurezza stanno diventando fattori determinanti per la reputazione di un’azienda. È una nostra responsabilità, come esperti del settore, sensibilizzare il mercato sempre più verso il valore del pulito, frase che possiamo tradurre come “investire nel pulito”. Fintanto che pulire sarà considerata un’attività accessoria o una semplice spesa, senza dare reale valore a risorse e attrezzature, il tema dell’automazione sarà difficile da introdurre.

Macchine autonome: opportunità o minaccia? Oggi il mercato delle macchine autonome per la pulizia offre molte soluzioni adattabili ad ogni luogo; la vera capacità sta nell’adattarle alle esigenze di pulizia o operative. Un esempio che mi ha colpito in passato riguarda una importante impresa di pulizie inglese operante in una scuola. La necessità era di ottimizzare le risorse che operavano nel cantiere aumentando la resa oraria. La soluzione adottata è stata l’introduzione di macchine lavapavimenti autonome per i corridoi e robot aspirapolvere per le classi, andando a riallocare le risorse umane per un lavoro più dettagliato in ambienti sensibili come bagni e cucine. Questo esempio, secondo me, rappresenta la perfetta combinazione uomo/macchina e come l’automazione sia una valida alleata per offrire servizi veloci, efficienti e altamente performanti. Un argomento spesso poco discusso, ma decisivo nell’orientare la scelta, potrebbe essere l’enfatizzare l’immagine aziendale. Ebbene sì, investire in automazione comporta interesse e attenzione da parte dei clienti. Un’azienda che all’interno delle sue meeting room o show room, piuttosto che nell’area produttiva, investe in macchine autonome, sicuramente ha la possibilità di affermare la sua contemporaneità e visione per le innovazioni. Un esercizio pubblico in ambito ristorativo, ad esempio, può creare curiosità e divertimento attraverso i co-bot, aumentando il numero di visite e recensioni.

L’Uomo resta indispensabile La componente umana però rimane fondamentale nella gestione del robot lava/spazza pavimenti per molti motivi: per quanto sia in grado di lavorare in autonomia, la copertura degli spazi non è ancora al 100%, pertanto la rifinitura risulta indispensabile; la manutenzione della macchina è fondamentale ad ogni ciclo di lavaggio, a maggior ragione se autonoma, poiché durante le operazioni può compromettere la sua efficienza raccogliendo residui. Il mondo delle pulizie sta subendo una forte flessione in termini di disponibilità lavorativa. Il personale è sempre più difficile da reperire e formare, senza contare l’ampia rotazione che coinvolge il settore. Una soluzione autonoma può sicuramente stabilizzare e, soprattutto, non diminuire gli standard di servizio. Il controllo dei costi, inoltre, rappresenta una delle grandi difficoltà che gli operatori del settore si trovano a fronteggiare costantemente. Un co-bot lavapavimenti è in grado di fornire report dettagliati su resa/mq, consumo acqua, consumo detergente e corrente elettrica. Questo contribuisce a standardizzare i processi di pulizia in modo efficace, offrendo un costo certo e mai equivoco al cliente finale.

Spazi grandi, macchina grande? Le lavapavimenti/spazzatrici autonome hanno la possibilità di operare con cicli continui, grazie alle working-station con carico-scarico acqua automatizzato, re-fill detergente e ricarica. Questa possibilità consente a macchine di dimensioni ridotte di essere pienamente operative in ampi spazi. Non sarà più decisiva la resa reale per mq, poiché la macchina, avendo operatività continua, svolgerà il suo lavoro in più sessioni, metodicamente nel tempo. Questo tema è ripreso dal mondo del garden e dai robot tagliaerba: grandi spazi non necessitano di grandi macchine, in quanto il prato viene mantenuto “costantemente” tagliato all’altezza desiderata per settori ed in modo ciclico.

Lavorare tra la gente Se l’operatività del co-bot è continua nel tempo, questo implica anche la necessità di operare in ambienti affollati da mezzi o persone. In ambito assicurativo, questo può comportare un vero e proprio scoglio da superare. Si rende necessario dunque verificare che, soprattutto nel mondo del cleaning, le macchine siano certificate per operare in ambienti affollati. La normativa di riferimento in questo ambito è la CEI EN IEC 63327 che, rilasciata da enti certificatori esterni, stabilisce standard di sicurezza chiari e vincolanti per le case produttrici.

Un parere dal mondo In questo breve articolo, ho voluto coinvolgere due professionisti in ambito macchine autonome ponendo loro alcune domande. Il primo è Francisco Javier Martin Romo, che vanta una importante esperienza in ambito robotico e che lo ha portato oggi nella posizione di Country Manager Italia per Keenon Robotics, azienda leader nella progettazione e produzione di Service Robot.

Come e quanto è mutato il mercato italiano dal tuo arrivo in Keenon nel 2022? Il settore della robotica di servizi ha subito una trasformazione significativa. Ad inizio 2022, quando ho assunto il mio incarico in Italia, il mercato era popolato principalmente da singoli imprenditori, molti dei quali privi di esperienza pregressa con la tecnologia, che cercavano di sfruttare nuove opportunità commerciali. Il panorama è ora radicalmente trasformato: l’ecosistema conta numerosi nuovi attori strutturati e aziende con decenni di esperienza tecnologica, che stanno accelerando l’adozione e modellando il futuro del settore con un impatto significativo.

Quali sono i fattori che il cliente finale deve considerare per approcciarsi al mondo dell’automazione? Il processo decisionale per l’adozione dell’automazione dovrebbe considerare tre aspetti cruciali:

(1) Autoanalisi: È essenziale che ogni azienda conosca in profondità le proprie operazioni per identificare dove e come l’automazione potrebbe apportare un impatto significativo.

(2) Scelta del fornitore: È fondamentale optare per distributori o integratori professionali che possano offrire una guida esperta, dal consiglio sul prodotto più adatto, fino al supporto post-vendita.

(3) Visione strategica: L’investimento in automazione deve essere considerato non come un acquisto isolato, ma come parte di una strategia di integrazione tecnologica a lungo termine all’interno delle operazioni aziendali.

Quali sono gli scenari che immagini per l’Italia nel prossimo futuro? La creatività e la capacità di adattamento che caratterizzano imprenditori e manager italiani mi portano a essere davvero molto ottimista sul futuro dell’adozione della robotica di servizi in Italia. Prevedo un incremento nell’utilizzo di tecnologie avanzate come la robotica, che saranno sempre più integrate per supportare e potenziare le squadre umane. In un settore dove flessibilità e adattabilità sono chiave, il futuro si prospetta ricco di opportunità per innovazioni sempre più integrate nel tessuto produttivo e sociale.

Per una seconda visione, ho voluto coinvolgere Peter Kwestro, pioniere a livello europeo in ambito robotico ed ora Global Strategic Marketing & Business Development Director per Gausium, azienda leader nella progettazione e produzione di macchine per la pulizia autonoma su base AI.

Come responsabile per il mercato mondiale, quali sono i paesi più “reattivi” in ambito automazione cleaning e perché? Se me lo avessi chiesto cinque anni fa avrei dato risposte ovvie, i paesi con una base salariale elevata sono i più interessati e hanno la richiesta più alta, ma oggi, però, vediamo una realtà diversa. Paesi come Serbia e Romania, che hanno un costo del lavoro basso, stanno ponendo sempre più attenzione al mondo delle macchine per la pulizia autonome. Hanno solo ragioni e motivazioni diverse. Ad esempio, una catena di vendita al dettaglio serba voleva un maggior controllo di gestione e una pulizia molto più elevata a un costo inferiore. Dopo mesi di test ha fornito un robot per la pulizia in ciascuno dei 40 punti vendita ed oggi, dopo circa 2 anni, l’investimento risulta quasi ammortizzato. Un altro esempio riguarda l’aeroporto di Zurigo, che ha inserito nei processi di pulizia numerosi robot, non solo per abbattere il costo del lavoro molto più elevato, ma anche a causa della mancanza di personale e della ridotta produttività, oltre che dal desiderio di un aeroporto più pulito. L’assestamento dei prezzi, software affidabili e di alta qualità hanno cambiato completamente il mercato, aumentando l’attenzione da parte degli utilizzatori finali. In una domanda globale in crescita, ma con una popolazione attiva in calo, i clienti possono avere risultati migliori in termini di pulizia e coerenza nella gestione dei costi.

Secondo la tua opinione, come sarà questo mercato tra 5 anni? Il mercato si sta già muovendo in avanti e negli ultimi due anni molto rapidamente. Mentre 7 anni fa sia la tecnologia che la domanda erano ad un livello molto più basso, oggi nella maggior parte delle gare d’appalto e dei casi aziendali, i robot per la pulizia rappresentano una realtà. Stimo una crescita del mercato cleaning autonomo dall’attuale 5% ad un 20-25% sul totale delle macchine vendute. La tendenza è quella di piccole lavasciuga manuali flessibili in combinazione con robot compatti o di medie dimensioni in grado di lavorare autonomamente. Riprendendo dunque l’incipit, i cambiamenti che ci aspettano sono notevoli e alcuni molto impattanti. Il mondo del cleaning autonomo, però, rappresenta una vera e propria opportunità di crescita e cambiamento, in un settore poco impattato dalle novità, soprattutto di prodotto. Rimane quindi in carico a noi la scelta di rimanere aggiornati e curiosi, pronti a guidare il mercato in questa nuova era che ormai ci coinvolge e travolge.

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