Il 13 giugno è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei servizi di pulizia, servizi integrati/multiservizi.
L’accordo – valido dal 1° giugno 2025 al 31 dicembre 2028 – introduce importanti novità economiche e normative. Tra le principali: aumento dei minimi salariali, rafforzamento delle tutele per i lavoratori e attenzione alla sostenibilità delle imprese. Le sigle firmatarie hanno commentato: “Un risultato importante, raggiunto con senso di responsabilità in un contesto economico complesso”.
Un rinnovo atteso e complesso Dopo una trattativa iniziata nel luglio 2024 e durata quasi un anno, il 13 giugno 2025 è stata finalmente siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Multiservizi. L’intesa è stata sottoscritta dalle organizzazioni datoriali AGCI Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e dalle organizzazioni sindacali Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTrasporti. “Un risultato raggiunto con senso di responsabilità nei confronti delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori, e del Paese intero: parliamo infatti di servizi essenziali, centrali per l’economia e cruciali per la qualità della vita delle comunità”, questo il commento delle Associazioni datoriali.
Aumento salariale e clausola inflazione Il contratto prevede un aumento salariale a regime di 215 euro sui minimi tabellari, pari a un incremento complessivo del 16,6%. Per un lavoratore inquadrato al secondo livello, si tradurrà in un aumento di 5.705 euro nell’intero periodo di vigenza del contratto (2025–2028). Particolarmente significativo è l’accordo sulla clausola di adeguamento all’inflazione: i lavoratori recupereranno integralmente il potere d’acquisto perso nel quadriennio 2021–2024, segnato da un’inflazione anomala e straordinaria, aggravata da crisi energetiche e aumento dei costi delle materie prime. Il consuntivo IPCA sarà riconosciuto ai lavoratori in modo frazionato e conglobato nel prossimo rinnovo contrattuale.
Più ore e più tutele, un passo avanti verso la parità di genere Particolarmente significativo, rappresentando uno degli aspetti più rilevanti di novità contenuto in questo accordo, è il consolidamento automatico delle ore supplementari, rafforzato da un meccanismo deterrente per le aziende che non stipulano accordi di secondo livello (art. 33). Il contratto rappresenta una conquista anche da un punto di vista sociale rispetto al tema cruciale della parità di genere e della tutela delle lavoratrici, rafforzata per le donne vittime di violenza, con integrazione al 100% dell’indennità di congedo per ulteriori 90 giorni e l’impegno, da parte di tutte le associazioni datoriali, a favorire il ricollocamento delle vittime di violenza in altre imprese del settore. Tra le principali novità normative si annoverano anche l’aumento dell’orario minimo part-time a 15 ore settimanali e l’obbligo di comunicazione preventiva per i periodi di comporto in caso di malattia
Un contratto per tutto il settore, una firma che guarda avanti Il CCNL si intende rinnovato per l’intero comparto. L’accordo ha il pregio di coniugare sostenibilità sociale ed economica, tutelando i lavoratori ma anche le imprese, spesso schiacciate tra ritardi negli appalti e mancati adeguamenti economici da parte della Pubblica Amministrazione
Il commento di Andrea Laguardia, Vicepresidente di Legacoop Produzione e Servizi “Rinnovare un contratto nazionale è sempre un traguardo rilevante, soprattutto per un’associazione che rappresenta cooperative in cui i lavoratori sono anche soci e proprietari dell’impresa. L’iter è stato lungo e complicato, ma ha portato a un risultato solido per tutto il settore. Il contratto è un passo avanti per la tenuta del comparto, ma anche un invito al Governo affinché riconosca il valore strategico di questi servizi essenziali, troppo spesso penalizzati dalla mancata revisione dei prezzi nei contratti pubblici. Senza un meccanismo efficace di aggiornamento, sarà sempre più difficile sostenere i costi derivanti dai giusti aumenti contrattuali. La scelta di riconoscere il consuntivo IPCA ai lavoratori in modo frazionato e conglobato nel prossimo rinnovo rappresenta una scelta che tutela lavoratori e imprese in un contesto economico ancora fragile. Tra aumenti energetici e dei costi delle materie prime, con un’inflazione che ha raggiunto dei picchi anche del 20% e in assenza un riconoscimento degli avvenuti aumenti da parte delle pubbliche amministrazioni, l’impatto economico del riconoscimento in busta paga consuntivo IPCA avrebbe messo a serio rischio la tenuta economica delle imprese. Se consideriamo l’andamento dell’ipca degli ultimi 25 anni, la media degli ultimi quattro è quattro volte quella dei precedenti. È evidente che si tratta di un evento straordinario. Abbiamo fatto la nostra parte, ora è il momento che anche il sistema pubblico e le istituzioni riconoscano al settore il ruolo e la dignità che merita attraverso norme che permettano il riequilibrio dei contratti con la P.A.”.