Le istanze di Anip Confindustria, seppur a beneficio di tutto il comparto, non sono state ascoltate, il Presidente spiega le ragioni della mancata sottoscrizione dell’ipotesi di rinnovo contrattuale.
Durante l’ultima tornata contrattuale, l’associazione ha preso una posizione storica: non sottoscrivere il rinnovo del contratto, firmato invece dalle altre organizzazioni datoriali. In questa intervista, Volpe spiega che la decisione nasce da un confronto approfondito e dal desiderio di un equilibrio più solido tra sostenibilità per le imprese e tutela dei lavoratori.
L’elezione a presidente di Angelo Volpe, presa all’unanimità dall’Assemblea di ANIP Confindustria, è stata un chiaro segnale di fiducia e di coesione all’interno dell’associazione. Sul numero di GSA maggio, in occasione del suo insediamento, ha indicato alcune priorità fondamentali del suo mandato: il rinnovo del CCNL Multiservizi, una rappresentanza forte, regole chiare e innovazione come leve per la crescita delle imprese e per il benessere dei lavoratori. Oggi ci spiega la decisione di non firmare il rinnovo del CCNL.
Durante l’ultima tornata contrattuale, ANIP Confindustria ha assunto una posizione inedita, decidendo di non sottoscrivere il rinnovo del CCNL firmato invece dalle altre quattro organizzazioni datoriali. È la prima volta che accade, almeno dagli inizi degli anni 2000. Presidente, può spiegarci le ragioni di questa scelta e che tipo di visione ha ANIP sul futuro delle relazioni sindacali nel settore?
“La decisione di ANIP Confindustria di non sottoscrivere l’ipotesi di rinnovo del CCNL Multiservizi è maturata al termine di un percorso approfondito e responsabile, a conclusione di un negoziato al quale abbiamo partecipato con continuità e spirito costruttivo. Il nostro impegno si è sempre orientato verso la ricerca di un equilibrio tra la giusta valorizzazione del lavoro e la sostenibilità operativa delle imprese, in un comparto caratterizzato da forte complessità e alta intensità di manodopera. Abbiamo riconosciuto l’importanza di un adeguamento economico e ci siamo resi disponibili ad affrontarlo con senso di responsabilità. Al tempo stesso, riteniamo che per rispondere pienamente alle esigenze del settore sarebbe stato necessario affiancare a tale aggiornamento anche un percorso di revisione dell’impianto normativo, finalizzato a garantire maggiore chiarezza applicativa, semplificazione delle regole e prevenzione delle incertezze interpretative. Alcuni temi, già presenti nelle piattaforme iniziali, avrebbero a nostro avviso meritato un ulteriore approfondimento. In questa prospettiva, ANIP avrebbe voluto continuare a fornire il proprio contributo anche nella fase conclusiva del confronto. Pur rispettando l’esito raggiunto, riteniamo che un dialogo più esteso e inclusivo avrebbe potuto rappresentare un’opportunità utile per rafforzare ulteriormente il percorso contrattuale. Ribadiamo comunque il nostro impegno a proseguire in modo costruttivo e propositivo il lavoro intrapreso, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di relazioni industriali solide e trasparenti e alla costruzione, nel tempo, di soluzioni condivise e sostenibili a beneficio di lavoratrici, lavoratori e imprese.”
Lei ha sottolineato l’importanza di avere “regole chiare” per favorire la crescita delle imprese e migliorare il benessere dei lavoratori. Ci può dire quali sono, secondo lei, le regole attuali che andrebbero riviste o superate, e quali invece dovrebbero essere introdotte per favorire innovazione, competitività e qualità nel comparto?
“La chiarezza delle regole rappresenta oggi una delle principali criticità del settore. Troppo spesso ci troviamo di fronte a contratti collettivi con formulazioni ambigue, che generano dubbi interpretativi, contenziosi e tensioni nei rapporti tra imprese e lavoratori. Una normativa poco chiara penalizza tanto la qualità dell’occupazione quanto l’efficienza e la competitività delle imprese. È quindi necessario, innanzitutto, semplificare e razionalizzare molte disposizioni contrattuali, rendendole pienamente comprensibili, applicabili ed esigibili. All’interno del CCNL Multiservizi vi sono numerose tematiche che avrebbero meritato un serio approfondimento già nei precedenti rinnovi. Penso, ad esempio, alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, al funzionamento degli enti bilaterali del settore, alla disciplina che riguarda i lavoratori con disabilità, alla gestione del fenomeno delle “malattie brevi e ripetute”, nonché alla razionalizzazione delle indennità e delle maggiorazioni previste dal contratto. Su tre di questi temi erano già stati previsti, nei precedenti rinnovi contrattuali, specifici tavoli tecnici di approfondimento, che tuttavia non hanno mai trovato concreta attuazione. La nostra richiesta era chiara: riprendere quei dossier con coerenza e senso di responsabilità, e lavorare per individuare soluzioni condivise su questioni ancora aperte, incluse le indennità e le maggiorazioni, che oggi continuano a generare incertezze applicative e frequenti contenziosi, a conferma della loro rilevanza e urgenza. Parallelamente, ritengo indispensabile un intervento normativo sul piano pubblico, in particolare in materia di revisione prezzi. Le imprese del comparto operano su contratti pluriennali, spesso a margini ridottissimi e con costi in continua evoluzione. Le attuali regole sulla revisione dei corrispettivi si rivelano del tutto inadeguate rispetto alla realtà economica del settore, compromettendo ogni possibilità di pianificazione e investimento. In questo scenario, ANIP Confindustria ritiene prioritario introdurre strumenti che incentivino l’innovazione organizzativa e tecnologica, rafforzino la formazione continua e valorizzino le imprese che investono nella qualità del lavoro. Servono politiche contrattuali e pubbliche capaci di riconoscere e premiare comportamenti virtuosi, anche in termini di responsabilità sociale e ambientale. Una contrattazione consapevole del contesto attuale e lungimirante non può limitarsi a gestire il rinnovo economico. Deve affrontare con coraggio i nodi strutturali che ostacolano lo sviluppo del settore, offrendo risposte durature, sostenibili e condivise, a beneficio sia dei lavoratori sia delle imprese che generano valore e occupazione”.
Una delle sfide del settore resta il tema della rappresentanza: molte imprese, specialmente di piccole e medie dimensioni, non aderiscono ad alcuna organizzazione datoriale. Come pensa di affrontare questo problema e quale strategia ANIP metterà in campo per attrarre nuove imprese e rafforzare il ruolo dell’associazione?
“La rappresentanza è un tema cruciale per garantire stabilità, equità e qualità all’intero settore. È un dato di fatto che molte piccole e medie imprese non risultino oggi rappresentate da alcuna organizzazione datoriale, e questa frammentazione indebolisce il sistema delle relazioni industriali, penalizzando tanto i lavoratori quanto le imprese virtuose. Gli ultimi dati condivisi in sede di organismo bilaterale indicano che il 67% delle imprese aderenti che dichiarano la loro natura sono società di capitale. Se consideriamo questo dato come rappresentativo di un campione significativo del settore, è evidente che lo spazio di crescita, in termini di adesioni, resta molto ampio. Ciò conferma l’urgenza di rafforzare la rappresentanza datoriale su basi trasparenti e oggettive. ANIP Confindustria intende rispondere a questa sfida consolidando il proprio ruolo di interlocutore autorevole, credibile e inclusivo, in grado di rappresentare in maniera efficace l’intera filiera dei servizi integrati e del facility management. La nostra strategia si sviluppa lungo tre direttrici principali:
- Offerta di valore – ANIP intende essere non solo soggetto contrattuale, ma partner strategico delle imprese associate, offrendo servizi qualificati, aggiornamento costante, supporto normativo e strumenti concreti per affrontare le trasformazioni in atto nel settore.
- Radicamento territoriale – Vogliamo rafforzare la nostra presenza nelle realtà locali, intensificando il dialogo con le PMI, valorizzando le esperienze virtuose e favorendo la costruzione di reti d’impresa capaci di generare sinergie, innovazione e competitività.
- Trasparenza e partecipazione – Promuoviamo un modello associativo fondato su criteri verificabili e dati oggettivi, in netta contrapposizione a narrazioni autoreferenziali e prive di riscontro ufficiale. Puntiamo a una rappresentanza reale, aperta e documentata, dove le decisioni siano condivise e orientate al bene comune del settore.
Siamo convinti che solo attraverso una rappresentanza forte, competente e coerente sia possibile costruire una contrattazione collettiva di qualità, che valorizzi chi lavora e chi genera lavoro. Il nostro impegno proseguirà con determinazione, al servizio di un comparto che merita attenzione, rispetto e visione di lungo termine”.