La Guida alle macchine autonome per la pulizia professionale è frutto dell’instancabile l’attività di AFIDAMP. Funzioni, tipologie, tecnologie di navigazione, competenze professionali e sostenibilità tra gli argomenti trattati, per orientarsi in un settore in rapida evoluzione.
Altro importante passo in avanti sul fronte dell’impiego consapevole ed efficace dell’automazione nella pulizia professionale, risorsa ormai imprescindibile per stare al passo con le esigenze di un settore in continua evoluzione.
Il dinamismo di AFIDAMP Ancora una volta la firma è di AFIDAMP, che prosegue così la propria mission di supporto e affiancamento tecnico ai soci (e non solo): l’associazione che rappresenta i fabbricanti e distributori italiani del cleaning industriale ha infatti presentato la nuova “Guida alle macchine autonome per la pulizia professionale”, frutto del lavoro del “focus team” dedicato e scaricabile dal sito previa compilazione di un breve questionario. L’assunto di fondo è che le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale, dall’automazione e dalla digitalizzazione avanzata rischiano di cadere nel vuoto -o, peggio ancora, di rivelarsi controproducenti- se non adottate in modo responsabile e informato.
Un “salto” in un futuro già… presente In quest’ottica la nuova Guida -che ci fa fare un salto a piè pari nel futuro, anzi nel presente del cleaning professionale- è uno strumento completo per orientarsi in un settore tra i più dinamici. L’accelerazione tecnologica nelle pulizie professionali, in effetti, ha portato allo sviluppo di macchine autonome sempre più avanzate, progettate per migliorare l’efficienza operativa, essere sicure per gli operatori e ridurre l’impatto ambientale. Un universo che l’associazione ha voluto esplorare e approfondire in un documento destinato a tutti gli attori della filiera: dai produttori e distributori agli utilizzatori finali.
Le finalità “L’obiettivo –precisa Stefania Verrienti, Direttore AFIDAMP– è fornire ai decision makers delle imprese di pulizie e degli utilizzatori finali uno strumento pratico e completo per comprendere le opportunità offerte dall’automazione, facilitando la transizione verso tecnologie innovative che migliorano la produttività, garantiscono alti standard di igiene e sicurezza e riducono l’impatto ambientale”. Ma addentriamoci ora nel corposo documento.
La struttura del documento Il testo, di oltre 30 pagine, è suddiviso in diverse sezioni, ciascuna focalizzata su un aspetto specifico. Si parte da un’analisi dei principali tipi di macchine professionali, come lavasciuga, spazzatrici e aspirapolvere, con particolare attenzione alla loro capacità di automatizzare attività ripetitive, ottimizzando così le risorse. Vengono poi approfondite le tecnologie di navigazione e i sistemi di controllo che rendono possibili le operazioni autonome, descrivendo l’uso di sensori avanzati, software di navigazione e strumenti di reportistica.
“Regine” automatiche del cleaning Tra i capitoli più interessanti quello dedicato a fare il punto su tipologie e funzioni dei più diffusi robot per la pulizia, a partire dalle “regine” del pulito meccanizzato: le lavasciugapavimenti, che combinano le funzioni di lavaggio e asciugatura, ideali per la pulizia di superfici dure in svariati ambienti; le spazzatrici, progettate per la rimozione di detriti, polvere e sporco leggero, e adatte sia per ambienti interni sia esterni come magazzini, parcheggi, strade e aree industriali; ma anche le aspirapolvere, che utilizzano uno o più motori con turbina per generare una depressione consentendo l’aspirazione di polvere, liquidi e particelle. In tutti questi casi le macchine autonome rappresentano una soluzione avanzata per ottimizzare le operazioni ripetitive e migliorare l’efficienza.
Gli elementi-cardine dell’automazione Gli elementi chiave includono: programmabilità, perché le macchine possono essere configurate per eseguire cicli di pulizia automatici in momenti specifici e aree predefinite; navigazione autonoma grazie a sensori, telecamere e algoritmi avanzati; raccolta e analisi dei dati, visto che alcune macchine sono dotate di funzionalità per monitorare le prestazioni di pulizia e le condizioni dell’ambiente, fornendo dati utili per ottimizzare le operazioni. Da non dimenticare poi l’autonomia manutentiva.
Orizzonti sempre più ampi, in sinergia con l’uomo L’industria, poi, sta sviluppando tecnologie innovative per ampliare il campo dell’automazione della pulizia, includendo robot idropulitrici, macchine ad iniezione/estrazione automatiche e dispositivi per la pulizia di superfici verticali come vetri, pareti e facciate. Il tutto in sinergia con l’attività umana, che resta comunque indispensabile ma che può essere dedicata a operazioni meno meccaniche e ripetitive. Per Stefano Grosso, Coordinatore del focus team Macchine Autonome, “l’automazione non deve essere vista come un rischio per l’occupazione, ma come un’opportunità per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la professionalità degli operatori. La guida è pensata per supportare questo percorso, fornendo indicazioni concrete sulle competenze richieste e sulle migliori pratiche operative da adottare”.
“Barriere invisibili” e ultrasuoni Ma quali sono le tecnologie di navigazione utilizzate, i comandi e le funzioni? Lo spiega bene la Guida: i robot per la pulizia integrano una combinazione di sensori avanzati come telecamere, Lidar, ultrasuoni e altri. La gestione integrata tramite software specifici consente di sfruttare le loro potenzialità, garantendo un funzionamento sicuro ed efficiente. Ad esempio, i sensori ad ultrasuoni sfruttano onde sonore per individuare oggetti o ostacoli. Tra le principali caratteristiche troviamo la protezione con muri virtuali a 360°, una “barriera invisibile” contro il passaggio di oggetti o persone non autorizzati. Ampio il range operativo: sono in grado di rilevare oggetti a distanze variabili tra 3 cm e 1 m. I più sofisticati comprendono il rilevamento di vetri e materiali trasparenti. Notevole l’affidabilità in ambienti luminosi e polverosi.
Telecamere di profondità Le telecamere di profondità 3D sfruttano invece la visione stereoscopica per rilevare la profondità degli oggetti nell’ambiente. Tra le prerogative spiccano la capacità avanzata di evitare ostacoli, il range operativo tra i 20 cm e gli oltre 10 m, la capacità di rilevamento tridimensionale con mappatura dettagliata degli ambienti, l’individuazione di ostacoli sospesi e bassi, la localizzazione iniziale accurata, il rilevamento specifico del contesto. Ma c’è davvero tanto da scoprire…
Alla scoperta della tecnologia “Lidar” Una delle frontiere più attuali, ad esempio, è quella della tecnologia Lidar (Light Detection and Ranging): basata sulla scansione laser, è uno strumento fondamentale per la rilevazione e la mappatura dell’ambiente. Le sue principali caratteristiche includono l’ampio range operativo (fino a 40 metri e più), l’adattabilità a grandi spazi aperti, l’elevata risoluzione e precisione con misurazioni altamente accurate delle distanze e la rappresentazione in tre dimensioni degli ambienti per applicazioni avanzate di navigazione autonoma e mappatura complessa. Completano il quadro l’odometria, tecnica per stimare la posizione e il movimento di un robot utilizzando i dati dei sensori interni, e i sensori anticaduta che prevengono incidenti in presenza di vuoti, bordi o superfici sopraelevate.
Amr e Agv fra le tecnologie più usate La Guida poi entra ancor più nello specifico, anche alla luce del nuovo Regolamento Macchine 1230 del 2023, che diverrà pienamente operativo a partire dal 2027. Ci si addentra dunque nelle tecnologie AMR – Robot Mobili Autonomi, che integrano una varietà di sensori per raccogliere dati in tempo reale sull’ambiente e si distinguono per la loro capacità di navigare autonomamente sfruttando sensori avanzati e algoritmi sofisticati, e AGV (Automated Guided Vehicles), che navigano seguendo percorsi predefiniti utilizzando diverse tecnologie di guida, ognuna adatta a specifici ambienti e applicazioni (come la navigazione a riconoscimento dei contorni), con un accenno alla scelta dei software di navigazione, che possono essere proprietari o acquisiti da terzi (con vantaggi e svantaggi in entrambi i casi). Interessante anche la parte dedicata al reporting, enorme plus di queste tecnologie, e all’interfaccia utente.
Nuove tecnologie, nuove competenze Utenti, appunto. Quali sono le competenze che occorre avere per sfruttare al meglio i vantaggi delle nuove tecnologie? Niente paura, anche in questo caso è la Guida a darci una mano: è scontato che l’utilizzo di macchine autonome richieda competenze professionali diversificate, che coinvolgono figure specializzate, ciascuna con conoscenze e abilità specifiche. Queste figure sono fondamentali per garantire che le operazioni di gestione e manutenzione delle macchine autonome avvengano in modo efficace e sicuro. Il team AFIDAMP ne individua tre: operatore, supervisore e fleet manager.
Le figure-chiave: operatore, supervisore… Il primo, figura preposta al funzionamento e alla manutenzione di base della macchina, deve essere in grado di gestire le operazioni quotidiane, di monitorare il funzionamento del robot e di intervenire in caso di necessità. È anche responsabile della manutenzione preventiva e delle regolazioni iniziali. Il supervisore, figura specializzata che monitora e gestisce le attività delle macchine autonome, dovrà avere la capacità di rilevare anomalie o malfunzionamenti e intervenire tempestivamente per correggerli.
… e fleet manager Inoltre, deve adattare il sistema alle modifiche dell’ambiente operativo, come cambiamenti nella disposizione o nuovi ostacoli, mantenendo sempre un controllo sul sistema. Il fleet manager è un professionista con competenze avanzate, in grado di gestire una flotta di robot autonomi. Conosce i software di navigazione, le metriche e i dati raccolti dalle macchine, e utilizza queste informazioni per ottimizzare le operazioni; inoltre è responsabile della pianificazione delle rotte, dell’analisi delle performance e della gestione dell’efficienza. L’attività può essere svolta internamente o tramite servizi esterni offerti dal distributore o dal fabbricante delle macchine.
Ridurre gli impatti, sulla via della sostenibilità Tutto questo, però, non deve far smarrire la strada maestra della sostenibilità: per i robot di pulizia professionale rappresenta un concetto centrale, che include l’adozione di tecnologie e pratiche mirate a ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’efficienza energetica durante le operazioni di pulizia. Come sappiamo, l’introduzione dei CAM per i servizi di pulizia e sanificazione ha posto le basi per promuovere tecnologie e soluzioni sostenibili: questi criteri definiscono i requisiti necessari per ridurre gli impatti ambientali, favorendo l’uso di tecnologie più ecologiche, come l’utilizzo di materiali riciclabili e l’adozione di processi energeticamente più efficienti.
L’analisi dei cicli di vita L’attenzione alla sostenibilità si traduce principalmente in soluzioni che prevedono l’impiego di materiali riciclabili e l’ottimizzazione delle risorse come energia, acqua e detergenti. Fondamentale il monitoraggio costante dei consumi e delle performance delle macchine e delle batterie, con l’obiettivo di allungarne la vita utile e ridurre l’impatto ambientale nel lungo periodo. Un approccio cruciale per minimizzare l’impatto ambientale riguarda l’analisi dell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione fino allo smaltimento finale.
La scelta consapevole di materiali e fornitori Analizzando gli impatti legati ai singoli componenti, è possibile scegliere materiali e fornitori più sostenibili, implementando un miglioramento continuo in base ai principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Dal punto di vista delle performance, le macchine autonome sono progettate per ottimizzare l’uso di energia e risorse, riducendo significativamente gli sprechi. Alcuni aspetti chiave da considerare includono: efficienza energetica, materiali riciclabili, riduzione di emissioni inquinanti, durata della batteria, programmazione intelligente, manutenzione sostenibile. Ancora, l’analisi dei dati raccolti consentirà di apportare miglioramenti mirati alle macchine, aumentando l’efficienza e riducendo i consumi.
Tecnologia, efficienza, sostenibilità e sicurezza: sfide per un domani migliore Dopo un interessante approfondimento in chiave “Industria 5.0”, l’ultimo aspetto esaminato è quello normativo, a cui le macchine si devono uniformare per operare in ambienti professionali, e quello della sicurezza. L’obiettivo è garantire che le macchine autonome per la pulizia siano conformi alle normative europee e agli standard di settore, come le recenti regolamentazioni sull’intelligenza artificiale e sulla loro interazione sicura negli spazi condivisi. Anche in tal senso la Guida rappresenta una tappa cruciale per costruire un futuro tecnologicamente avanzato, ma al tempo stesso sostenibile per l’ambiente e sicuro per l’operatore.