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EFCI, Lorenzo Mattioli in cabina di regia

Le tante sfide che attendono Lorenzo Mattioli, fresco di nomina alla presidenza di EFCI in un momento altamente critico per il settore e non solo. “Obiettivo primario: valorizzare il mondo dei servizi e le sue professionalità agli occhi di istituzioni e opinione pubblica”. Si profila una fase di serrate interlocuzioni con i decisori europei. 

Se è vero, come è noto, che il termine  “crisi” rimanda etimologicamente al “cambiamento”, non ci poteva essere momento più “critico” per raccogliere un testimone importante come quello della presidenza di EFCI – acronimo che sta per European cleaning and facility services industry-, associazione europea delle imprese del cleaning e del facility management che Lorenzo Mattioli è chiamato a guidare per il prossimo biennio. Davvero tante, e impegnative, sono le sfide presenti e quelle che si profilano all’orizzonte in un momento in cui, appena lasciatosi alle spalle (forse) la fase più critica della pandemia, il mercato del settore entra in un momento di grandi difficoltà legate a una situazione internazionale sempre più tesa. Non sono poche, a dire il vero, le frecce all’arco del neopresidente, a partire dalla lunga e importante esperienza in Anip Confindustria prima e in Confindustria Servizi Hcfs poi, ruoli che gli hanno permesso di conoscere da vicino le dinamiche del settore a livello italiano ed europeo.
Presidente, innanzitutto complimenti per la sua recentissima nomina alla guida di EFCI. E’ un importante riconoscimento del lavoro svolto sia con Anip Confindustria che con Confindustria Servizi HCFS che lei presiede da anni.
“Si tratta di un lavoro che parte da lontano e, come giustamente ha ricordato, parte dall’idea di valorizzare il mondo dei servizi agli occhi dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Un’operazione che, in tempi non sospetti, ovvero quanto ancora nessuno osava parlare dell’importanza del Facility Management, del cleaning e della sanificazione, è partita con Anip Confindustria e via via ha trovato anche una dimensione europea. Questa ‘presidenza di turno’ premia a tutti gli effetti l’Italia, che arriva a Bruxelles con tante proposte, ma anche con un bagaglio di esperienze e risultati da rivendicare: primo tra tutti un contratto nazionale di settore innovativo e condiviso, poi una costante attività di relazioni istituzionali e comunicazione per le quali siamo stati premiati come Anip”.
Con la sua elezione in EFCI l’Italia ritorna con rinnovato peso nella rappresentanza internazionale del facility…
“Efci oggi raccoglie 14 associazioni d’impresa europee, rappresentando  oltre 4 milioni di lavoratori e circa 300mila imprese: sono numeri importanti che rendono gravoso il compito della presidenza. Anni fa ho iniziato il progetto di rappresentanza del mondo del cleaning e del facility services promuovendolo nel sistema industriale Italiano ed ora in Europa. Si tratta di una opportunità unica, in un momento storico cosi complicato, per il rafforzamento della rappresentanza di questo settore che, non solo in Italia, ha la possibilità di portare la voce delle imprese cosi in alto.   Vorrei che la mia presidenza fosse una grande occasione anche per il settore italiano che rappresenta 600mila lavoratori. Le imprese dei servizi e tutti gli addetti impiegati, per la maggioranza donne, garantiscono la ripartenza in Europa e in Italia”.
Quali saranno le priorità del suo mandato?
“Sarà una presidenza che darà  avvio ad una serrata interlocuzione con il Parlamento europeo, attraverso la definizione di policy, su molte delle questioni ora in discussione, quali quelle sul salario minimo, sul public procurement; la transizione ecologica, il tema attualissimo della revisione dei prezzi negli appalti pubblici, quale conseguenza dell’aumento dei costi delle materie prime; il PNRR e i servizi di facility, e su tutte  le iniziative che mirino a far comprendere il valore e l’alta professionalità delle aziende dei servizi e una maggiore conoscenza delle stesse. Lo scenario attuale non è solo influenzato dalla pandemia, ma anche dalle problematiche derivanti dal conflitto in corso: una situazione che impone la massima attenzione ed il massimo impegno nell’azione di rappresentanza. Dobbiamo far capire che i servizi non sono più una semplice commodity, ma una macchina operosa ad alta professionalità con milioni di addetti che si prendono cura della collettività”.
Ci sarà, anche, tra i suoi obiettivi, la valorizzazione del lavoro femminile, assolutamente maggioritario nel comparto dei servizi?
“Come noto, i servizi sono un comparto squisitamente labour intensive, e ancor più peculiare il fatto che la presenza femminile sia elevatissima. L’obiettivo è quello di diffondere un modello di lavoro sempre più vicino alle donne e colmare quel gender gap che anche nel nostro comparto riguarda soprattutto gli ambiti STEM.  A tal proposito il contratto collettivo nazionale approvato dalla parte sociali in Italia (quello multiservizi) contiene elementi forti a garanzia delle donne, ma auspichiamo che la sfera femminile possa godere di maggiori sgravi per le assunzioni e che le aziende siano messe in condizioni di erogare prestazioni di welfare integrative a quelle oggi, purtroppo carenti, dello Stato”.
Il perdurare della pandemia, in modo inatteso e imprevedibile per la stagione estiva, definisce l’endemizzazione del virus tra la popolazione. Quali potranno essere le iniziative della Federazione per mantenere il ruolo prioritario dei servizi di facility a garanzia della tutela della salute?
“Ci batteremo affinché sia garantita il più possibile la sanificazione professionale nei luoghi di lavoro, in quelli più affollati e a rischio come le scuole. Duole assistere ad una sottovalutazione di questa buona pratica, peraltro scientificamente dimostrata, ma quello che per certi versi preoccupa è vedere come, dopo due anni, non si abbiano ancora le idee chiare sul da farsi. Sempre ritornando alle scuole, ritorna in auge il tema dell’areazione come pratica addirittura sostitutiva della sanificazione: pensavano fosse un dato acquisito, invece scopriamo che non è stato fatto nulla. Inoltre è una questione che riguarderà sempre più la sicurezza dei lavoratori e l’igiene sanitaria degli ambienti di lavoro”.
Lei rappresenta un Paese che è anche il più importante produttore europeo di macchine, attrezzature, prodotti e sistemi per la pulizia professionale e di una ben collaudata fiera internazionale, Issa Pulire. Come ritiene che questi elementi competitivi possano essere sinergici alle sua futura attività.
“Nella mia veste di presidente di Anip e di Confindustria Servizi Hcfs ho sempre pensato che le aziende del mondo del Facility e dei servizi, siano soprattutto delle grandi organizzatrici di lavoro ad alta percentuale di manodopera, una professionalità e un know how che andava valorizzato e che andava affrontato e rappresentato anche oltre i prodotti e le macchine che usava. In questo senso è stato pensato e inventato ‘Life’, ovvero il Labour intensive facility event ripensando le modalità di incontro e le tematiche nel mondo dei Servizi, soprattutto nel dialogo istituzionale e politico. La vicenda covid lo ha chiaramente dimostrato quando c’è stata l’esigenza di rappresentare e difendere la professionalità e la sopravvivenza dell’intero comparto. Oggi siamo da questo punto di vista più maturi, ritengo che quel vuoto si sia in parte colmato per cui vedo potenzialmente scenari in cui ci sia veramente tutta la filiera attiva e grandi sinergie tra i diversi attori nel mercato, nella rappresentanza istituzionale e nella opinione pubblica”.

 

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