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Coronavirus: pulizia e sanificazione del suolo e degli ambienti di lavoro

Spazzamento stradale e igiene del suolo sono sempre stati trattati quali argomenti secondari nel dibattito riportato dalla grande stampa relativo ai servizi ambientali e negli stessi Contratti di Servizio sovente vengono trattati come collaterali rispetto alla raccolta dei rifiuti.

Ciò in conseguenza della maggiore visibilità della seconda e soprattutto delle politiche orientate alla tariffazione puntuale; la volontà di perseguire una raccolta differenziata spinta attraverso la raccolta mediante contenitori stradali dotati di calotte meccatroniche per il riconoscimento dell’utenza e il controllo della frazione conferita oppure tramite il porta a porta condominiale o domiciliare impattano in effetti direttamente sull’utenza ben più dello spazzamento meccanizzato.

Ci è voluta una pandemia dalle dimensioni mai viste in epoca moderna per portare alla ribalta questi “umili” servizi, considerati erroneamente secondari. Come si stanno organizzando le aziende di igiene ambientale per affrontare questa vera e propria emergenza?

Va riconosciuto innanzitutto che si tratta di operatori coinvolti in prima linea rispetto a questa vera e propria guerra con il virus CoViD-19, continuamente esposti al rischio biologico. Vale la pena riflettere su come le aziende del settore si sono organizzate in queste settimane per svolgere il loro delicato che fondamentale compito.

La priorità va data, in primis, agli operatori. Nelle Marche la Confservizi regionale ha organizzato l’acquisto congiunto di qualche centinaio di mascherine, poco prima che il dibattito pubblico ne rendesse tristemente famosa la necessità. Afferma Paolo Berlardinelli di Cosmari: “stiamo affrontando periodo in cui ogni di noi affronta scenari nuovi, ad esempio proprio per mascherine eravamo abituati da anni a verificarne la classificazione ma non la presenza della valvola che favorisce sì l’operatore ma, da quanto apprendiamo, non protegge da contagio verso esterno. Risulta per noi fondamentale in questa fase che nessuno agisca motu proprio ma che si ascoltino pareri dei comitati scientifici preposti. Ad esempio, un documento pubblicato da ISPRA anche su nostra istanza chiarisce alcuni aspetti relativi al lavaggio strade con una linea guida ma ancora troppi seguono procedure proprie basate su ricerche internet, utilizzando in maniera indiscriminata alcuni prodotti che rischiano a loro volta di risultare dannosi. Dovremo cambiare forma mentis per fare tesoro di questa esperienza”.

Il documento d’indirizzo citato si intitola “Indicazioni tecniche del Consiglio di Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente relativamente agli aspetti ambientali della pulizia degli ambienti esterni e di disinfettanti nel quadro dell’emergenza CoViD-19 e sue evoluzioni” ed è liberamente scaricabile dal sito all’indirizzo http://www.isprambiente.gov.it

Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha fornito, con parere del 18 marzo, indicazioni generali in merito alla disinfezione degli ambienti esterni e l’utilizzo di prodotti disinfettanti sottolineando come siano diffuse informazioni scorrette e contrastanti rispetto alla capacità di alcuni prodotti, quali il comune Ipoclorito di Sodio, nella sanificazioni delle superfici stradali, prodotto sconsigliato a tale scopo dal Consiglio di Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), il cui parere è richiamato dal documento sopra citato, per il suo evidente potenziale inquinante a causa della potenziale formazioni di sostanze volatili cancerogene. Sono considerazioni preziose in un una realtà nella quale in molti Comuni il lavaggio strade rischia, in mancanza di studi mirati, di apparire più d’immagine che di reale efficacia.

Passando ad operatori di grandi dimensioni, per fronteggiare emergenza coronavirus, a Roma AMA si è dotata di un comitato tecnico, appositamente costituito, che periodicamente si confronta anche con le rappresentanze sindacali aziendali di categoria, che coordina e gestisce l’emergenza programmando ed eseguendo le varie azioni coordinate.

In particolare per tale emergenza sono stati messi in campo i seguenti provvedimenti che possono fungere da esempio per le tante aziende meno strutturate:

· Sanificazione diffusa delle strade di ognuno dei 15 municipi di Roma, molti dei quali hanno estensione superficiale paragonabile alle 10 maggiori città italiane, con autobotti dotate di sistemi di erogazione liquido a pressione con barre di lavaggio orientabili e meccanizzate. Le botti aventi 9000 litri di capacità ciascuna, vengono rifornite di soluzione a base di acqua e liquido sanificante, “nelle giuste concentrazioni”.

· Con lo stesso sistema sono stati sanificati circa 50.000 contenitori stradali, ed effettuata la pulizia e sanificazione nei pressi di farmacie, ospedali e luoghi sensibili.

· Nei luoghi di lavoro, tramite specifiche squadre di personale specializzato, sono stati soggetti a sanificazione tutti gli ambienti di lavoro (sedi di zona, autorimesse, officine, uffici, spogliatoi, ecc) con frequenze di passaggi calendarizzate e calate in ragione delle specifiche esigenze di operatività di ogni singola sede. Sono state altresì igienizzate le cabine dei veicoli pesanti e leggeri con appositi e specifici prodotti.

· Presso le officine di manutenzione, sono stati sanificati gli ambienti di lavoro ed è stata data in dotazione ad ogni unità di personale apposito flacone di dotazione personale al fine di igienizzare e sanificare le parti soggette ad attività manutentive prima di operare.

· Come da prassi aziendale, sono stati forniti i DPI e sono state date specifiche indicazioni su come operare in squadre di lavoro, specie quando, per precipue lavorazioni, sia necessario che la squadra composta da due persone, sia ad una distanza inferiore ad 1 metro (mascherina facciale filtrante FFP2/3); son state altresì messe a disposizione tute di lavoro di tipo monouso per le lavorazioni.

· Con riferimento ai turni di lavoro, sono state date disposizioni di scaglionamenti dell’attacco e stacco turno di circa 15-20 minuti al fine di evitare addensamento di personale all’interno degli spogliatori, è stato fatto specifico divieto di fare la doccia (per evitare effetto aerosol) salvo casi particolari da concordare con i preposti.

· E’ stato agevolato, per il personale di ufficio e per tutti coloro per i quali la prestazione in presenza non è ritenuta indispensabile, la prestazione di lavoro da remoto c.d. “lavoro agile”, tramite l’utilizzo di connessioni informatiche specifiche sia con utilizzo di dotazioni IT aziendali che personali. Tale attività, che ha investito oltre 700 dipendenti, è di tipo continuativo e si estende a tutto il periodo dell’emergenza.

Dalle grandi alle piccole realtà: a Novara, per la difficoltà del loro reperimento, DPI come le mascherine FFP2/3 sono state fornite ad un’apposita squadra che, a seguito di una modifica organizzativa, opera in esclusiva lo svuotamento. Un interessante ordine di servizio che richiede agli operatori della raccolta, i cui compiti sono meno gravosi in questo periodo di lock down, di sanificare alcune parti della cabina (volante, leva del cambio, maniglie di apertura porte ecc.) con detergente a base di ipoclorito di sodio.

di Alessandro Sasso

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