HomesanitàIl possibile valore aggiunto dell’outsourcing nel contenimento energetico degli ospedali

Il possibile valore aggiunto dell’outsourcing nel contenimento energetico degli ospedali

Il contenimento dei consumi energetici nelle strutture ospedaliere

Come abbiamo visto, l’esperienza del Global manutentivo nella Az. di Grosseto è stata corroborata dalla implementazione di alcuni miglioramenti proposti dalla Ditta che ha avuto l’appalto. Di alcuni abbiamo parlato, resta da vedere l’ultimo (non certo in ordine di importanza): l’implementazione completa di un nuovo sistema energetico per il contenimento dei consumi.

Ricordiamoci che l’Ospedale offre prestazioni in continuo: h.24 e 365gg/anno. Il diagramma di carico è abbastanza costante durante le ore della giornata, ed i principali settori di consumo energetico sono:

  1. Illuminazione
  2. Riscaldamento
  3. Servizi (lavanderia, cucina, conservazioni)
  4. Produzione acqua sanitaria
  5. Sterilizzazione
  6. Trattamento dei rifiuti
  7. Comunicazioni
  8. Pulizia
  9. Alimentazioni apparecchiature mediche

Ricordiamo ancora che il maggiore fabbisogno è rappresentato da calore a basso contenuto entalpico, che la domanda di energia frigorifera è spesso soddisfatta mediante gruppi frigoriferi a compressione alimentati elettricamente, che l’energia elettrica è inoltre utilizzata per tutti gli altri servizi (bruciatori, ventilatori, pompe, compressori, apparecchiature medico-diagnostiche), che infine le proporzioni fra i consumi  sono grosso modo:

  1. 15. Energia termica  80-85%
  2. 16. Energia elettrica  20-15 %

Le misure possibili per interventi di risparmio energetico si possono suddividere in  tre tipologie:

  1. Misure attive (impianti di cogenerazione e rigenerazione, impianti ad energia solare, mini e micro eolico)
  2. Misure passive (isolamento termico, utilizzo di sistemi naturali per raffrescamento/ migliore nell’irraggiamento, ristrutturazione edile/impiantistica,ottimizzazione del sistema dei sistemi energetici/building automation)
  3. Misure finanziarie (contratti di fornitura, partecipazione ai contratti per l’energia)

Mentre gli interventi in questo settore possono attenere ai comportamenti o agli impianti; se si lavora sugli impianti le azioni si dividono tra quelle che agiscono sul fronte dei risparmi e quelle che attivano forme di energia rinnovabile. In linea di massima questo schema dovrebbe anche farci capire che, se esiste una logica, questa ci consiglia di iniziare subito dal settore più semplice e facile da attivare: quello degli interventi sui comportamenti. In effetti quello del risparmio dovrebbe essere considerata una vera e propria fonte energetica disponibile subito ed a basso costo.

Di più: in Italia è l’unica fonte già oggi disponibile.

Quindi occorrerebbe partire subito con corsi al personale per diminuire gli sprechi, messaggi nelle mail aziendali del tipo: “stampa solo se davvero necessario”, spedizione a casa degli utenti di tutte le refertazioni (evitando l’uso inquinante dell’automobile) ecc.

A tal proposito mi piace citare una campagna della regione Emilia Romagna, denominata “Io spengo lo spreco” che offre un decalogo di semplici azioni virtuose:

  1. Teniamo chiuse le finestre nei locali climatizzati
  2. Spegniamo luci e condizionatori all’uscita dal lavoro
  3. Moderiamo la temperatura sia d’estate che d’inverno
  4. Non copriamo caloriferi e termoventilatori con oggetti o arredi
  5. Chiudiamo bene i rubinetti e, se possibile, usiamo acqua fredda
  6. Spegniamo  computer e e apparecchiature all’uscita dal lavoro
  7. Usiamo il PC in modalità di risparmio energetico
  8. Stampiamo solo se necessario ed in fronte-retro
  9. Preferiamo le scale all’ascensore
  10. Facciamo e promuoviamo la raccolta differenziata (carta,  plastica, toner, lattine).

Come si vede poche cose, semplici, chiare.

Tornando agli interventi sugli impianti, questi sono costituiti dai lavori su impianti e centrali di produzione energia che,

modificando gli  impianti e/o rinnovando le macchine con altre ad alta  efficienza, tendono alla riduzione nei consumi.  Le economie ottenute sono spesso molto elevate, pur  in un ambito di  fonti tradizionali .

Tale risparmio è una vera e propria nuova fonte rinnovabile non inquinante e sempre disponibile. Esempi di tale tipo di interventi: nuove tipologie di tubazioni per fluidi ad alta coibentazione, nuove centrali termiche e di refrigerazione con macchine ad alto rendimento energetico.

Il problema di questo tipo di interventi, preziosi per i risultati nel campo del risparmio, sono però gli alti costi da mettere in campo, ecco perché , come si è detto, se ne consiglia l’attivazione all’interno di grosse gare di esternalizzazione.

Il nostro intervento al P.O. di Grosseto, ad esempio, è costato quasi 5 milioni di € ma è stato tutto pagato all’interno del canone di Global Service! Quindi la Azienda Sanitaria, una volta attivato il Global non ha tirato fuori un Euro in più per quest’intervento.

Dal 2007 è attivo al P.O. Misericordia il nuovo sistema (ridondante in ogni componente in modo da conseguire adeguate  scorte) costituito da:

  • nuove centrali termiche Potenza termica 9.700 kW
  • nuova centrale di refrigerazione Potenza frigorifera 4651 kW (due macchine con lavoro in sincrono per portare il C.O.P. tra 8 e 12)
  • cogeneratore da 660  kW (due  turbine a gas da 330)
  • tubazioni di fluidi caldi-freddi ad alta coibentazione

Si è creata così una rete di teleriscaldamento, refrigerazione  e acqua calda sanitaria costituita in ferro  e polipropilene (diam. 300-450 e 400-550 mm.), coibentata  con poliuretano da 150 mm., che garantisce perdite di temperatura inf. a 1° /Km.

I risultati di tale intervento sono:

  • 15 % in meno di EE / anno (  ca. 1 mil. di  Kwh)
  • 70 % in meno di EE /anno parte  climatizzazione
  • 300.000 € /anno di minori costi
  • ca. 35.000 €/anno di minor costo EE acquistata da quella prodotta dal cogeneratore (-10%)
  • 504 TEP/anno di minori immissioni  di  CO2  nell’atmosfera

Quante amministrazioni possono vantare un tale risultato in meno di due anni di lavoro e praticamente a costo zero?

Riflessione finale sulla vecchia questione se usare energia rinnovabile o risparmio energetico.

Per produrre la stessa quantità di energia elettrica ad esempio con un impianto fotovoltaico, avremmo dovuto installare un impianto su una superficie netta di 11.000 mq. con un costo di   installazione pari a circa   6.600.000 €.

Senza nulla togliere ai sistemi fotovoltaici, questo esempio ci fa capire che gli interventi sugli impianti esistenti  sono prioritari rispetto alla costruzione di nuovi impianti; prima di tutto bisogna quindi ottimizzare gli impianti esistenti.

Lo ribadiamo: la principale energia alternativa è il risparmio!

Il risparmio non ha economia di scala, non è controindicato per realtà piccole, anzi.

Risparmio da attivare sia nei comportamenti (uso razionale della illuminazione, della carta, dell’acqua) che sui consumi delle macchine che, come si è visto, può arrivare a cifre assolutamente  significative.

L’importanza delle misurazioni di Benchmarking

Termino questa carrellata sui sistemi di esternalizzazione e le loro possibili ricadute sulle politiche di risparmio energetico con un’ultima considerazione sulla necessità di creare un ambito di misurazioni certe, obiettive, condivise.

Se infatti non si attivano indici di Benchmarking capaci di rendere le varie esperienze confrontabili,  avremo sempre sistemi regolati dall’autoreferenzialità e dall’autogiudizio, per di più  inconfrontabili. Ma così facendo non si possono attivare meccanismi di “best practices” e non si tende al miglioramento continuo, per il semplice motivo che non si potrà mai sapere quali siano le migliori pratiche.

Con sistemi condivisi di BENCHMARKING (definibile come “a standard used for comparison”, processo continuo di misurazione di prodotti, servizi e prassi aziendali mediante il confronto con i concorrenti più forti) si potrebbe invece sia misurare interventi energetici che confrontare oggettivamente esperienze tecniche diverse.

A mò di esempio possiamo indicare come indici di primaria e semplice attivazione nel mondo delle manutenzioni:

  1. Spesa manutentiva annua/mq     ( € annuo canone / mq.totali delle strutture)
  2. Spesa per accesso manutentivo (€ anno canone /n° annuo prestazioni)
  3. Valutazione della qualità manutentiva percepita ( in genere un n° tra 0 e 10 scaturito dalla somministrazione di questionari ad adeguati numeri di fruitori ed utilizzatori)
  4. Numerosità dei guasti per settore di intervento (ad es. nella climatizzazione,  n° richieste anno di interventi sulla climatizzazione/ mq. climatizzati)
  5. Costo energetico per p.l. (costo MWh annui / posti letto)

Come si vede le possibilità di individuazione di indici utili sono molte; da questo punto di vista un grande lavoro ci sta davanti, e non solo nell’ambito della conoscenza e della tecnica, ma anche in quello della fantasia.

Nella trattazione si fa riferimento ad interventi dell’ultimo periodo  dello stesso autore:

–      Ivrea Nov. 2005”Global service manutentivo: 7+7 consigli per l’uso… ed altri

errori da evitare per vivere felici” Atti.

–      Rieti Sett. 2006 “Il Global service, e dopo?” Atti.

–       Castel San Pietro Ottobre 2007  “Interventi migliorativi nel Global service

manutentivo: la anagrafica digitalizzata”.  Atti.

–      Rieti Maggio 2008 “Il benchmarcking nel Global service”Atti.

–         Cagliari Giugno 2008 “La gestione dell’outsourcing energetico”. Atti.

–         Grosseto Giugno 2008 “I risultati energetici a tre anni dalla attivazione di un global

service con misurazioni di Benchmarking”. Atti.

–         Catania Sett. 2008 “Esternalizzazione dei servizi, quali vantaggi per i pazienti?”.  Atti.

–         Viareggio Sett. 2008 “L’uso energetico intelligente in sanità” Atti.

–         Treviso Ott. 2008 “Il valore aggiunto dell’outsourcing nella gestione manutentiva delle

strutture sociosanitarie”. Atti.

Daniele Prete

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