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Con la “Nuova Legge Sabatini” finanziabili beni strumentali ed altro

La “Nuova Legge Sabatini” prevede finanziamenti per le Piccole e medie imprese che investono in macchinari, impianti, beni strumentali, attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché in hardware, software e tecnologie digitali. La circolare del 10 febbraio del Ministero dello Sviluppo Economico fissa i termini per accedere ai contributi: fino al 10 marzo si può presentare online domanda di agevolazione, e dal 31 marzo via alle richieste di finanziamento. Il provvedimento è una misura del Dl “del Fare” (69/2013) volta ad accrescere la competitività del sistema produttivo e migliorare l’accesso al credito delle Pmi. 2,5 miliardi di euro il plafond stanziato.


Per presentare le domande: i passaggi

Ecco i passaggi necessari per accedere al contributo:
– Innanzitutto occorre presentare la domanda di agevolazione, e a tale proposito la circolare del Ministero dello Sviluppo economico n.4567 del 10 febbraio 2014 fissa termini e modalità di presentazione delle domande stesse, oltre a modalità di calcolo del contributo (che può andare da 20.000 a 2.000.000 di euro), spese ammissibili, modalità di erogazione delle agevolazioni e documentazione necessaria. I moduli saranno disponibili online alla sezione “Beni strumentali (Nuova Sabatini)” del Ministero dello Sviluppo economico (www.mise.gov.it), e le domande di agevolazione, con relativi allegati, dovranno essere compilate, esclusivamente con i moduli qui disponibili, entro il 10 marzo 2014.
– A partire dalle ore 9.00 del 31 marzo 2014, poi, le imprese richiedenti potranno presentare le domande per la richiesta dei finanziamenti e dei contributi alle banche e agli intermediari finanziari aderenti alla convenzione tra Ministero dello sviluppo economico, Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Associazione Bancaria Italiana (Abi).

 

Uno strumento concreto per le Pmi

Lo strumento è rivolto alle Pmi, operanti in tutti i settori produttivi, che realizzano investimenti (anche con leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali. Sono invece espressamente escluse la spese relative a “terreni e fabbricati”. Va ricordato che per Pmi si intendono quelle imprese che abbiano meno di 250 dipendenti o un fatturato non superiore ai 50 milioni di euro all’anno (basta uno dei due requisiti). Per essere ancora più chiari: un’impresa di pulizie che abbia 300 dipendenti ma che fatturi 5 milioni (quindi meno di 50) rientra a pieno titolo nelle Pmi, e quindi può accedere all’erogazione.

 

Nel dettaglio

Il plafond, fino a un massimo di 2,5 miliardi di euro, eventualmente incrementabili con successivi provvedimenti fino a 5 miliardi, è stato costituito Cassa Depositi e Prestiti. Potranno utilizzarlo le banche e gli intermediari finanziari, previa adesione a una o più apposite convenzioni tra MiSE, Abi e Cdp, per concedere alle Pmi, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra 20.000 e 2 milioni di Euro a fronte degli investimenti ammissibili. La misura, nel dettaglio, prevede:
– la concessione da parte del MiSE di un contributo in favore delle Pmi, che copre parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari di cui al punto 1, in relazione agli investimenti realizzati. Lo stanziamento complessivo di bilancio è pari a 191,5 milioni di euro per gli anni 2014-2021. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni;
– la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, fino alla misura massima prevista dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del finanziamento), sul finanziamento bancario di cui al punto 1, con priorità di accesso.
Semplificazioni anche per quanto riguarda le modalità di concessione del contributo. Il meccanismo, automatico, funziona così: all’atto della richiesta del finanziamento, l’impresa presenta alla banca una dichiarazione-domanda per l’accesso al contributo ministeriale che attesti il possesso dei requisiti necessari e l’aderenza degli investimenti alle previsioni di legge. Una volta adottata, da parte della banca, la delibera di finanziamento, il Ministero dello Sviluppo Economico procederà all’erogazione del contributo. Si tratta di una preziosa occasione anche per le imprese di pulizia, la maggioranza delle quali, come sappiamo, rientrano a pieno titolo nelle Piccole e Medie Imprese e pertanto potranno sfruttare il contributo per acquisire nuovi strumenti, modernizzarsi sul versante tecnologico e investire nella crescita.

Circolare direttoriale 10 febbraio

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