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Le problematiche di igiene nella GDO

Quando si parla di pulizia e igiene in un ipermercato o in un centro commerciale, naturalmente, l’immagine che la struttura offre al pubblico rende ragione solo in una minima parte, per quanto importante, della complessità del problema.

Non solo immagine

Igiene significa, ad esempio, rispetto dell’HACCP nei luoghi di lavorazione degli alimenti, controllo del ciclo di trasporto e consegna delle merci, verifica dello stato dei magazzini, dei parcheggi al coperto e all’aperto, pulizia delle superfici e dei bancali che, direttamente o indirettamente, vengono a contatto con i cibi, e molto altro ancora. Tutti elementi che di norma sfuggono anche all’osservatore più attento e informato. I clienti di un supermercato a prima vista possono non  accorgersi che sopra di loro, dal bel mezzo delle strutture che sostengono gli impianti di illuminazione e condizionamento dell’aria, incombono vere e proprie slavine di polvere. Ma si allarmano,giustamente, quando stringono fra le mani barattoli o confezioni misteriosamente impolverati. Ecco perché occorre rivolgersi ai professionisti “uscendo –dicono i fornitori dei servizi- da una mera logica di prezzo”. Anche perché i problemi da affrontare, spesso, richiedono competenze specialistiche. E’ il caso, ad esempio, della disinfestazione, operazione più che mai necessaria –inutile nasconderselo- anche in GDO.Una buona procedura di monitoraggio e lotta agli agenti infestanti la può condurre soltanto chi è professionista. Solo le imprese specializzate conoscono le peculiarità delle specie infestanti e solo loro sono in grado di combatterle efficacemente.

Quali macchine, quali attrezzature?

Altra questione fondamentale è quella delle macchine, attrezzature e prodotti con i quali le operazioni di pulizia vengono svolte e sull’importanza di scegliere, e scegliere bene. Fare una buona pulizia senza le giuste macchine, ad esempio, è ormai diventata un’utopia. Poi, dipende da caso a caso: se un ipermercato è dotato di ampi parcheggi, ad esempio, avrà bisogno di una spazzatrice per grandi superfici. Per i corridoi interni fra i bancali la lavasciuga è un alleato insostituibile. Per non parlare della carrellistica, protagonista assoluta delle pulizie in GDO. Se la lotta allo sporco è totale e senza quartiere, anche le armi dovranno essere affilate. Si dovrà dunque scegliere un’impresa professionale e professionalmente equipaggiata. E anche certificata,come si richiede sempre più spesso: la committenza sceglierà partner qualificati che lavorano secondo standard di qualità certificati. Al di là delle normative esistenti, che sono comunque via via più restrittive e severe, la certificazione implica un cammino qualitativo progressivamente migliorativo, condizione quanto mai necessaria per garantire un servizio di prim’ordine. La corretta filiera deve essere, perciò, quella che vede una struttura di GDO seria e pronta ad investire in qualità e sicurezza affiancata da un’impresa preparata. Quest’ultima dovrà rifornirsi presso distributori professionisti che saranno partner di produttori all’altezza. Queste le giuste partnership, questa la strada da percorrere.

Progettare pulito

Non bisogna dimenticare, in ultimo, il ruolo che chi idea e progetta la struttura ha, innegabilmente, a proposito di igiene e di pulito. Poniamo il caso che un parcheggio sia pieno zeppo di spigoli e angoli irraggiungibili. Vi si ammasseranno in men che non si dica cumuli di cartacce, sigarette spente, chewing-gum, sacchetti e così via. Molto meglio spazi aperti, facili da raggiungere con le macchine per la pulizia: questo vale anche per gli ambienti interni. Ma non è tutto. Si parla di un nuovo format di supermercato che prevede l’assoluta trasparenza di tutte le operazioni di preparazione e lavorazione dei cibi. Si parla di mettere il reparto macelleria… in vetrina! Quale miglior controllo che non l’occhio severo e attento dei clienti?  Del resto, in molte strutture si assiste oggi a una tendenza analoga: chi non è mai entrato in ipermercati in cui dietro i banconi di pescheria e macelleria si vedono distintamente le fasi di lavorazione del prodotto alimentare? Tutti questi aspetti sono relativi all’ambito progettuale. Bisogna innanzitutto pensare pulito, e non solo per un fine meramente estetico.

Collaborazione innanzitutto

Infine, il controllo. Quale controllo di risultato? Questo è senza dubbio un aspetto ancora poco chiaro. A chi spettano i controlli? E’ chiaro che è la committenza, innanzitutto, a dover vigilare sul regolare adempimento, da parte dell’impresa, delle richieste del capitolato. Ma solo la solida collaborazione di tutti gli attori della filiera riuscirà ad assicurare risultati ottimali.

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Giuseppe Fusto

(tratto da “GSA” n.7, Luglio 2008)

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