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La GDO è sempre più green: detersivo alla spina e, perbacco, pure il vino!

Continua il monitoraggio di GSA sulla best practice tutta italiana promossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con Ecologos che mira a ridisegnare le abitudini del consumatore al supermercato attraverso l’utilizzo di macchine erogatrici di prodotti alla spina.


Nel III millennio, ormai, non è più solo una questione di riciclare ma innanzitutto di razionalizzare il consumo. Così come i prodotti, infatti, anche i rifiuti non sono tutti uguali: un conto è riciclare un quotidiano, che ha avuto un’esistenza fugace ma specifica, e un altro è buttare puntualmente tutte le confezioni di un qualunque prodotto di una qualunque corsia di un qualsivoglia supermercato. È impressionante fermarsi a riflettere sulla quantità di rifiuti privi di utilizzo: uno spreco inutile e per di più oneroso, per il singolo che compra il prodotto e per la collettività che ne finanzia lo smaltimento. Fatta questa premessa, le industrie si stanno muovendo per ripensare il ruolo della confezione nell’ottica di un loro utilizzo razionalizzato e un maggiore ricorso a materie prime ottenute da processi di rigenerazione. Tra le misure più significative intraprese per ridurre la quantità di imballaggi, grande seguito ha avuto il progetto Detersivi Self-Service nella Grande Distribuzione Organizzata, promosso dalla dott.ssa Agata Milone Dirigente del settore rifiuti piemontese che, in collaborazione con il Science Shop Ecologos, ha avviato il progetto nel gennaio 2006, aggiudicandosi il premio Regionando 2007 nell’ambito del Forum PA 2007. Si tratta di un’iniziativa di cui abbiamo già riferito nella sua fase di start-up sul numero GSA 12/07, che s’inscrive nell’ottica di creare, attraverso un servizio efficiente e sostenibile, clienti più eco-consapevoli.

Il succo del progetto

In pratica, i clienti dei supermercati che hanno aderito al progetto, invece di comprare ogni volta un flacone di detersivo, si recano alla macchina erogatrice con il vecchio flacone da riempire alla spina. Il contenitore, dunque, si acquista solo la prima volta al costo di 50 centesimi e lo si riempie, a seconda delle necessità, di detersivo per bucato, ammorbidente, detersivo per piatti o per pavimenti. Naturalmente il flacone è stato appositamente realizzato per permettere il suo riutilizzo nei successivi acquisti: basterà portare con sé il flacone vuoto e riempirlo volta per volta con il detersivo di cui si ha bisogno.

Un successo da condividere

L’obiettivo è dunque quello di ridurre la produzione dei rifiuti derivanti dagli acquisti presso la grande distribuzione e di sensibilizzare i cittadini nella direzione della sostenibilità, cambiando gradualmente il loro il modello di consumo.
“Tutte le iniziative che abbiamo sviluppato” – afferma Cinzia Vaccaneo, Presidente di Ecologos – « hanno preso vita dalla compartecipazione di diversi attori, pubblici e privati, che hanno fornito un supporto tecnico che potesse contribuire a garantire la longevità progettuale».
Bisogna considerare, infatti, che l’acquisto di merce alla spina fa capo a motivazioni molto diverse rispetto alle dinamiche della spesa tradizionalmente intesa: non si tratta di un acquisto d’impulso, dettato dalle circostanze, ma piuttosto di una scelta ponderata e specifica. Questo significa che, per fidelizzare la clientela a questo modello di consumo, bisogna approntare un piano organico che convinca il consumatore sotto diversi punti di vista: non solo risparmio, ma sicurezza alimentare e qualità elevata. Se questi fattori non vengono garantiti, il consumatore sarà più restio a fare la “fatica” di portare con sé il contenitore da casa e tornerà ben presto al modello di consumo tradizionale.
«Per questo – precisa Vaccaneo – è stata fatta richiesta ai produttori di inserire prodotti migliorati anche dal punto di vista ecologico. L’obiettivo è infatti quello di seguire un percorso logico, privo di contraddizioni, che faccia capo ad una coerenza ecologica tra contenitore e contenuto.. Abbiamo dunque pensato di proporre una macchina erogatrice user-friendly che piacesse al consumatore, dalla tecnologia semplice ma dal contenuto sostenibile. Ed infatti, i prodotti attualmente erogati possiedono tensioattivi vegetali, sono caratterizzati da alta biodegradabilità, e sono molto delicati a livello epidermico».

Qualità del prodotto e bontà del progetto

La qualità del prodotto è fondamentale in questo tipo di iniziativa perché è l’unico elemento che determina la fidelizzazione del cliente. Bisogna considerare, infatti, che lanciare un prodotto alla spina significa rinunciare a tutti quegli elementi (colore del prodotto, forma del packaging, grafica del brand) che giocano un ruolo essenziale nella strategia di marketing che determina la dinamica dell’acquisto. Nel caso dell’iniziativa della Regione Piemonte ed Ecologos, la strategia sta nella bontà dell’iniziativa e nella qualità del prodotto erogato: è dunque fondamentale capire che il consumatore dev’essere iniziato ad un percorso culturale più che al mero acquisto del prodotto: e per farlo; è necessario avere alle spalle un supporto amministrativo e culturale. «Questo perché – non smetto mai di ribadirlo – si tratta di uno stimolo e non di un condizionamento del mercato: noi di Ecologos abbiamo elaborato le linee guida del progetto, i produttori interessati hanno costruito prodotti e macchine conformi alle nostre richieste e ogni catena distributiva ha potuto scegliere, tra i fornitori che aderiscono al progetto, la macchina e la tipologia di prodotto che meglio si confaceva alle proprie esigenze.

I risultati

I contenuti presentati dalla Regione nel 2006 avevano stimolato solo tre catene distributive a mettersi in gioco assieme a due aziende produttrici; oggi ai contenuti si sono aggiunti i risultati certificati ed il favore riscontrato tra gli utenti a far salire a cinque (nel 2007) a otto ( nel 2008) e fino a 10 nel 2009 il numero di catene distributive che aderiscono al progetto, tanto che ad oggi ci sono 45 punti vendita in Piemonte. Il progetto si sta diffondendo a macchia d’olio dal Piemonte al Lazio all’Umbria. I dati nazionali consultabili sul sito www.detersivisfusi.it indicano dettagliatamente i termini di riciclo e di risparmio energetico:

Venduti 1.219.590 litri
Ricaricati 652.320 flaconi
Plastica 39,14 t
Cartone 21,5 t
CO2 108,9 t
Energia 1.682 MWh
Acqua 163,7 milioni di litri
Percentuale di riutilizzo flaconi 62 %

Risultati di tutto rilievo, sia dal punto di vista della riduzione dei rifiuti all’origine sia dal punto di vista dei risparmi e delle minori emissioni in atmosfera. Risultati incoraggianti, che hanno indotto numerose catene ed altrettanti produttori ad unirsi all’iniziativa.
«All’avvio del progetto – ci spiega Vaccaneo – avevamo pubblicato l’informativa online e l’avevamo rivolta a tutti i produttori di detergenza sul territorio italiano, ma solo alcuni avevano aderito, come la Solbat e la Pizzolotto. Oggi l’interesse sta crescendo e gradualmente si stanno interessando al progetto anche i piccoli produttori che, non riuscendo a gestire i volumi necessari alla GDO, ci chiedono aiuto per poter aderire all’altro nostro progetto Riducimballi che coinvolge i comuni ed i negozi di prossimità». Un dato che conferma l’effettiva validità di questi eco-progetti virtuosi che stanno effettivamente cambiando il modello di consumo dei cittadini.

Il consumatore alla spina…anche l’eco-spesa è donna.

Ma chi è che compra alla spina? Oggi al progetto aderiscono più di 100 punti vendita, con ben una grande adesione dei marchi della distribuzione italiana (Auchan, Carrefour, Conad, Crai, Coop, Ipercoop, Crai, E Leclerc, Emisfero, Eurospar, Famila, Il Gigante, Ipersoap, Pam, Panorama, Sidis, Sidis, SupermercatiLeon, Standa, Uni) che hanno rilevanza sul territorio nazionale. Nell’ambito della grande distribuzione sono ancora le donne a dimostrarsi attente alle proposte virtuose: Nella battaglia delle percentuali, il 70 % femminile contro 30% maschile dimostra che anche l’eco-spesa è donna. In genere, il cliente medio ha un’età compresa tra i 30 ed i 60 anni, un dato che va letto anche in relazione alla frequenza dei soggetti ai grandi ipermercati: il cliente over-60 infatti tende a rifornirsi in ambienti meno dispersivi.
Le motivazioni che spingono all’acquisto green spaccano l’utenza in due perfette metà: inizialmente quasi tutti provano per curiosità, ma poi il 50% continua ad accedere all’iniziativa per l’effettivo risparmio economico riscontrato, mentre il restante 50% sceglie ogni volta di rinnovare la propria eco-coscienza ambientale.«Naturalmente – prosegue Vaccaneo – in quest’ultimo caso la motivazione della scelta appare più stabile e la fedeltà è maggiore. Tuttavia possiamo affermare che il tasso di fedeltà riscontrato è molto alto, in virtù evidentemente anche della qualità dei prodotti dal punto di vista della loro formulazione chimica»

Il vino erogato ed… imbottigliato

Lo scorso 12 novembre è stato inaugurato a Torino l’ultimo progetto targato Regione Piemonte -Ecologos per la vendita del vino alla spina: l’iniziativa, simpaticamente chiamata Come in Cantina, è stata accolta con grande favore sia dai consumatori che dai produttori. Il progetto è partito nel 2007 su iniziativa della dott.ssa Milone per la Regione Piemonte, sempre attenta a perseguire politiche ambientali sostenibili, in collaborazione con Ecologos e la Società Cooperativa Rinova nonché tutti i produttori di vino piemontesi e tutte le catene della GDO del Piemonte. «A differenza dei detersivi – precisa la Milone – dove avevamo coinvolto i produttori a livello nazionale, questa volta abbiamo lanciato l’appello solamente ai produttori di vino piemontese, nell’ottica di offrire un vino sfuso d.o.c. a km zero». Tutti i vini sono stati valutati, certificati e testati con apposite analisi sensoriali effettuate dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino.

Le prime catene a far da pilota al progetto sono state il Conad di Vercelli e Crescentino (inaugurati il 12 novembre scorso), il Carrefour di Burolo (inaugurato il .24 novembre) ed il Panorama di Settimo torinese che, “reo confesso e pentito” di non aver aderito al progetto dei detersivi, non vuole farsi sfuggire l’occasione di abbracciare l’iniziativa sul vino sfuso.

Previa dunque una doverosa campagna di sensibilizzazione contro l’avvinazzamento collettivo e selvaggio, all’insegna del bere poco, ma bere bene è partita dunque l’ennesima fatica di Ecologos: cambia il contenuto ed anche il contenitore, ma non il principio che anima l’iniziativa. «Anche in questo caso- conclude Vaccaneo – il cittadino acquista la bottiglia vuota con tappo al costo di 1€ e la riempie del vino desiderato direttamente dall’erogatore; a fine erogazione basterà tappare nuovamente la bottiglia, ritirare lo scontrino e pagare alla cassa. Sarà sufficiente riportare con sé la bottiglia ogni qualvolta si vorrà gustare nuovamente un po’di buon vino piemontese. Il vetro è un perfetto materiale da riciclo, finanche migliore della plastica, ma è pesante e scomodo; inoltre, non è stato facile scegliere la forma da dare alla bottiglia. Proprio perché si tratta di una bottiglia riutilizzabile, era necessario pensarla con un design accattivante, di modo che fosse un piacere portarla sulla tavola». La bottiglia da 1 litro ed il tappo richiudibile sono stati, dunque, studiati appositamente per il progetto, infatti il primo riempimento e le successive ricariche sono possibili solo con la bottiglia “Come in Cantina” che è dotata di un apposito sistema di riconoscimento (microchip). In questo modo è possibile monitorare i risultati dell’iniziativa grazie ad un contatore presente in ogni macchinario che comunica l’esatto numero delle bottiglie riutilizzate: una garanzia di trasparenza progettuale nei confronti dei cittadini.

All’inaugurazione erano presenti i produttori che, in compagnia di un buon bicchiere, si sono intrattenuti con i clienti del Conad a dare delucidazioni sul processo produttivo che porta il loro vino… dalla vite alla spina. Attualmente, presso i punti vendita CONAD di Crescentino e Vercelli sono in vendita sfusa 4 vini forniti dalla Società Le Guie di Cuceglio: un bianco, Cortese Alto Monferrato a 2,20 €/litro e tre rossi, un Barbera Piemonte (2,20€/litro), un Dolcetto Monferrato (2,70 €/litro) ed un Nebbiolo Langhe (3,70 €/litro).
Mentre presso Il Carrefour di Burolo sono in vendita tre vini forniti dalla Società Vinnova di Robassomero: un bianco, Cortese Piemonte e due rossi un Barbera Piemonte, un Dolcetto Monferrato (tutti a 2,49 €/litro).
Anche le macchine erogatrici si sono evolute: essendo davanti ad un prodotto alimentare, era importante innalzare ulteriormente il livello di igiene per lasciare soddisfatto anche il consumatore più esigente, uno scrupolo forse eccessivo ma assolutamente in linea con una cultura della pulizia e della trasparenza che miri a riportare il cliente e l’ambiente al centro (commerciale) della discussione.

Chiara Bucci

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