Homeindustria & gdoApre a Berlino il primo supermercato a imballaggio zero

Apre a Berlino il primo supermercato a imballaggio zero

“Original Unverpackt”  è nato dall’idea di Sarah Lupo e Milena Glimbovski, due imprenditrici tedesche che vogliono mettere al bando il packaging dei prodotti. Ha le dimensioni di un supermercato, con oltre 600 prodotti tra cui scegliere, mentre gli imballaggi – riutilizzabili – saranno messi a disposizione dal punto vendita e non acquistati dal consumatore.

Come funzionerà? Gli alimenti sono contenuti in silos e possono essere trasferiti nei contenitori che il cliente si sarà portato da casa. L’obiettivo finale della start up è la sostenibilità. Gli imballaggi dei prodotti, in particolare di plastica, sono un grave problema ambientale: secondo le statistiche dell’Ufficio federale della Germania, più di 16 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio sono da smaltire ogni anno. Oltre allo spreco di risorse. Come si sa, la produzione di materie plastiche consuma grandi quantità di olio, acqua ed energia. Mentre le possibilità di riciclaggio sono limitate e il più delle volte i rifiuti di plastica vengono semplicemente bruciati.

 

Inoltre, l’acquisto di prodotti sfusi ha un duplice vantaggio, poiché permette anche ai clienti di dosare con maggior precisione le quantità di cui hanno bisogno riducendo lo spreco di cibo. Sull’assortimento, poi, le ideatrici assicurano che “si potrà trovare tutto il necessario per vivere.Ogni prodotto è stato accuratamente selezionato e testato da noi. Così facendo, abbiamo messo a punto una selezione di qualità, con una attenzione particolare al km zero, al bio come al convenzionale. Il nostro obiettivo è di consentire a tutte le persone l’accesso a cibi selezionati con cura, escludendo imballaggi a perdere, per uno shopping divertente. Vogliamo avere scelta, come consumatori, come venditori, come acquirenti e come fornitori”, spiegano sulla loro pagina di crowdfunding.

Sì, perché il progetto è interamente finanziato attraverso la raccolta pubblica di fondi online, attraverso la piattaforma Startnext, specializzata in progetti creativi: gli utenti di Internet possono fare una donazione da 8 a 300 euro, ricevendo in cambio buoni spesa riutilizzabili alla cassa del supermercato, ma anche borse di tela con il logo dell’iniziativa e libri di ricette. Da quando l’idea è stata messa in Internet, lo scorso 7 maggio, gli obiettivi di iniziali 45mila euro sono stati di gran lunga superati in appena una settimana, tanto che le autrici pensano già a uno sviluppo della rete.

Lupo e Glimbovski, però, non sono le uniche che vogliono promuovere lo shopping senza plastica. In Italia ci aveva già pensato la catena dei Negozi Leggeri, abolendo il packaging dal 2009. In principio fu Torino e adesso i punti vendita nello Stivale sono nove: prodotti acquistabili senza buste, flaconi o scatoloni di supporto. A Vienna già da tempo combatte contro l’industria del packaging “Lunzers maß Greißlerei” che nel mese di marzo ha ricevuto il Premio per l’Ambiente della Città di Vienna. Nel Regno Unito, l’idea è arrivata anche prima, avendo inaugurato già nel 2007 “Unpackaged shop” a Londra. Ma i clienti non sembravano essere pronti per l’idea rivoluzionaria del supermercato, visto che il punto vendita ha dovuto chiudere i battenti a inizio di quest’anno. Speriamo che per Lupo e Glimbovski i tempi siano più maturi.

 

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