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La rivoluzione copernicana delle nanotecnologie: reinterpretare il pulito

(Tratto da “GSA” n.6-giugno 2011)

Le nanotecnologie possono essere il futuro del cleaning? Quali sono le applicazioni possibili e quali i risultati già ottenuti? AfidampCom  ha organizzato un seminario a Pulire per enucleare vantaggi e possibili prospettive di un futuro “nano”.

 

La nanotecnologia è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che studia  sistemi per manipolare la materia atomo per atomo, molecola per moleola . il prefisso nano, infatti, si riferisce all’unità di misura con il quale si misurano le molecole: il nanometro, che equivale ad un miliardesimo di metro. È risaputo ormai che le nanotecnologie offrono molte soluzioni in diversi campi tecnologici: applicazioni principalmente legate allo sviluppo di nuovi materiali  dalle caratteristiche  evolute e multifunzionali. AfidampCom, nell’ambito della rassegna veronese del cleaning ha dunque voluto  organizzare un seminario, tenutosi nella giornata del 25 maggio scorso presso la sala 2 del Padiglione 3, che ha visto la partecipazione di alcuni esperti come Diego Bassett , Direttore Scientifico di Nanotech, l’organizzazione che coordina le attività del distretto hi-tech per le nanotecnologie applicate ai materiali; Domenico Pollani – Thecnical Director ISS Facility Services Italia e Alessandro Torretta, AD di A.T. Marmo Service srl. La nanotecnologia si basa spesso sulla chimica che, di fatto, usa da secoli reazioni controllate a livello molecolare  ed è quindi in grado di  proporre  diverse soluzioni che il settore della pulizia professionale può sfruttare a proprio vantaggio. Obiettivo del seminario è stato dunque quello di indagare  e valutare l’impatto e le possibili implicazioni dell’utilizzo di nanotecnologie nel settore del cleaning professionale, con particolare attenzione ai detergenti e materiali autopulenti.

Sol-gel e plasma atmosferico:  le nanotech del pulito

Tra le nanotecnologie più adatte per il settore- afferma Bassett-  c’è il solgel e il plasma atmosferico. Il sol-gel è  una sospensione colloidale in grado di solidificare formando un gel. Le applicazioni dei prodotti sol-gel derivati sono numerose e varie:uno dei più grandi campi di applicazione riguarda la produzione di film sottili, depositabili su un substrato solido tramite rivestimento per rotazione (spin-coating) o rivestimento per immersione (dip-coating), mentre altri metodi includono lo spruzzo, l’elettroforesi, la stampa a getto di inchiostro o il capillary-coating (www.wikipedia.it). Un tipo di rivestimento protettivo e decorativo, che può essere applicato a vetri, metalli e altri tipi di substrato. Il plasma  atmosferico, invece, è una tecnica che usa gas ionizzato per sfruttare il potere ossidante che ha un’azione disgregante nei confronti dei composti semplici di natura organica ( come ad esempio muschi, muffe ma anche vernici, graffiti e sporco). Si tratta di una tecnologia utilizzabile dunque su qualunque tipo di substrato indipendentemente dal colore, tanto che attualmente viene sperimentata anche per la pulizia ed il restauro di affreschi.

 

Il nano-plusvalore

Domenico Pollani, che vanta una pluriennale esperienza nel settore del cleaning, ci  spiega che l’innovazione nanotecnologica  è, ad oggi,  il plusvalore che garantisce il primato di una realtà sulla concorrenza. Tuttavia è fondamentale capire come muoversi nell’ambito delle nanotecnologie perché è essenziale trovare la giusta applicazione per ogni nano processo di pulizia. «Noi abbiamo trovato nelle nanotecnologie un terreno fertile che, a fronte di un investimento iniziale, ci ha aperto importanti piani di sviluppo sul piano commerciale. Oggi infatti, anche a fronte della crescente sensibilità verso il tema dell’impatto ambientale , le aziende che operano nel comparto dei servizi devono guardare all’investimento nelle nanotecnologie come un’opportunità di migliorare la gestione ed anche la frequenza del servizio.  Le nanotecnologie infatti, utilizzano dei processi che ammortizzano il processo di aderenza dello sporco e questo permette una diminuzione delle frequenze di intevento  a tutto vantaggio della sostenibilità ambientale».

Le possibili applicazioni

«Tante sono le possibilità applicative delle nanotecnologie- ci illustra Torretta – . Dall’uso di nano capsule che rendono persistenti le profumazioni all’interno degli ambienti fino ai processi di ionizzazione dell’aria, che possono risolvere, dall’interno, i problemi legati alla salubrità degli ambienti di lavoro, come nel caso della nota sick building syndrome.  La ionizzazione, ad esempio,  crea  un campo ionico nell’ambiente con effetti positivi per  lo sporco». Vediamo bene come. In una stanza verniciata con un particolare tipo di materiale ionizzato, ad esempio, le pareti acquistano due caratteristiche: sono non solo antibatteriche ma anche antistatiche, nel senso che  non trattengono lo sporco ma lo lasciano cadere a terra. Basterebbe infine avere un pavimento fotocatalitico la cui nanotecnologia applicata permette di degradare lo sporco, per  avere una stanza che – praticamente –  si “autopulisce”.

Pulito ad impatto zero

«Ampliando il concetto- prosegue Torretta – si capisce dunque come l’applicazione delle nanotecnologie possa garantire al settore delle pulizie una detergenza ad impatto zero, con ridottissimo apporto inquinante. Se si parte infatti dal presupposto che lo sporco può essere modificato, grazie a processi chimici messi in atto dalle nanotecnologie, in sali minerali non nocivi per l’ambiente ( trasformando di fatto lo sporco in non-sporco) l’impatto ambientale sarà pressoché nullo. Si tratta di una vera e propria “rivoluzione copernicana” che parte dalla  reinterpretazione delle superfici, che da passive diventano “attive” come nel caso del pavimento  foto catalitico o delle pareti antistatiche».

El Dom de Milan

Tra le best practice che cita Torretta non si può non riproporre la case history tutta meneghina che ha visto l’impiego delle nanotecnologie per la gestione delle pulizia del Duomo di Milano.  Sulla superficie del Duomo infatti sono state applicate diverse patine foto catalitiche attraverso uno speciale strumento a spruzzo che permette alla superficie di autopulirsi. L’utilizzo di questa particolare patina ha rallentato il processo di deposito dello sporco, evitando per la prima volta che, allo scadere del settimo anno, fosse necessario riprendere i lavori di pulizia della cattedrale. Questo ha garantito sostanziali vantaggi anche dal punto di vista del risparmio economico: se la ditta appaltatrice non deve rimpiegare manodopera per la pulizia del Duomo potrà gestire altri servizi di corollario, migliorando l’offerta globale del servizio.

Aereoporto di Malpensa

Anche all’aeroporto di Malpensa le nanotecnologie hanno risolto un annoso problema.  L’azienda che gestiva le pulizie, trascorse dieci ore dalla pulizia delle vetrate ritrovava le stesse intrise di una sostanza nera. Dopo i doverosi accertamenti si è scoperto essere il gasolio rilasciato dal motore degli aeroplani in fase di decollo. Un intervento di pulizia più approfondito sarebbe stato dispendioso. Si è dunque pensato  di ricorrere alle nanotecnologie, ricoprendo le vetrate di un materiale fotocatalitico di sostrato che non permette al gasolio di aderire in modo che , ad oggi, basta una passata di acqua osmotizzata per assicurare un pulito perfetto.

AfidampCom non ha dunque mancato, neanche questa volta, l’occasione di presentare  un mini-seminario interessante, tutto votato al futuro, che ha peraltro visto la partecipazione attenta di molti fabbricanti del settore che hanno lasciato volentieri il loro stand per un’oretta, in modo da capire come orientarsi in un campo ancora misconosciuto ma dalle potenzialità facilmente intuibili.

Chiara Bucci

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