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L’evoluzione della normativa per sostanze chimiche e le loro miscele

(tratto da “GSA” N.10, Ottobre 2010)

REACh e CLP sono le nuove normative che regolano il mercato dei prodotti chimici: in questa delicata fase di transizione, le associazioni di riferimento come Assocasa, si sono attivate per essere di sostegno e appoggio alle aziende associate. Vediamo nel dettaglio cosa cambia e quali sono i punti critici da affrontare.

 

In questi ultimi anni si è assistito a importanti cambiamenti nelle principali leggi nel mondo della chimica ed è diventata prerogativa essenziale delle associazioni di riferimento fornire un valido supporto nella corretta interpretazione e conseguente applicazione della normativa.

All’interno della normativa generale sulle sostanze chimiche, sta prendendo piede il Regolamento REACh per la Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione delle sostanze chimiche, che è in vigore ormai da qualche anno. Il REACh è uno strumento molto importante che può contribuire efficacemente  al miglioramento della salute e della sicurezza dei cittadini: nuove regole e criteri stanno incentivando una presa di coscienza e di responsabilità da parte dell’industria chimica italiana, che si è immediatamente attivata per adeguarsi alle richieste attuate dal REACh.  Nonostante la notevole complessità, infatti, la normativa è già entrata in una fase di piena implementazione e in particolare sono già state attuate alcune importanti azioni relative agli utilizzatori finali. Ma vediamo più nel dettaglio scadenze e criticità della normativa in questione.

Prima scadenza invernale

 

La prima scadenza prevista nel programma di registrazione del REACh cade entro la fine dell’anno: per il 1 dicembre 2010, infatti,  le sostanze prodotte in maggior quantità, o quelle più potenzialmente o intrinsecamente pericolose, dovranno essere registrate. Questa mossa avrà evidenti ricadute sul mercato: le schede di sicurezza di tali sostanze avranno un numero di registrazione e saranno adeguate alle nuove richieste stabilite dal REACh stesso, riportando in appendice gli scenari espositivi e l’elenco degli usi che sono stati presi in considerazione per la valutazione del rischio. Inoltre, chi utilizza tali sostanze dovrà verificare che la modalità d’utilizzo sia contemplata nella scheda e, in caso contrario, non potrà utilizzare tali sostanze oppure dovrà comunicarne l’uso a ECHA (Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche), fornendo le prove richieste dalla normativa sulla loro sicurezza.

La mission di Assocasa: aiutare gli associati e razionalizzare le informazioni

In questo contesto, Assocasa gioca un ruolo da protagonista, essendo parte di Federchimica (Federazione Nazionale dell’Industria Chimica) e al tempo stesso di A.I.S.E., l’Associazione Europea dei produttori di detersivi e prodotti per la casa, e vantando una particolare competenza per quei prodotti chimici venduti in ambito domestico e istituzionale e industriale. E infatti, insieme ad A.I.S.E., ha subito definito, coerentemente con i parametri richiesti dal REACh, gli utilizzi tipici del proprio settore e gli specifici scenari espositivi (sia in fase di fabbricazione che di utilizzo) rilevanti per il mondo della detergenza. Lo scopo è duplice: da un lato Assocasa vuole aiutare gli associati in questo importante compito e, dall’altro, vuole fornire ai produttori delle sostanze chimiche le informazioni nella maniera più razionale, evitando un sovraccumulo di comunicazioni da parte dei singoli utilizzatori. Ciò naturalmente risulta fondamentale non solo in vista della scadenza del 1 dicembre 2010, ma anche in vista delle successive (1 giugno 2013 per la fascia di produzione intermedia e 1 giugno 2018 per tutte le altre sostanze).

Le perplessità dei produttori: effetti indesiderati

Certo, una scadenza così prossima ha sollevato diverse preoccupazioni tra le fila dei produttori che lamentano la concreta possibilità di non riuscire a effettuare la registrazione di prodotti in un arco di tempo cosi breve con il rischio di “ingarbugliare” l’intera filiera, con problemi per gli utilizzatori finali nella fornitura di materie prime e inevitabili ripercussioni sul mercato.

Inoltre, A.I.S.E. ha recentemente segnalato a ECHA anche un altro inaspettato effetto derivante dall’applicazione del REACh: in tale legge esiste un meccanismo che identifica le cosiddette Substances of Very High Concern come sostanze il cui uso debba essere specificamente autorizzato e potenzialmente sottoposto a limitazioni. L’inclusione dei borati nella lista di sostanze da esaminare in vista di tali limitazioni – nonostante per il momento abbia come unica conseguenza la necessità di dichiararne la presenza nella scheda di sicurezza – ha fatto sì che alcune aziende abbiano deciso di cessare le produzioni che li contenevano, nonostante la valutazione di rischio della Commissione Europea avesse concluso che l’uso in queste formule non destava preoccupazione.

Al via anche l’introduzione del CLP

Per quanto concerne, invece, un altro importante capitolo relativo alle norme di riferimento di settore, occorre segnalare che l’Unione Europea ha deciso di introdurre e adottare nella propria legislazione il Regolamento sulla Classificazione, Etichettatura e Imballaggio delle sostanze e delle miscele 1272/2008 (CLP), allineandosi così al GHS (Global Harmonization System), realizzato al fine di armonizzare la classificazione, etichettatura e imballaggio di tutte le sostanze e miscele.

Attualmente siamo ancora nella fase di transizione dalla vecchia normativa, basata sulla DSD (Direttiva sulle Sostanze Pericolose – 67/548/EEC) e sulla DPD (Direttiva sui Preparati Pericolosi, – 1999/45/EC), al nuovo Regolamento CLP.

In questo caso le principali scadenze in esso contemplate sono il 1 dicembre 2010 per le sostanze e il 1 giugno 2015 per le miscele. Senza entrare nel merito specifico degli adempimenti si ritiene che si debba attendere ancora per vedere sul mercato i primi segni concreti della sua applicazione, anche se i produttori di detersivi e prodotti per la casa dovranno cominciare a tenerne conto proprio per i cambiamenti nell’etichettatura e nella scheda di sicurezza degli ingredienti.

Cosa cambia: criteri più severi

Il CLP non stravolge la normativa attuale, tuttavia introduce alcune novità, fra cui nuovi criteri di classificazione, etichettatura e imballaggio per le sostanze e le miscele pericolose che, rispetto a quelli previsti dalla Direttiva 67/548/CEE e dalla Direttiva 99/45/CE, possono portare, a volte, a classificazioni più severe e far sì che un maggior numero di sostanze e di miscele vengano classificate come pericolose.

In particolare, alcune delle variazioni che vale la pena segnalare riguardano l’introduzione di elementi supplementari da inserire in etichetta, la modifica delle frasi di rischio che diventano le indicazioni di pericolo e i simboli di pericolo che diventano pittogrammi, cambiando aspetto.

Inoltre, vengono introdotte nuove classi di pericolo con particolare importanza per alcune chimico-fisiche come il “Corrosivo per i metalli”, che si applica ad esempio alle soluzioni di ipoclorito, con conseguenze sulla etichettatura che attualmente non lo prevede. Poiché il pittogramma è lo stesso del “Corrosivo per la pelle”, potrà esserci pericolo di confusione per il consumatore.

Vi sarà un aggravio dei criteri per attribuire la pericolosità in alcune tipologie di rischio particolarmente rilevanti nel campo dei detersivi e prodotti per la casa. E’ molto probabile che alcuni prodotti, di uso comune e la cui sicurezza è assodata, possano essere classificati come “Corrosivi”, magari con lo stesso simbolo che caratterizza altri prodotti, quali i disgorganti, che il consumatore sa di dover maneggiare con grandi cautele.

Nasce il criterio di “pericolosità ambientale”

Vengono poi introdotti nuovi concetti quali, nel caso del calcolo della pericolosità ambientale, un fattore moltiplicatore per tener conto sia della pericolosità per l’ambiente acquatico sia della tossicità delle sostanze nel calcolo di quella delle miscele. Sarà anche resa obbligatoria la notifica all’Inventario delle Classificazioni ed Etichettature, una banca dati in cui vengono raccolte le classificazioni delle sostanze prodotte. Questo onere riguarda principalmente i produttori di sostanze chimiche ma ha delle ricadute anche sui formulatori a valle, nel caso importino sostanze da Paesi extraeuropei.

Un “concentrato” di questioni da risolvere

Tutto ciò rischia di far passare un messaggio sbagliato ai consumatori, riducendo le differenze di classificazione ed etichettatura fra prodotti con categorie di pericoli molto diverse.

Un ulteriore motivo di preoccupazione deriva dai prodotti più concentrati, che sono un mezzo importante per ridurre l’impatto ambientale dei detersivi; infatti, questi potrebbero essere penalizzati in termini di classificazione per la pericolosità.

Ciò diventerà ancora più importante, quando, probabilmente, troveranno attuazione, attraverso la modifica periodica di adattamento al progresso tecnico, alcuni criteri più restrittivi, come quelli relativi alle sostanze sensibilizzanti o alla valutazione della pericolosità ambientale; ma questo non è di immediata applicazione e sarà materia di un futuro dibattito.

Con la progressiva applicazione del CLP, dovremo abituarci a vedere nuovi simboli per indicare i pericoli, come:

 

Altri elementi formali differenziano il CLP dall’attuale legislazione: ad esempio l’uso delle parole “Pericolo” o “Attenzione” per differenziare la gravità nei vari casi.

La nuova normativa sulla chimica (REACh o CLP a seconda dei casi) introduce, dunque, cambiamenti anche in ettori che sono meno visibili al pubblico, ma non meno importanti per l’industria; oltre ai già citati cambiamenti alle Schede di Sicurezza, è prevista una procedura per uniformare a livello europeo la modalità di comunicazione dei dati di pericolosità ai Centri Antiveleno.

Inutile dire che sono numerose le difficoltà che le imprese stanno affrontando per rispettare queste scadenze, anche a fronte di un momento economico piuttosto delicato. Per questo Assocasa si sta impegnando su più livelli a sostegno delle proprie imprese: per esempio, anche se i termini di applicazione per le miscele sono ancora distanti, ha già fornito una prima indicazione su come valutare, secondo il CLP, la pericolosità delle miscele, in parallelo alla valutazione secondo la norma attuale, in modo da evidenziare le differenze e fornire una previsione della situazione futura.

Non solo: con l’approssimarsi della data di applicazione sono previsti corsi di formazione per fornire alle aziende interessate gli strumenti essenziali, affinché l’adeguamento alle nuove leggi avvenga nel modo più professionale ed efficiente possibile.

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