Homeimprese & dealersConsip scuole: i problemi della “ madre di tutte le gare”

Consip scuole: i problemi della “ madre di tutte le gare”

Non sono ancora stati assegnati tutti i lotti -sui 13 totali, in teoria da assegnare entro il 31 dicembre, mancano il 6, il 7 e il 13, cioè Campania 1, Campania 2 e Sicilia, dove si è registrato un eccesso di ribasso-, che già si profilano nubi nere all’orizzonte della Gara Scuole Consip, la “madre di tutte le gare di pulizia”. L’iter procede a rilento, tra battute d’arresto, provvedimenti d’urgenza, tensioni sociali soprattutto nelle regioni del sud (con massiccia presenza di ex lsu) e forti preoccupazioni sul versante occupazionale e degli oneri per le imprese. Difficoltà che hanno portato alla proroga dei contratti in essere fino a dicembre. Un provvedimento che, se non altro, ha “disinnescato” il timore espresso dalle imprese di dover ricorrere a “licenziamenti in massa” di ex lsu e alla corresponsione del contributo di licenziamento ex art. 2, comma 31 della riforma Fornero (92/12), non essendo possibile, per la natura di accordo-Quadro della gara Consip, effettuare un passaggio diretto di appalto (art. 4 Ccnl Multisevizi), che consentirebbe di derogare alla “Fornero”. E ad oggi, anche tra i lotti già assegnati, solo 5 -la denuncia è del sindacato Usb- sono effettivamente partiti. In altri casi, soprattutto nel Centrosud e isole, gli intoppi sono moltissimi, e anche dove la convenzione è partita la qualità sembra averne fatto le spese. Emblematico è il caso del Veneto, dove si sono già registrate chiusure di istituti e proteste delle famiglie. Ma moltissime sono le problematiche anche sul piano sociale. La “ratio” della gara è l’omogeneizzazione delle varie ed eterogenee situazioni presenti nelle varie aree del paese (dove 4.000 istituti su 10.000 esternalizzano i servizi di pulizia), oltre naturalmente a una razionalizzazione e contenimento delle spese: ma è difficile intervenire su situazioni consolidate senza creare disagi e tensioni. Scongiurati, a quanto sembra, i fantasmi di un licenziamento collettivo (tutti i dipendenti dovrebbero essere riassorbiti dai nuovi appaltatori), ora si parla di riduzione oraria per i lavoratori, che sempre secondo fonti sindacali si vedranno decurtare lo stipendio fino al 50%. Perché tutto questo? Oltre ai tagli già previsti dalla convenzione, bisogna ricordare che la (vertiginosa) cifra di 1.795 milioni di euro in 4 anni (la durata stabilita dei contratti) prevista dal bando rappresentava l’importo massimo di gara: di fatto, poi, le imprese si sono aggiudicate i singoli lotti a importi più bassi. A parziale “tamponamento” di questi problemi è intervenuto, recentemente, un emendamento alla legge di stabilità che prevede che “per consentire di risolvere i problemi occupazionali connessi alla gestione dei servizi di pulizia e ausiliari delle istituzioni scolastiche ed educative, fino al 28 febbraio 2014 le medesime istituzioni che siano situate nei territori ove non è attiva la convenzione Consip per l’acquisto di servizi di pulizia ed altri ausiliari, acquistano detti servizi dalle imprese che li assicurano al 31 dicembre 2013, alle stesse condizioni economiche e tecniche in essere a detta data. Nei territori in cui alla predetta data la convenzione è attiva, le istituzioni scolastiche ed educative acquistano servizi ulteriori avvalendosi dell’impresa aggiudicataria della gara Consip, al fine di effettuare servizi straordinari di pulizia e servizi ausiliari individuati da ciascuna istituzione fino al 28 febbraio 2014” (legge 147/2013, art. 1, comma 748). Ultimo ma non secondario: già si prefigura, da più parti, il rischio che un eccessivo accentramento delle procedure d’acquisto possa determinare situazioni di oligopolio del mercato: ma forse in questo senso saranno d’aiuto le nuove direttive Ue sugli appalti, di fresca approvazione all’Europarlamento.

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