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Si producono meno rifiuti urbani ma la raccolta differenziata cresce

Diminuisce la produzione di rifiuti ma cresce, e non di poco, la raccolta differenziata, che ormai sfiora il 40% del totale: tra il 2007 e il 2012 i rifiuti urbani sono complessivamente diminuiti dell’8% ma quelli raccolti separatamente sono cresciuti di 3 milioni di tonnellate, con un incremento del 45%. Parallelamente sono cresciuti anche i costi della raccolta differenziata sospinti dall’inflazione e dal boom del “porta a porta”, che costa sensibilmente più caro del tradizionale metodo di raccolta stradale: oggi raccogliere una tonnellata di rifiuti urbani differenziati costerebbe mediamente 198 euro rispetto ai 134 di cinque anni fa; il recupero d’efficienza che le imprese sono riuscite a realizzare consente però di risparmiare 15 euro a tonnellata, portando il costo medio effettivo a 183 euro a tonnellata.

È questo uno dei dati che emergono dall’edizione 2013 dell’Analisi dei costi della raccolta differenziata, realizzata da Bain & Company per Federambiente, che è stata il 28 novembre a Roma al centro di un convegno introdotto dal direttore di Federambiente, Gianluca Cencia.

La nuova edizione aggiornata  dello studio offre una significativa base di dati sui costi della raccolta differenziata e dei diversi materiali, delle modalità di raccolta, del bacino d’utenza e di altre variabili. Oltre all’aggiornamento dei dati lo studio presenta le prime riflessioni e i rendimenti di costi per i diversi modelli di raccolta, uno strumento di pianificazione su basi realistiche delle strategie volte al recupero di materia dei rifiuti urbani  al servizio di decisori istituzionali, imprese e studiosi.

“Lo sviluppo di una raccolta differenziata efficiente e di qualità rappresenta un asset fondamentale per il miglioramento della competitività del nostro sistema Paese, in un quadro di sostenibilità economica – ha detto Sandro Orneli, partner Bain & Company, che ha illustrato i contenuti dello studio –. Auspichiamo che le evidenze emerse possano rappresentare un contributo per la definizione di una nuova politica industriale nazionale, che coinvolga istituzioni e aziende, nell’adozione di un sistema di costi standard accompagnato da un piano strategico d’investimenti su tutte le filiere del settore”.

“Lo studio – ha affermato il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, concludendo i lavori – rivela numeri inconfutabili che dimostrano il peso che gli italiani sostengono per risparmiare risorse naturali riciclando i rifiuti. Auspichiamo che il principio ‘chi inquina paga’ non valga soltanto per le famiglie e i commercianti. Resta poi il fatto che la raccolta differenziata è uno strumento per favorire il riciclo dei rifiuti: non è e non può essere l’obiettivo, che è e resta l’effettivo recupero di materia”.

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