HomeambienteQuale futuro per le aziende pubbliche di Igiene urbana?

Quale futuro per le aziende pubbliche di Igiene urbana?

(tratto da Gsa “Igiene Urbana” n. 4, Ottobre-Dicembre 2010)
L’incertezza normativa e l’affastellarsi di norme contraddittorie rendono sempre più difficile pianificare gli investimenti a lungo termine e accedere al credito, mettendo le aziende pubbliche di servizi locali in una condizione di inferiorità rispetto ai loro concorrenti privati.

La contraddizione è nelle cose. Da un lato cittadini e amministrazioni locali si attendono e reclamano – legittimamente – servizi sempre più efficienti ed economici, strade pulite, raccolte differenziate, una gestione efficace e virtuosa del ciclo integrato dei rifiuti urbani. Dall’altro, le imprese pubbliche e private che gestiscono i servizi d’igiene ambientale e le stesse amministrazioni locali devono costantemente fare i conti con una crescente scarsità di risorse che rende estremamente difficoltoso quell’adeguamento tecnologico e organizzativo che sarebbe necessario per dotare il territorio italiano nel suo complesso di un sistema articolato a dimensione industriale sufficientemente robusto e maturo.
Il sistema delle imprese pubbliche associate a Federambiente comprende molte realtà avanzate e alcune punte d’assoluta eccellenza, un formidabile patrimonio di know how e professionalità, impianti tecnologicamente avanzatissimi e strutture organizzative d’avanguardia al servizio di migliaia di comunità locali e di quasi 40 milioni di cittadini. Un sistema che, però, è quotidianamente costretto a fare i conti con una situazione d’incertezza che trova la sua origine, più che nella crisi economica globale degli ultimi due anni, in una serie di caratteristiche strettamente nazionali.
La costruzione d’un sistema industriale dotato d’impianti moderni e di parchi macchine tecnologicamente avanzati, in grado di offrire a costi competitivi servizi costosi (e labour intensive) come la raccolta differenziata dei rifiuti “porta a porta”, richiede ingenti risorse e grandi capacità d’investimento. O, quanto meno, la possibilità di accedere – a costi ragionevoli e con mutui di lungo periodo – ad adeguati finanziamenti bancari. Operazione oggi assai ardua per imprese che, in base alla nuova normativa in materia, potrebbero a breve vedersi escluse a priori, per la sola colpa di essere già concessionarie, dalle prossime gare per l’assegnazione dei servizi.
Una situazione, già di per sé difficile, che la perdurante incertezza normativa, con leggi e decreti che spesso si contraddicono tra loro nel volgere di pochi mesi, rende ancor più complicata, contribuendo ad alimentare rischi di nuove emergenze rifiuti un po’ su tutto il territorio nazionale e incrementando il ritardo dell’Italia nel panorama europeo.

Daniele Fortini
presidente Federambiente

CONTENUTI SUGGERITI