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La filiera del riciclo sfida la crisi economica

Il rapporto Riciclo ecoefficiente 2012 afferma che il settore del riciclo italiano si posiziona al secondo posto in Europa, dopo quello tedesco ed evidenzia come dal riciclo derivino una serie di materie prime importanti per diversi comparti industriali italiani (dati forniti da Eurostat).

Il comparto del riciclo ha retto l’urto della lunga crisi: questo significa che le capacità di assorbimento dei materiali di recupero si sono mantenute pressocché immutate, per due motivi: da una parte la domanda del mercato internazionale di materie prime seconde, dall’altra la flessibilità del sistema industriale nazionale ed europeo. Il rapporto pone l’attenzione su 4 aspetti. Il primo è quello dell’effettivo avvio, nel nostro Paese, di un mercato dei prodotti riciclati attraverso il cosiddetto “green procurement”, gli acquisti verdi. Il secondo punto è quello dell’accesso al recupero energetico e della competizione con il recupero energetico. Per la quasi totalità dei materiali analizzati, il riciclo come materia rappresenta l’unica possibilità di reimpiego. Il terzo è quello dell’integrazione di sistema per migliorare la qualità delle materie seconde recuperate, in particolare dai circuiti di raccolta post consumo. Infine il quarto aspetto da prendere in considerazione è quello della ricerca e dell’innovazione. Nuove tecnologie di riciclo sono essenziali per passare a una economia verde, per migliorare l’efficienza d’uso delle risorse e anche per offrire potenzialità di crescita economica e competitività sui mercati.

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