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Igiene ambientale, contratto di lavoro, referendum “Nuovi scenari di sviluppo condivisi con i lavoratori”

Un accordo fortemente innovativo, in sintonia con il vento nuovo nelle relazioni industriali reso manifesto dal patto tra Confindustria e organizzazioni dei lavoratori in materia di rappresentanza sindacale. È questo il tratto più significativo del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del settore dell’igiene ambientale siglato nei giorni scorsi tra Federambiente e i sindacati (FP-CGIL, FIT-CISL, UILTrasporti e FIADEL, cui si è aggiunta in un secondo tempo l’UGL) che è stato al centro della prima giornata di lavori del seminario “Il CCNL nel quadro della liberalizzazione dei servizi pubblici locali” che si è svolto al centro congressi Kurhaus di Merano (BZ) il 9 luglio.

Il nuovo contratto – che, dopo l’introduzione del direttore di Federambiente, Gianluca Cencia, è stato illustrato da Giuseppe Savino, coordinatore dell’area Politiche del lavoro della Federazione, e da Marco Pietrangelo, direttore del servizio Lavoro – ha durata triennale (2011-2013) e contiene alcuni aspetti fortemente innovativi, a partire dal riordino degli orari di lavoro con l’introduzione dell’“orario multiperiodale”, vale a dire la possibilità di concordare, nell’ambito di una media di 36 ore settimanali, tempi più ridotti o più ampi a seconda delle esigenze stagionali senza ulteriori oneri a carico delle imprese, che potranno anche esigere un certo numero di ore annuali di straordinario, mentre sono state risolte annose controversie come quella del “tempo tuta” impiegato per cambiarsi a inizio e fine giornata. Punti importanti del nuovo contratto sono poi le esternalizzazioni (l’affidamento a soggetti esterni all’impresa di parte delle attività d’igiene ambientale), la lotta al microassenteismo (penalizzazioni di 15 e di 35 euro a evento quando le microassenze superano i livelli fisiologici concordati e l’istituzione, dal 1° luglio 2012, d’un fondo d’assistenza sanitaria integrativa.

Un tema, quello del “nuovo corso” aperto dall’accordo sulle rappresentanze sindacali, che è stato ripreso e favorevolmente commentato sia dall’on. Giuliano Cazzola (PDL), vicepresidente della commissione lavoro della Camera, sia dal sen. Pietro Ichino (PD), membro della commissione lavoro di Palazzo Madama, presentatore di una proposta di semplificazione normativa in materia di lavoro e di creazione di nuovi strumenti di flessibilità e insieme di tutela dei lavoratori su cui ha proposto il coinvolgimento delle parti sociali e quindi anche di Federambiente.

La seconda giornata del seminario, coordinata dal vicepresidente di Federambiente Filippo Brandolini e che ha visto tra gli altri la partecipazione del giuslavorista prof. Arturo Maresca, è stata dedicata al delicato tema delle problematiche di definizione del mercato dei servizi pubblici locali dopo la vittoria del “sì” nel referendum per l’abrogazione dell’art. 23 bis, che comporta anche possibili inediti sviluppi per quanto riguarda l’inquadramento giuridico dei lavoratori.

“Dopo il referendum che ha abrogato la norma che obbligava i Comuni a mettere a gara ovvero a privatizzare le aziende pubbliche – ha detto fra l’altro il presidente di Federambiente, Daniele Fortini, concludendo i lavori – si aprono scenari di nuove opportunità per lo sviluppo delle imprese di servizio pubblico locale anche nel campo dell’igiene ambientale. La condivisione della mission aziendale da parte dei lavoratori è un aspetto determinante delle possibilità di successo, e in questo contesto, d’intesa con i Comuni proprietari – ha concluso Fortini –, si adopereranno i management delle aziende”.

 

 

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